Dopo dodici ore di volo, con mia grande gioia (dato che volare non e’ di certo la mia attivita’ preferita), siamo atterrati ad Hong Kong. Ancora un po’ scombussolati siamo andati al bancomat per prelevare un po’ di soldi con la carta di Marta ma aime’ il bancomat se l’e’ mangiata… iniziamo bene! Pronti ad ogni evenienza di carte ne avevamo ben quattro a testa quindi non ci siamo fatti troppi problemi.
Abbiamo poi preso l’autobus per Hung Hong dove avevamo prenotato un albergo chiamato Bridal Tea House e come previsto, la camera non era delle piu’ grandi, ma non ci si puo’ aspettare di meglio ad Hong Kong dato che e’ una delle citta’ piu’ densamente popolate al mondo e quindi usano lo spazio “al meglio”.
Dopo una meritata pennichella, ci siamo diretti in centro aspettandoci un gran casino dato che era l’ultimo dell’anno. Le strade erano popolate di gioventu’ locale, tutti armati di super camere digitali, moltissimi i flash, sembravano tutti paparazzi incalliti; si facevano addirittura le foto tra di loro mentre facevano foto: in poche parole fotografavano il fotografo…boh, posto che vai usanze che trovi!
Allo scoccare della mezzanotte sono cominciati i fuochi d’artificio che a dire la verita’ non mi hanno troppo impressionato ma ad Hong Kong i festeggiamenti principali sono per il capodanno cinese (la data varia tra fine gennaio e la meta’ di febbario). Quella sera stranamente non ho visto nessuno bere dell’alcol per strada (a parte qualche turista europeo) e nessuno faceva piu’ di tanto casino, anzi, sembravano tutti un po’ annoiati. Noi invece no, i grattacieli intorno a noi erano il perfetto scenario per il nostro ultimo giorno dell’anno, soprattutto perche’ questa citta’ sembra molto piu’ sicura di Londra e persino dell’Italia; ci siamo quindi sentiti subito a nostro agio nel girarla da stranieri in piena notte.
A primo impatto non mi e’ sembrato affatto di essere dall’altra parte del mondo, anzi, mi sentivo quasi a casa con l’unica differenza che la popolazione di Hong Kong e’costituita dal 99% da asiatici.