Da Buenos Aires alla Fin du Mundo on the road

Attraversare la Patagonia in auto è stata per me una delle esperienze di viaggio più memorabili e più emozionanti che abbia fatto. Penso spesso che, decisioni diverse sui trasporti, avrebbero comportato il fatto di perdermi la parte più bella del viaggio, ovvero il percorso, e quindi sento la necessità di condividere questa mia esperienza per dare qualche suggerimento che, chissà, possa risultare utile per chi decide di intraprendere quest’avventura.

Inizialmente infatti anche io e i miei compagni di viaggio, spaventati dalle lunghe distanze, avevamo valutato di utilizzare voli interni per gli spostamenti. Avendo a disposizione poco più di 15 giorni non ci sembrava fattibile il fatto di percorrere via terra l’intera distanza che separa Buenos Aires da Ushuaia, la Fin Du Mundo.

Patagonia, Argentina

Fortunatamente abbiamo scovato in rete un racconto di viaggio che ci ha fatto capire che l’impresa, sebbene audace, era fattibile.

Il primo passo è stato ovviamente l’acquisto del volo intercontinentale. Suggerisco di farlo con grande anticipo soprattutto se si viaggia in alta stagione poiché i costi dei voli per Buenos Aires, a ridosso della data di partenza, diventano proibitivi.

Patagonia, Argentina

Secondo passo: affitto dell’auto. Noi ci siamo rivolti ad un tour operator che mi sento di consigliare caldamente, ovvero Cultura Gaucho gestito da Oscar, un simpaticissimo argentino che parla perfettamente anche l’italiano e che è stato molto prezioso per l’intera gestione del nostro viaggio. Noi abbiamo scelto una Jeep con tenda incorporata (montata sul tettuccio del mezzo), così da essere più liberi di fermarci a dormire lungo il percorso. Sebbene un po’ più caro, abbiamo optato per l’affitto di un 4X4 poiché molti tratti della ruta 40, nel 2012, anno in cui abbiamo fatto questo viaggio, erano ancora in terra battuta e parecchio impervi per essere affrontati con una normale auto.

Patagonia in auto, Argentina

Il terzo passo è stato quello di stabilire il percorso, processo per niente semplice perché le cose da vedere sono moltissime ma avendo un tempo limitato, qualche rinuncia è necessario farla.

Patagonia, Argentina

Ecco quindi il nostro itinerario finale:

Buenos Aires – Bahia Blanca – 710 km
Bahia Blanca – Puerto Piramides  – 775 km
Penisola Valdes – Punta Tombo – Trelew – 634 km
Trelew – Gobernador Costa – 601 km
Gobernador Costa – Perito Moreno – 359 km
Perito Moreno – Cuevas de Las Manos – El Calafate – 694 km
El Calafate  (Glaciar Perito Moreno, Puerto Banderas) – 252 km
El Calafate – Puerto Natales (Cile) – 376 km
Puerto Natales – Punta Arenas (Cile) – 328 km
Punta Arenas – Ushuaia – 649 km
Ushuaia (parco, città, ghiacciao) – 87 km
Ushuaia – Buenos Aires (aereo, drop off dell’auto)

Patagonia, Argentina

Da Buenos Aires a Porto Piramides è stata una lunga tirata poiché la Pampa è un paesaggio un po’ monotono per cui guidare risulta stancante. Consiglio di fare spesso cambi alla guida in questo tratto. All’arrivo si viene però appagati dalle meraviglie della Penisola del Valdes che io consiglio assolutamente di inserire nel proprio itinerario di viaggio.

Prima di partire ammetto che avevo letto pareri molto discordanti ma io e i miei compagni di viaggio l’abbiamo trovata magnifica: pinguini, leoni ed elefanti marini, armadilli e, per chi sceglie il periodo giusto, balene, rendono questa terra una meta di grandissimo interesse. In particolare è imperdibile la visita a Punta Tombo, una delle più importanti riserve di pinguini magellano esistente al mondo.

Patagonia, Argentina

Dalla Penisola del Valdes noi abbiamo deciso di percorrere la ruta nacional 25 per connetterci alla ruta 40. Questo tratto di strada è stato in assoluto quello che ci ha maggiormente entusiasmati a livello paesaggistico poiché, a mio parere, la Patagonia raggiunge proprio in questa tratta meno battuta  l’apice della sua bellezza.

Non meno entusiasmante è però percorrere  la celebre ruta 40, la “carretera” più lunga di tutta l’Argentina. In parte asfaltata, in parte in terra battuta, oltre ai paesaggi da sogno, offre la possibilità di attraversare “pueblos” (paesi) molto caratteristici e poco conosciuti dai turisti. Attraverso la ruta 40 abbiamo raggiunto El Calafate dove ci siamo finalmente trovati di fronte a una delle più grandi meraviglie del mondo: il Glaciar Perito Moreno.

Patagonia, Argentina

Giunti a questo punto vale la pena varcare il confine e spostarsi in Cile per visitare il rinomato parco di Torres Del Paine.

Noi abbiamo poi percorso un tratto in Cile per poi raggiungere la tanto attesa Terra del Fuoco. Splendidi i paesaggi di questo tratto di Argentina, meravigliose sia la flora che la fauna. La “fin du mundo” non delude e ripaga dei tanti chilometri affrontati per raggiungerla (per la precisione noi ne abbiamo percorsi circa 5500 km).

Patagonia, Argentina

Da Ushuaia abbiamo preso l’aereo per tornare a Buenos Aires e trascorrere lì i nostri ultimi 2 giorni di vacanza. Purtroppo il drop off dell’auto è un po’ caro per cui l’ideale sarebbe avere il tempo di tornare indietro con l’auto magari facendo l’altra parte di costa.

Tolte le prime notti passate in tenda, quando le temperature si sono fatte un po’ più rigide, ci siamo appoggiati a piccole strutture alberghiere sempre molto pulite e con prezzi abbastanza abbordabili (in media 15€ a testa a notte). Non abbiamo mai avuto difficoltà a trovare una sistemazione per dormire pur non avendo prenotato nulla dall’Italia.

Altro consiglio che posso dare riguarda l’abbigliamento. Un viaggio come questo risulta un po’ complicato perché si passa dai 30 gradi di Buenos Aires ai 3/4  gradi di Ushuaia per cui è necessario portarsi poco di tutto e adottare la tecnica a strati. Necessari gli scarponcini da trekking e maglie in tessuto tecnico e pile che tengono caldo ma occupano poco spazio nella valigia. Suggerisco anche una giacca anti vento (quelle di  Decathlon sono perfette) perché, se c’è una costante da nord a sud, è il forte vento che soffia vigorosamente e instancabilmente.

Altri articoli sull’Argentina?

Articolo precedenteLa Daunia mistica e medioevale
Prossimo articoloAlla scoperta di Cuba a ritmo di salsa e rum
Vive a Torino, città che ama profondamente, e dove si occupo di advertising. Ma nonostante questo amore per la sua città sente l'esigenza di scappare lontano da lei per scoprire altri nuovi splendidi luoghi. Crede profondamente che viaggiare sia una forma d'arte e che più il viaggiatore sviluppa curiosità, fantasia e originalità, più saprà creare itinerari di viaggio meravigliosi.

8 Commenti

  1. Wow Elena, che bel viaggio che ci hai raccontato.

    Leggendolo pensavo che prima o poi la Patagonia la devo vedere per forza!!

    Da quel che ho letto finora sei anche tu una gran avventuriera e mi hai fatto riflettere su quanto il viaggio si sia impadronito di una parte del mio DNA.

    Grazie.

  2. Un Viaggio che sogno da anni, è proprio il tipo di vacanza che fa per me, on the road, deserti, animali bellissimi che ti passano a fianco e condidono gli stessi spazi, e ovviamente il ghiaccio!
    Immagino inoltre che sia facile conoscere gli aspetti della vita quotidiana, le abitudini, le usanze delle poche persone che abitano queste lande desolate, cosa che mi ha sempre attirato.
    Complimenti!

  3. @Chris credo che tu abbia proprio ragione, per noi avventurieri il viaggio è parte integrante del nostro modo di essere, pensare…vivere! Questo viaggio infatti lo consiglio perchè da la possibilità a chiunque abbia questa passione di interpretarlo a proprio modo!
    @Matteo grazie per i complimenti, da avventuriero ad avventuriera sono ancora più graditi
    @Cristina coltivalo, mi raccomando, ne vale la pena. Anche io l’ho coltivato per anni per riuscire infine a realizzarlo

  4. Ho fatto lo stesso viaggio a cavallo fra Dicembre 2011 e Gennaio 2012, durante il mio viaggio ho visto una jepp (non ricordo di preciso come era ma simile alla vostra foto) sul ciglio della strada; sarete mica stati voi ??!!??

    Comunque ti ringrazio perchè leggendo il tuo blog mi sono tornati in mente posti magnifici visti, e il profumo e il vento di quelle terre…

    Marcos

  5. Caro Marcos, mi sa proprio di si perchè il periodo coincide perfettamente e non credo ci fossero tante jeep come la nostra! Noi siamo partiti il 22 dicembre e rientrati il 9 gennaio.
    Ma tu hai fatto tutto il percorso a cavallo? Ma che meraviglia…

  6. Ciao Elena, stiamo valutando di andare in Argentina e la tua avventura ci ha fatto venire voglia di provare a farlo anche noi in auto. Stiamo facendo un po’ di conti per capire quanto ci può costare (siamo in due) e abbiamo già contattato Cultura Gaucho per informazioni. Le mie domande per te: 1) Credi sia necessario un fuoristrada per fare questo viaggio o pensi sia possibile anche farlo con un auto normale? Nel caso decidessimo di viaggiare con un pick-up simile al vostro (ce ne hanno proposto uno tipo camper) lo si sfrutta a fondo? Ci sono abbastanza campeggi lungo la via? Grazie! M.

  7. Ciao Elena, mi chiamo Cristiano, sono un fotografo di Torino e mi occupo anche di scrittura e viaggi. Sto valutando l’ipotesi di fare un viaggio in Patagonia e Terra del Fuoco verso novembre/dicembre. Sto cercando di raccogliere informazioni e consigli. Siamo entrambi di Torino, secondo te è pensabile incontrarsi per un caffè e fare due chiacchiere in proposito?

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.