La maestosità dei ghiacciai argentini

Lasciata Ushuaia abbiamo iniziato a risalire la zona ovest dell’Argentina per raggiungere con due ore di volo circa la città di El Calafate: la capitale dei ghiacciai argentini. La città, molto piccola e carina, prende il nome dalla bacca che si trova in questa zona, una specie di nostro mirtillo dalla quale gli abitanti ricavano un’ottima marmellata e liquore. Ci sono diversi negozi di souvenirs che però sono più organizzati a livello di assortimento e di qualità di regalini da comprare e  più cari rispetto ad Ushuaia. Ci sono diversi mercatini in legno dove vengono venduti prodotti tipici artigianali.

A El Calafate sono molti gli alberghi situati fronte Lago Argentino che consentono di far ammirare dalle proprie camere i piccoli iceberg che flottano nel lago prima di sciogliersi al sole. Essi sono un po’ distanti dal centro, quindi per spostarsi occorre necessariamente far uso di economici taxi sempre a disposizione.

In questa città il vento soffia quasi sempre fortissimo. Il giorno del nostro arrivo le raffiche sfioravano i 70 km/h e molti visitatori non hanno potuto godere delle meravigliose escursioni che consentono la navigazione sul lago per la visita dei ghiacciai.

Come nel resto della Patagonia, anche qui è molto richiesto nei ristoranti il cordero – agnello che viene cotto nelle vetrine degli stessi in modo davvero singolare: viene tagliato a metà un agnello intero e fatto rosolare sulle fiamme intorno ad un camino verticale.

Da El Calafate si parte per due escursioni meravigliose: la prima conduce alla visita del terzo ghiacciaio più grande al mondo, il Perito Moreno, la seconda fa ammirare, attraverso la navigazione sul Lago Argentino, altri diversi ghiacciai come l’Upsala e Spegazzini.

Sulla cordigliera delle Ande nasce la terza coppa di gelo più grande al mondo: dopo l’Antartide e la Groenlandia, la Patagonia argentina e cilena si dividono 350 km di lunghezza e 80 km di larghezza di ghiaccio. Dal colore del lago, azzurro, e il colore dei ghiacciai, bianco, nasce l’idea della bandiera argentina la cui realizzazione risale allo scopritore Francisco Moreno, e il suo nome è quello attribuito al ghiacciaio Perito – scopritore – Moreno.

Dopo aver percorso 80 km ad ovest di El Calafate ed essere entrati all’interno del Parco Nazionale Los Glaciares, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, a circa 8 km dall’ingresso si scende la prima volta per ammirare la lingua sud del Perito Moreno; questo posto è detto Mirador Los Suspiros…. L’emozione è tantissima… Continuiamo a percorrere diversi km per giungere alle passerelle che ci fanno avvicinare al ghiacciaio.
Arrivati al fronte del ghiacciaio ci sono 5 possibili percorsi comunicanti tra loro che permettono di ammirare diversi versanti del Perito Moreno. Il fronte è lungo 6 km, e la sua lunghezza è di 30 km.


Durante la visita sulle passerelle è possibile decidere di fermarsi in più punti per ammirare e sentire, soprattutto, la grandezza del ghiacciaio. Sentire è proprio la parola più adatta, perché questo monumento naturale non delizia solamente la vista, ma anche l’udito, con i suoi rumori incessanti, sembra si tratti di  tuoni, che lasciano il visitatore incantato. Immaginare che in quegli attimi all’interno del ghiacciaio si stiano creando nuove fratture, si stiano modellando i prossimi iceberg, stia insomma mutando qualcosa che per secoli è rimasta così, riempie il cuore di aspettative per riuscire a raccogliere un piccolo scorcio di ciò che verrà fuori da questi mutamenti…

Durante la nostra visita siamo stati allietati anche dal volo di diversi condor che, insieme alle alte vette innevate, al ghiacciaio bianco e al color latte del lago, hanno dato vita ad un paesaggio da cartolina vivente.

Esiste anche la possibilità di effettuare una navigazione verso il fronte sud del ghiacciaio per poter ammirare, se si è fortunati come noi, la rottura di una parte del ghiacciaio che poi si riversa in mare creando un’onda anomala nelle calme acque del lago. Gli iceberg che si staccano da questo ghiacciaio sono piccoli, a differenza di quelli che abbiamo visto il giorno successivo nel lato nord del Lago Argentino che si staccano dal ghiacciaio Upsala che sta retrocedendo; sia questo ultimo ghiacciaio che gli altri presenti intorno al lago sono visibili solo attraverso la navigazione.

I riflessi nel lago delle montagne e dei ghiacciai sono di impareggiabile bellezza. Il nome Upsala del secondo ghiacciaio argentino più grande deriva dalla famosa città universitaria a nord di Stoccolma che ne ha seguito l’evoluzione naturalistica e ne sta ancora studiando le metamorfosi geologiche.

L’esperienza della visita a questi ghiacciai è stata davvero eccezionale, si è trattato di un ricordo indelebile che non smetterà mai di essere presente nella nostra mente.

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6 Commenti

    • Le stagioni sono invertite rispetto alle nostre, quindi il periodo migliore risulta essere il nostro autunno/inverno quando lì giù è primavera. Quando siamo andati noi a settembre il clima è stato meraviglioso. Abbiamo avuto la fortuna di vivere due giornate senza vento e con una media al mattino di circa 16 gradi.

  1. La cosa che mi ha affascinato di più nel vostro racconto è indubbiamente stato il fatto di poter ascoltare il ghiaccio.
    Deve essere un’avventura unica al mondo.
    Un’esperienza completa che coinvolge tutti i sensi.
    Non l’avrei mai detto ma ora che mi avete dato questo spunto non vedo l’ora di poterlo sperimentare sul campo.

    Andrea

  2. Il Perito Moreno è di sicuro una delle meraviglie naturalistiche tra le più belle al mondo che lasciano senza fiato. Non si smetterebbe mai di ascoltarlo…. La cosa stupenda è che si è liberi di scegliere il percorso e il punto in cui fermarsi per sentire, sentire, sentire qualcosa che sembra agli occhi inspiegabile…

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