Visitare la Patagonia significa raggiungere la città più australe al mondo: Ushuaia. A due ore di volo dalla città di Trelew si atterra sulla pista più a sud del mondo, costruita su una lingua di terra nel mezzo del Canal Bearle.
Il nostro albergo si trova in una zona boschiva a nord della città. La tranquillità regna e il silenzio è assordante. Per raggiungere il centro della città dobbiamo usufruire di un taxi, perché la distanza da ricoprire è di circa 7 km. 15 minuti per giungere a destinazione al costo di 30 pesos (sei euro) per due persone.
La via centrale della città è ricca di cioccolaterie e di negozi che vendono souvenirs come il famoso Dulce de Leche (creme caramel) tipico del posto. A tratti si sente un vento che soffia incessante, ma anche a zero gradi si sta benissimo, perché il freddo di questa località è un freddo secco. Nonostante si tratti di una città molto turistica, qui si parla solo ed esclusivamente spagnolo. All’interno degli alberghi, soprattutto quelli nuovi, è facile trovare delle prese elettriche diverse da quelle universali con le quali solitamente si viaggia. Sono delle prese che esistono e si vendono solo ad Ushuaia e che se disponibili dagli albergatori non avrete la necessità di acquistare.
La città di Ushuaia è stata popolata nel tempo grazie agli incentivi che il governo dava alle famiglie per farle trasferire in questa zona dal clima estremamente mutevole e dalle difficili condizioni. I camini vengono tenuti accesi tutto l’anno, d’estate la temperatura massima che si può raggiungere è di 20 gradi e solo nelle ore più calde.
Le case sono tutte molto diverse tra loro: è possibile trovare la villetta affiancata da una sistemazione molto approssimativa, e questo perché una volta giunti ad Ushuaia, si credeva di doverci rimanere solo per poco tempo, quindi sarebbe stato inutile investire più di tanto per un’abitazione provvisoria.
Ushuaia è la porta di accesso alla Tierra del Fuego. Esiste una parte di questo parco nazionale che è possibile visitare solo attraverso un tragitto che si percorre su di un treno con la locomotiva a vapore: il Treno de la Fin del Mundo.
Ad Ushuaia esisteva un carcere. I prigionieri erano chiamati ad andare a tagliare la legna nei boschi circostanti per rifornire le abitazioni della città e provvedere al loro riscaldamento. Oggi il treno che conduceva nei boschi i carcerati viene utilizzato a scopo turistico per far visitare quella parte della Terra del Fuoco che altrimenti sarebbe impossibile visitare.
Si tratta di un giro di 40 minuti circa con una sosta di 15 in una vecchia stazione in cui è possibile rivivere l’ambientazione dei primi del novecento. La voce che spiega in spagnolo e in inglese quanto doloroso fosse per i carcerati affrontare le lunghe giornate al freddo di quelle zone così lontane rende il tragitto estremamente emozionante. Vedere i tronchi degli alberi tagliati riesce a rendere l’idea di un passato che non è poi così tanto lontano. Scesi dal treno si può percorrere la parte del Parco Nazionale in cui si può ammirare la tipica flora patagonica fino ad arrivare al lago Roca. Questo lago di 11 km di lunghezza appartiene all’Argentina per 4 km e al Cile per altri 7 km. Dal lato argentino è infatti possibile scorgere in lontananza le alte vette dei monti della Patagonia cilena. A dividere questi due stati esiste infatti una linea immaginaria che divide a metà il monte Condor, all’interno del Parco Nazionale, monte perennemente innevato.
Proseguendo all’interno del Parco Nazionale si possono incontrare le tipiche piante del frutto El Calafate, un mirtillo che queste terre offrono spontaneamente.
Terminando il percorso si incontra Bahia La Pataia, un concentrato di laghi e tipico bosco patagonico in cui si può ammirare la fredda solitudine del sud del mondo.
Rientrati ad Ushuaia ci siamo imbarcati sul catamarano che ci ha fatto attraversare il Canal Bearle per circa 2 ore e mezza. Durante la navigazione abbiamo avvistato isolotti con cormorani e leoni marini, e siamo giunti al Faro Les Eclaireurs, il faro della fine del mondo a nord delle isole cilene Hoste e Navarino. L’emozione è stata fortissima.
Ad Ushuaia il tempo varia moltissimo. In poche ore si è passati dalla neve e pioggia al vento e sole fortissimo, insomma, c’è da vestirsi a cipolla ed essere pronti ad affrontare le quattro stagioni in un solo giorno.
Ecco alcuni articoli interessanti su questa terra che non smette mai di stupirmi.
E se non avevo altri incentivi per ammirare quelle terre, neppure dopo aver letto Sepulveda, eccomi ora del tutto convinto!