Le viscere di Napoli: l’affascinante visita nel ventre della città partenopea

Se visitare Napoli può considerarsi una delle esperienze a cui un viaggiatore non può sottrarsi, visitarne il sottosuolo significa immergersi in quelle che sono le origini della città partenopea e quindi scoprirne la sua storia che risale ai tempi dei greci prima e dei romani dopo.
All’interno della zona monumentale di Napoli, attraversando i numerosi vicoletti che da Piazza Dante conducono in Via Dei Tribunali e alla famosa San Gregorio Armeno, in cui si possono ammirare i meravigliosi presepi dell’artigianato napoletano, si arriva in piazza San Gaetano n. 68, luogo di partenza per la visita alla Napoli Sotterranea.
Il costo del biglietto intero per effettuare la visita guidata della durata di circa 1 ora e trenta minuti è di €9,30. Vi posso assicurare che sono soldi spesi benissimo, perché l’esperienza della visita al sottosuolo è decisamente meravigliosa.

Napoli sotterranea

L’accesso al sottosuolo consiste in una lunga discesa formata da 126 scalini di dimensioni più o meno uguali, molto consumati perché utilizzati da un notevole numero di persone e per molto tempo… Durante il percorso si giunge ad una profondità massima di 39,60 mt sotto il livello del suolo. La prima tappa della visita si realizza in una cava estremamente alta a forma trapezoidale. Al centro di essa esiste una imponente colonna sulla cui parete è posto un monitor sul quale è possibile visualizzare il monitoraggio dei terremoti in tempo reale. Questo perché all’interno della Napoli sotterranea è presente un’importante stazione sismica. Questa colonna non è un pilastro all’interno della cava, bensì una specie di “tappo” che serve per chiudere uno di quei tanti pozzi scavati dai greci per prelevare enormi quantità di tufo per la costruzione di mura e templi. I primi ad utilizzare il sottosuolo della Neapolis furono infatti proprio i greci che, oltre ad utilizzarne i contenuti per le varie costruzioni, scavarono numerosi ambienti per creare una serie di ipogei funerari.

Napoli sotterranea

In seguito all’arrivo dei romani, in epoca augustea, venne costruito un grandioso acquedotto. Esso venne implementato nel 1600 fino a che la rete di cunicoli e cisterne che venne creata raggiunse la dimensione di 2 milioni di mq che attraversava in lungo e in largo tutta la città.

Napoli sotterranea
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale (la città di Napoli è stata la città più bombardata d’Italia) venne rivalutata l’importanza del sottosuolo partenopeo e vennero utilizzate le numerose gallerie come ricoveri antiaerei. Nel sottosuolo è possibile vedere la ricostruzione delle sagome degli uomini che hanno trovato rifugio durante i bombardamenti e ai quali il genio civile aveva rilasciato numerose maschere antigas, visto che le pareti di tufo erano pareti molto permeabili all’interno delle quali permeavano tutti i gas tossici delle bombe. Le maschere antigas sono invece quelle originali del tempo. Così come originali sono i giochi per i bambini che venivano condotti nel sottosuolo dalla popolazione, perché il tempo trascorso sotto terra fu superiore a quello che si potesse immaginare.

Napoli sotterranea
Proseguendo il percorso si incontrano i camminamenti dei pozzari. Questi ultimi erano uomini di piccola statura che scendevano nei pozzi attraverso una serie di buchi posti nelle pareti ed avevano il compito di purificare tutta l’acqua eliminando le scorie presenti in superficie. Attraverso un passaggio stretto 50 cm e lungo circa 70 mt che si percorre con una candela in mano, perché privo di illuminazione, si incontrano dapprima delle cisterne greche e poi una grande cisterna romana. Guardando in alto, all’interno di questa cisterna, è possibile vedere tre pozzi ormai chiusi dai quali veniva estratto prima il tufo e poi fatti calare i pozzari. Quello che si percorre visitando questa cisterna è proprio il camminamento degli stessi uomini che ripulivano l’acqua.
Ultima tappa della visita al sottosuolo è una cava all’interno della quale il tasso di umidità è meno elevato delle precedenti a causa dell’esistenza di un sistema di ventilazione in ceramica creato appositamente per favorire un clima più vivibile. Dopo i greci che hanno estratto il tufo, ed i romani che hanno realizzato l’acquedotto, le suore di clausura proprietarie di alcuni vigneti ai piedi del Vesuvio hanno realizzato nelle viscere di Napoli una vera e propria dispensa per il vino di propria produzione. Trattasi del vino denominato appunto Tufello, dalla cava di tufo dove da sempre è stato conservato.
Terminato il percorso nel sottosuolo, si ritorna alla vita caotica del napoletano, per raggiungere un ulteriore posto di estremo interesse. Trattasi dei resti inglobati dell’antico teatro greco-romano.

Napoli sotterranea
Percorrendo Via Anticaglia è possibile ammirare due massicce arcate che in epoca romana erano strutture di rinforzo dell’esterno del teatro. Numerosi studiosi si sono incuriositi per la presenza di tali strutture ed hanno cercato all’interno delle tipiche case del “basso” napoletano – basso perché è a livello della strada che si sviluppava tutta l’abitazione – ulteriori resti di questo teatro. La particolarità dei muri scoperti fu davvero notevole. Si trattava infatti dei primi muri antisismici della storia. Realizzati con una struttura ad alveare prima e a mattoncini rettangolari sottili dopo, permetteva alle onde dei terremoti di espandersi lungo tutta la parete in modo elastico, per poi restare bloccate nella parte alta senza creare alcun danno alle strutture. Non fu difficile accorgersi che, nella cantina di una casa che appariva a tutti una normalissima abitazione, fosse in realtà celata la presenza del corridoio che portava ai camerini dell’antico teatro, oppure di come dalla bottega di un falegname ci fosse l’accesso a quella che è definita la “summa cavea”, ovvero l’anello superiore della gradinata del teatro dove si esibiva Nerone.

Nel teatro greco – romano, di cui parliamo, era solito infatti esibirsi Nerone, il quale, stonato e incapace com’era, radunava numerosi schiavi per farsi applaudire. Un giorno, nonostante un forte terremoto avvertito mentre si esibiva, non smise di cantare, ma si rivolse agli dei per ringraziare di questo segno , secondo lui, di compiacenza, per il suo spettacolo.
All’interno della “summa cavea”, dove oggi è possibile ammirare il museo del Presepe Napoletano, vengono anche effettuate lezioni di culinaria per pizzaioli piccoli e grandi. Specifichiamo che proprio in questa zona si affacciano tre finestre di un bed&breakfast del centro storico, a significare che la città di Napoli si è dovuta sviluppare verticalmente per restare contenuta all’interno delle sue mura, e, pertanto, nasconde numerosi tesori ancora tutti da scoprire.

1 commento

  1. Napoli è bella sotto e sopra…
    Ci credete che non l’ho mai vista Napoli Sotterranea? Prendo appunti da qui intanto, mentre prepariamo la visita al Tunnel Borbonico, un’altra delle meraviglie poco conosciute della Città del Sole!

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.