Avete mai sentito parlare delle Isole Svalbard? Sono un arcipelago del Mar Glaciale Artico, mi piacerebbe mostrarvi dove sono sul mappamondo, ma purtroppo sono nascoste dal perno che lo sostiene, queste isole sono a NORD, in pratica al Polo Nord, tra i 74° e gli 81° Nord.
Alle Svalbard vivono circa 2’500 abitanti e almeno 3’000 Orsi Polari. Le tre isole più grandi sono Spitsbergen, Nordaustlandet e Edgeøya, la “capitale” è Longyearbyen. La sovranità appartiene alla Norvegia ma, a seguito del Trattato delle Svalbard ogni paese firmatario (tra cui l’Italia) ha il diritto di sfruttare le risorse dell’arcipelago, però solo Norvegia e Russia, hanno usufruito di questa possibilità.
Le Svalbard sono famose per essere state la base di lancio del dirigibile Italia, comandato e costruito da Umberto Nobile nell’impresa di raggiungere il Polo Nord in volo e per essere state scelte per il Global Seed Vault, un deposito sotterraneo costruito per raccogliere i semi di ogni pianta presente sulla terra per sopravvivere a un’eventuale catastrofe naturale mondiale.
COME ARRIVARE
Come per altri miei viaggi avventura ho scelto il tour operator specializzato, 4Winds per organizzare questa impresa!? Ho viaggiato da solo, unendomi ad un gruppo di altri viaggiatori da ogni parte del mondo. Volo S.A.S. Venezia – Oslo (dove mi sono fermato un giorno), Oslo – Tromsø – Longyearbyen.? Attenzione! A Tromsø l’aereo atterra per far salire altri impavidi viaggiatori sprezzanti del freddo e degli orsi, ma mentre all’andata sono rimasto seduto al mio posto, al ritorno sono dovuto scendere, ripetere i controlli di sicurezza per poi risalire nello stesso aereo…mistero!
Longyearbyen
L’atterraggio è stato forse uno dei più emozionanti della mia vita, si scende a tutta velocità, sfiorando quasi il mare, per poi toccare la cortissima pista; probabilmente i piloti iniziano a frenare che l’aereo è ancora in volo perché non appena le ruote toccano il suolo, tutti i passeggeri letteralmente sbattono la testa sul sedile davanti, io compreso!
L’aeroporto della Capitale si può descrivere, come lo definisce Marco di 4Winds, un Autogrill! Esiste una sola pista, l’aereo si ferma davanti alla porta d’entrata e un paio di addetti inizia a scaricare i bagagli per inserirli direttamente nella cinghia trasportatrice, a mano.
Longyearbyen è la “capitale” delle Svalbard, un paesino di 2000 abitanti circa. Tutti girano per strada con il fucile in spalla, anche al bar tutti sono armati, la scuola del paese è circondata da altissime reti e filo spinato…pensavo inizialmente che la gioventù del posto fosse pericolosissima, in realtà, il cartello stradale “Attenti all’ Orso” mi ha aperto gli occhi!? Passeggiare per Longyearbyen è sicuro ma se vuoi uscire oltre il confine cittadino, il pericolo di incontrare un orso bianco è davvero alto!
Il paesino si trova a ridosso del mare, le strade sono per lo più di terra battuta e il mezzo principale è la motoslitta che qui si usa per la maggior parte del tempo. Le tubature delle abitazioni scorrono all’esterno poiché il terreno è permafrost, ossia terra ghiacciata fino a un metro di profondità; si pensi che non si può nemmeno morire alle Svalbard, le salme infatti sono trasportate nel continente, con questo terreno non sarebbe possibile la loro sepoltura.
In questa località si trovano bar, ristorante, ospedale, museo, supermercato, tutto nello spazio di pochi metri, la piazza centrale è dedicata ai minatori; le case sono quasi tutte uguali caratterizzate da colori vivaci e accesi. Ho soggiornato una notte allo Spitsbergen Hotel, qui è tradizione togliersi le scarpe prima di entrare anche negli alberghi o in chiesa.
La chiesa è molto particolare, pensate che l’entrata ricorda molto un piccolo bar dove gli abitanti si radunano a bere qualcosa di caldo trascorrendo le freddissime giornate invernali, proseguendo oltre il corridoio di questo spazio ricreativo, si entra in chiesa. In questo periodo, metà agosto, il sole è alto nel cielo per ventiquattro ore al giorno.
Longyearbyen – Barentsburg
Dal porto di Longyearbyen inizia la mia avventura, in un battello postale Hurtigruten, una nave adibita al trasporto di merci e posta, attrezzata per il trasporto di persone e in grado di superare mari ghiacciati. Questa sarà la mia casa per i prossimi giorni.? Non mi soffermo sulla descrizione del viaggio in nave, perché dovrei parlarvi della cortesia dello staff e delle guide per pagine, ma è una modalità di viaggio che consiglio vivamente! Ricordate: NON E’ UNA CROCIERA!
La prima tappa è Barentsburg, dopo qualche ora di navigazione tra fiordi e paesaggi artici. Si tratta di un accampamento di minatori russi, un posto in declino, grigio, triste, ricorda i vecchi film dell’epoca sovietica. Qui i minatori lavorano ancora con il piccone e le lanterne a cherosene, spesso le case presentano crepe vistose e in alcuni casi al posto dei vetri, le finestre lasciano posto a riquadri di Nylon, ottima protezione contro gli orsi! Gli abitanti di questa comunità vivono insieme, mangiando in una mensa comune. In occasione della nostra visita il gruppo folkloristico di Barentsburg ha organizzato uno spettacolo nel teatro locale con musica e balletti in costumi tipici.
Barentsburg mi ha fatto comprendere come, a distanza di pochi chilometri, le persone possano vivere in modi tanto diversi l’uno dall’altro, passando dal benessere alla miseria in un batter di ciglia.
Magdalenefjord
Dopo una navigazione di una notte, ecco apparire questo bellissimo fiordo che raggiungiamo grazie agli Zodiac (gommoni di derivazione militare) calati dalla nave, non prima che le guide abbiano preparato i fucili, che verrebbero usati in caso di emergenza e solamente dopo aver lanciato un razzo a terra per spaventare un eventuale orso intenzionato ad attaccare.
Sbarchiamo in una spiaggia bianchissima, la vegetazione, fatta eccezione per qualche rarissimo fiorellino, è inesistente, le montagne innevate e la totale assenza della presenza umana fanno apparire questa spiaggia surreale. Si percorre un breve trekking, tra rocce e sabbia finissima, a gruppi di poche persone, ognuna delle quali comandate da una guida armata; detta così, fa un po’ impressione, sembra quasi si stesse andando a caccia, ma, credetemi, il rischio orsi esiste davvero, per quanto sia l’uomo ad essere di troppo in queste terre.
In questa spiaggia le baleniere, nei secoli scorsi, si fermavano per bollire il grasso delle balene. Alle Svalbard, alcune razze sono state letteralmente sterminate!
Il viaggio prosegue per tutto il resto del giorno in nave, dove, non trovandomi, mi danno per disperso, sì perché, mentre tutti i miei compagni di viaggio trascorrono la maggior parte del loro tempo all’interno della nave, io sono sempre sul ponte, a volte dovendomi fissare con una corda a uno scorri mano per non cadere a causa del forte e freddissimo vento, e per il nevischio che cade incessante, ma da questa posizione il paesaggio è incredibile: montagne con forme stranissime, a causa dell’erosione dei ghiacci, che si stagliano a picco sul mare, Iceberg ovunque e pezzi di ghiaccio che sbattono contro la nave.
L’acqua del mare non è completamente liquida ma assomiglia quasi a una gelatina ghiacciata. Mentre ero sullo Zodiac, mi sono tolto i guanti per cambiare batteria alla telecamera, mi si sono congelate le mani a tal punto da dover chiedere un aiuto per indossare nuovamente i guanti, un aneddoto simpaticissimo…”Se cadi in mare, grida più forte che puoi per attirare l’attenzione delle guide perché hai tre minuti di tempo per farti salvare prima che…” concludete voi la frase.
I picchi rocciosi sono spesso abitati da uccelli artici. I pulcini nascono da uova… di forma quasi triangolare, questo perché non possano cadere dalla roccia, incredibile vero?
Nel tardo pomeriggio avvistiamo a riva la carcassa di una Fin Whale (Balenottera Comune), divenuta banchetto per gli uccelli marini e per Mamma Orso!? Un’ orsa polare che raccoglieva dalla Balena il cibo per il suo cucciolo, poco più in alto su un piano innevato.
Abbiamo subito tentato un avvicinamento a riva con gli Zodiac, per ammirare gli orsi un po’ più da vicino, senza esagerare ovviamente. Si tratta di una scena incredibile, l’orsa vedendoci arrivare, ci osserva e poi ripiega verso il cucciolo che si mette subito a giocare con lei, una delle scene di Natura più belle mai viste nella mia vita, sarà che mi lascio trasportare dalla magia di questi luoghi magici? Non credo.
Verso le 23.30 raggiungiamo l’80° parallelo, famoso perché in nessun altro posto del mondo è possibile raggiungerlo così “facilmente”, anche se il comandate non era sicuro di riuscire nell’impresa a causa dei ghiacci che si stavano formando sul mare. Continuando verso Nord-Est appare davanti a noi l’isola di Moffen, piccolissima ma famosa per essere abitata da una famiglia di Trichechi.
Inutile dire che ho trascorso due ore sul ponte, in perfetta solitudine, a riprendere e a fotografare questi curiosi animali artici; stavano dormendo uno sull’altro finché a un tratto un paio di essi si è alzato e, spintosi fino a riva, tuffato in mare.
Il giorno seguente al risveglio trovo davanti a me la visione di un ghiacciaio immenso!
Zodiac, e inizia un’escursione in mare di alcune ore. Il ghiacciaio è immenso, è largo 6,5 km e con un’altezza che arriva fino a 80mt, riesco anche a riprendere la caduta di una massa enorme di ghiaccio.
Alcune foche sono incuriosite dal nostro passaggio e ci seguono timidamente, gli iceberg hanno forme che assomigliano a sculture, il colore dei ghiacci, del mare, e la fioca luce che traspare dalle nuvole, creano l’illusione di un mondo surreale.
Ny London e Ny-Ålesund
Un ex insediamento del 1800 dove si pensava fosse possibile estrarre il marmo dalle rocce, purtroppo non si tenne conto che anche la roccia, a queste latitudini, è in realtà tenuta insieme dal ghiaccio, quindi il marmo, una volta trasportato in zone più calde, si trasformava in sabbia!? Si percorre un breve trekking vicino alla costa dove è possibile ammirare una famigliola di Renne delle Svalbard (razza autoctona, minuta rispetto alle tipiche renne), alcune oche artiche, completamente nere e con il becco bianco, e i resti dei vecchi insediamenti; ancora intatte alcune capanne, mezzi per l’estrazione, e utensili.
Ci sono anche alcuni fiori, in particolare una pianta di pochissimi centimetri, e qualche fogliolina che si fa strada fra i sassi, l’unica pianta a crescere alle Svalbard.
Ny-London si trova nella Kings Bay (La Baia del Re), di fronte Ny-Ålesund, un insediamento di ricercatori di ogni nazionalità, anche italiana, da cui svetta una strana antenna, si tratta della postazione d’attracco per il Dirigibile Italia, di Umberto Nobile.
Ogni cosa a Ny-Ålesund stabilisce un record per la posizione in cui si trova, un esempio? Il pub o l’ufficio postale più a nord del mondo.? Essendo la notte luminosa come il giorno, l’interno del pub viene oscurato con le tende alle finestre e illuminato con alcune candele.
Raggiungiamo a piedi l’antenna, passando vicino alla casa di Roald Amundsen eroe Norvegese, primo uomo ad aver raggiunto il polo sud, disperso nel tentativo di salvare Nobile, precipitato con gli uomini della spedizione in dirigibile, sul Pack. Camminiamo con molta attenzione sempre per il problema … orsi.
Ny-Ålesund sarà la mia ultima tappa, prima di ritornare a Longyearbyen e iniziare a pensare al mio prossimo viaggio.
Posti meravigliosi… Noi ci siamo fermati a Capo Nord, già lì il freddo era intensissimo… Non oso immaginare su queste isole… Bellissima esperienza… Complimenti…
Ciao Flavia! Grazie! Si il freddo lo sentivi inutile dire il contrario sono stato anch’io a Capo Nord e ti garantisco che puoi affrontare questo viaggio tranquillamente, con l’attrezzatura giusta. Ne vale la pena!
Come sempre bellissimo e interessante. Bravo Matt!
Ciao Elena grazie mille davvero! È un piacere essere ricompensato dai vostri commenti, da viaggiatori Veri!
Grande Matteo!..ho i brividi, più per l’aereo che comincia a frenare in atterraggio che per il ghiaggio! 🙂 A parte gli scherzi, gran bel viaggio e ottima e minuziosa descrizione! Grazie!!!!!
Ah ah l’aereo lo devo ammettere mi ha fatto divertire un sacco!!!
Grazie mille!
Ciao Matt, ogni volta che leggo un tuo articolo,sento la voglia di avventura che mi fa’ felice;si, perche’ mi fai pensare che questo mondo ha cosi’ tanto da offrire che non finiro’ mai di imparare, esplorare e conoscere ed e’ questo uno degli scopi della vita, della mia per lo meno. Grazie Matt.
Chris! Grazie mi fai venire la pelle d’oca penso che sia proprio questo il senso della vita, citando un grande esploratore del 900,Mallory : “So, if you cannot understand that there is something in man which responds to the challenge of this mountain and goes out to meet it, that the struggle is the struggle of life itself upward and forever upward, then you won’t see why we go. What we get from this adventure is just sheer joy. And joy is, after all, the end of life. We do not live to eat and make money. We eat and make money to be able to enjoy life. That is what life means and what life is for.”
è il sogno della mia vita andare alle Svalbard. Con il tuo racconto me lo hai fatto ricordare. Consigliami un’agenzia ed il periodo migliore. Ti ringrazio
Lamberto da Perugia
Ciao Lamberto! Ti ringrazio! Il periodo migliore dipende dalle attività che vuoi svolgere alle Svalbard.
Tieni presente che Ottobre/Novembre fino a Marzo il sole non si fa vedere per cui il freddo aumenta e le attività “turistiche” vengono interrotte.
Nel periodo giugno-agosto invece il sole non cala mai e la temperatura è pù mite permettendoti di muoverti anche a piedi (con attenzione, mai andare da solo, causa ORSI).
Ti consiglio i seguenti link:
– http://www.4winds.it/
(a cui mi sono affidato e che organizza il viaggio e propone i pacchetti di Terrepolari.com)
– http://www.terrepolari.com/
(che ho conosciuto in Groenlandia, fondata dal famoso esploratore artico/antartico spagnolo Ramon Larramendi)
– http://www.svalbard.it/
(che mi ha messo in contatto con 4Winds)
ed il sito di Stefano Poli un italiano che vive a Longyerabyen ed organizza escursioni per tutti i gusti, ne avrai sentito parlare anche su “Turisti per Caso”.
http://www.poliarctici.com/italian/
Buon Viaggio!
ti ringrazio infinitamente per questo blog ma io vorrei commettere una pazzia ancora pi pazza, vorrei viverci li per qualche annetto, quel paesaggio mi ricorda il paesaggio nel film 30 giorni di buio, e a me piace stare fuori dalla metropoli italiane/europea città come parigi, milano, londra, stoccolma ecc invece vorrei stare per qualche anno nel polo nord alle isole svalbard. cmq complimenti per il bolg
Ciao Yousri!
Allora credo che non ci siano grossi problemi di permessi per poter vivere alle Svalbard dal momento che la terra è aperta a chiunque senza la necessità di visti e/o permessi.
Devi sicuramente contattare il Governatore dell’ Isola, so che ci sono precise regole da seguire per poter per esempio costruire/acquistare una casa (c’è un ufficio che decide addirittura il colore che deve avere la casa, per non stonare con il paesaggio).
Tieni presente che se pensi di lavorare a Longyearbyen (unico centro abitato oltre a Ny-Alesund, abitata da ricercatori e Barentsburg, città sovietica) non puoi contare su una clientela immensa, e le agenzie turistiche offrono già un’ampia scelta.
Penso che vivere alle Svalbard non sia come vivere in altre località oltre il circolo polare artico come ad esempio, Tromso in Norvegia oppure le quasi invisibile Kiruna o Karesuando in Svezia, in bocca al lupo!
grazie per la risposta completa
Le Svalbard erano già sulla mia lista di viaggi da fare, ma il tuo articolo le ha fatte salire clamorosamente in cima!Purtroppo rimane il problema del costo: posso chiederti quanto hai speso? Sapresti dirmi qual’è la soluzione più abbordabile? Grazie, e ancora complimenti per il tuo reportage da lacrime agli occhi 🙂
Valeria
Ciao! Mamma quanti complimenti! Ti ringrazio di cuore!
Le Svalbard, come ogni destinazione nordica, sono care purtroppo, non ti so dare una spesa certa perchè non è semplice. Non puoi solamente considerare il costo del puro viaggio, ma purtroppo, devi partire un po’ attrezzata, per poterti proteggere al meglio dal freddo, dal vento, dall’acqua di mare, inoltre è molto difficile muoversi autonomamente dal momentonto che non esistono strade (se non quella dall’aeroporto a Longyearbyen) e per questo ti devi affidare a tour operator locali per gli spostamenti in sicurezza, per i pasti e per il pernottamento; comunque, chi volesse spostarsi senza guide, deve dichiarare i suoi spostamenti al Governatore delle Svalbard, noleggiare fucile e munizioni (obbligatorie) e lasciare una consistevole cifra pecuniaria, da destinarsi ad un eventuale recupero di emergenza.
Ti consiglio, al fine di trovare la soluzione migliore, la più sicura ma anche la più economica, di rivolgerti a:
http://www.4winds.it
http://www.terrepolari.com
http://svalbard.it/
http://www.poliarctici.com/italian
4winds in particolare, organizza tutto, ed è molto attenta ai dettagli, volo compreso.
Chiedi di Marco.
Ciao!
Matteo
[…] http://blogdiviaggi.com/blog/2013/03/14/norvegia-viaggio-arcipelago-isole-svalbard/ resoconto di un intrepido viaggiatore contemporaneo recatosi alle Svalbard […]
Ciao Matteo, io volevo andare a Novembre alla ricerca dell’aurora ma a prescindere per i paesaggi. lo consigli oppure pensi che essendo sempre buio non ne valga la pena?
Ciao Alessio credo saresti molto limitato perché con la mancanza del sole ed il freddo ancora più rigido molte attività non sono praticabili. Le guide mi indicavano che poi si riprende a marzo più o meno. L’aurora boreale la puoi vedere molto bene anche in Svezia e Norvegia, ma anche Islanda. Ciao