In quanti sognano, sperano, progettano di vivere in un luogo nuovo, di provare una realtà differente, di cambiare aria anche solo in modo temporaneo per evadere da quella che è la quotidianità italiana? Sono in molti a quanto pare, sempre di più quelli che vogliono scappare, scegliere con la propria testa il percorso da prendere. Lo so perché mi scrivono, quasi ogni giorno, questi più o meno giovani che vogliono evadere, cambiare dimensione, chi in cerca di ispirazione, chi in cerca di un consiglio.
E poi c’è chi lo fa davvero e va dove più lontano non si può, in Nuova Zelanda.
Come si fa? Qual è, nella pratica, il primo passo per raggiungere questo paese agli antipodi e mantenersi, viaggiare, lavorare, fare amicizia? Si dice spesso che una volta presa la decisione di partire si è già a metà strada e nella maggior parte dei casi è vero, anche quando la strada è così lunga.
Il primo passo, una volta decisa la partenza, è ottenere un visto con il quale sia possibile soggiornare per un periodo relativamente lungo e poter lavorare. L’opzione migliore, per i giovani sotto i 30 anni, è il Working Holiday Visa, un visto vacanza-lavoro della durata di un anno, che permette ai residenti dei paesi con cui è stato effettuato l’accordo (tra cui l’Italia) di viaggiare, lavorare o studiare in Nuova Zelanda. Il visto, offerto dal governo neozelandese per favorire lo scambio interculturale, si richiede on-line, sul sito dell’immigrazione ( http://www.immigration.govt.nz/migrant/stream/work/workingholiday ), compilando i moduli e pagando la tassa di 105€ e, dal momento dell’accettazione (generalmente pochi giorni dopo l’applicazione), si hanno dodici mesi di tempo per entrare in Nuova Zelanda e attivare il proprio visto.
Ottenuto il visto si procede acquistando un biglietto aereo. Non è richiesto un biglietto di ritorno con un visto del genere ed è sconsigliato acquistarlo in quanto in un periodo così lungo è probabile che i propri piani cambino.
Lavorare in Nuova Zelanda è il passo conseguente per sopravvivere e potersi mantenere ed è bene avere un’idea di cosa ci aspetta una volta arrivati. La Nuova Zelanda infatti, pur essendo molto meglio dell’Italia in fatto di lavoro, non è una terra di opportunità come la vicina Australia, e nonostante le cose funzionino spesso ci vuole un po’ di pazienza perché le cose si ‘mettano in moto’. Insomma lavoro c’è ma non abbonda.
La paga minima in Nuova Zelanda è di 13,50 NZ$, ossia poco più di 8,50, dalle quale vengono dedotte le tasse di circa il 15%. Per i lavori più umili non ci si può aspettare di guadagnare molto di più di questo e gli impieghi più comuni tra i viaggiatori, ad esempio nell’ospitalità, hanno un salario di partenza poco più elevato di questa cifra. C’è però anche il lato positivo, ossia che il lavoro con un po’ di pazienza si trova e, se si è bravi, con l’impegno ci sono buone possibilità di crescita, grazie anche alla bassa concorrenza. L’inglese, oltre all’esperienza, può giocare un bel ruolo e abituarsi all’accento kiwi è fondamentale, anche la figura dello straniero è qualcosa a cui i locali sono abituati dato il grande numero di viaggiatori che passano da queste parti. Oltre ai metodi classici come la ricerca porta a porta o l’invio del curriculum alle aziende di interesse, un buon punto di partenza è il sito Trade Me, base di moltissimi annunci di lavoro (e non solo), aggiornato quotidianamente.
Al di fuori di Auckland tutte le città sono a misura d’uomo, si arriva a piedi praticamente ovunque e non c’è un gran bisogno di avere un mezzo proprio. Il costo della vita rimane piuttosto caro però, sopratutto nelle città principali, con affitti che partono da circa 400 euro al mese per una camera in appartamento condiviso ai quali si aggiungono le bollette, una decina di euro un biglietto del cinema, e tre euro per un kg di pane.
Ciò che da veramente valore a questa terra però è lo stile di vita. In Nuova Zelanda tutto sembra scorrere lento, la pace e la vicinanza con la natura sono il motivo per cui in molti hanno scelto di rimanere. Le comunità giovani e ancora piccole rimangono un buon luogo per far parte di qualcosa che si sta ancora sviluppando, e le persone che le formano sono sempre contente di scambiare due chiacchiere. Non c’è frenesia, non c’è burocrazia e tutto va nelle direzione in cui dovrebbe.
Viaggiando poi le opportunità sono molte, questa coppia di isole offre i più svariati paesaggi, dalla sempreverde isola nord, alle quattro stagioni dell’isola sud, un paese piccolo che si fa visitare con poco. L’ideale per viaggiare in NZ è procurarsi un mezzo proprio o a noleggio; gli itinerari sono diversi, così come le possibilità di alloggio a basso costo (dai campeggi gratuiti agli ostelli) e di conoscere altri viaggiatori da ogni parte del mondo. Insomma, la Nuova Zelanda pur essendo un paese ancora giovane ha molto da offrire ai visitatori di tutti i gusti, forse l’ultimo paese dove un passaggio in autostop è ancora assicurato.
Se volete saperne di più su vivere e lavorare in Nuova Zelanda perchè non chiedere a Angelo – lo trovate su Exploremore.it – oppure raccontanci la vostra esperienza di expat oltreoceano.
post molto utile, noi siamo appena tornati da un viaggio di 9 mesi in Asia e stiamo seriamente pensando di fare un giretto all’altro lato del mondo hihi… grazie!
Questa è una reale provocazione… alla fuga!!!^_^
Articolo molto interessante:)
Io sono partita nel 2011 per un working holiday visa in NZ.
Avevo trovato un buon lavoro con l’opportunità’ di un eventuale working visa da parte del mio datore di lavoro. La cultura e’ estremamente diversa dalla nostra, io sono scappata dopo 8 mesi… pero’… proprio l’ultima settimana prima di tornare a casa ho incontrato quello che ora il mio attuale compagno… Ci siamo conosciuti proprio l’ultima settimana prima della mia partenza, nonostante tutto sono tornata a casa comunque. Dopo altri 9 lunghi mesi in Italia tra e-mail e skype sono tornata in NZ per vivere con lui. Sono ormai qui da due anni, dal 2012 ad oggi non sono ancora tornata in Italia per via del biglietto… molto costoso.. nel frattempo mi sono abituata a questa differenza culturale, mi sono fidanzata e ho trovato un lavoro e guadagno molto bene con grande opportunità’ di crescita. Nella vita non si sa mai… tentar non nuoce affatto 🙂