Oggi voglio raccontare di tre cose che secondo me sono “very Puglia”, o almeno questa è l’idea che mi sono fatta durante il weekend che ho trascorso nel tacco del nostro stivale; ci fosse qualche local che ha appunti o precisazioni da fare è pregato di farsi avanti, che magari aggiungiamo anche dell’altro e allunghiamo la lista!
Dicevamo tre cose, quali?
Le masserie, innanzitutto, come non nominarle.
Ne ho visitate due che sono innanzitutto dei progetti ambiziosi: Accetta Grande e Vigneto Amastuola.
Giuseppe e Filippo Montanaro mi hanno accompagnata all’interno di idee che ribollono senza fermarsi a prendere respiro, perché da fare ce n’è sempre.
Queste masserie sono posti dove pare quasi di toccare con mano la storia che ci è passata, dove ti ritrovi a tu per tu col letto dello stalliere, che fortunato lui poteva dormire insieme ai cavalli, almeno se ne stava al caldo, dove sali fino in cima e quello che ti si apre davanti agli occhi è uno stupendo panorama abitato di ulivi e viti che se ne stanno nei loro filari a farsi coccolare dal vento. Provate a pensare cosa dev’essere una cena davanti a questo spettacolo, in una sera d’estate! Da copertina di mensile di viaggi.
Ma veniamo alla seconda cosa: la ceramica di Grottaglie.
Grottaglie è un paese che se ne sta comodamente appoggiato su di una collina nel tarantino. All’interno del suo centro storico scavato nel tufo ci si ritrova faccia a faccia con quello che è conosciuto come il quartiere delle ceramiche: un susseguirsi di botteghe e laboratori dov’è possibile fermarsi a rubare qualche segreto e guardarsi attorno per toccare con mano la maestria di chi certe cose le fa davvero da una vita e forse più. Se siete qui attorno e avete delle curiosità di qualsiasi tipo, chiedete: le persone sono disponibili a raccontarsi.
Io confesso di essermi fatta anche un paio di regali, che ci volete fare, difficile resistere (a questo proposito segnalo il Laboratorio Ciro Fornaro, che a salvare il mio portafoglio sono state giusto le restrizioni del bagaglio a mano Ryanair).
La terza cosa “very Puglia” sono i riti della settimana santa, perché sì, senza farlo apposta ci sono capitata proprio in quel frangente; da umile profana confesso che ignoravo tutto questo mondo di tradizioni affondate in un passato di dominazioni più o meno straniere.
A Taranto, ad esempio, il venerdì santo si svolge la Processione dei Misteri, che è solo uno dei tanti eventi che precede la Pasqua: organizzata dalla Confraternita di Maria SS del Carmine, percorre il centro cittadino e dura ben 15 ore!
I partecipanti indossano gli abiti delle proprie congregazioni e camminano scalzi per le vie della città: è semplicemente impressionante, c’è tutto un mondo che in queste occasioni si ferma e rimane come sospeso, attaccato ad un tempo che scorre con una lentezza che non è mai stata di questa epoca.
Eccole le famose tre cose, che ne dite, soprattutto voi pugliesi: ci può stare?
Prima di chiudere però vorrei aggiungerne una quarta in barba al titolo, stavolta personalissima, ma ci tengo davvero: i taralli di Ezio. Non ne ho mai mangiati di così buoni e non glielo dirò mai abbastanza: grazie ancora!
ahhaha @CabiriaM questa è una dichiarazione di guerra con @Marta&Chris, che hanno ancora il sapore dei taralli in gola mentre aspettano in aeroporto. Però è una scusa per tornare nella mitica #Puglia.
Certo Ezio! Io in realtà lo faccio per loro: devono togliersi lo sfizio!!
Per tornare in Puglia non c’è bisogno di scuse ed i taralli li voglio adesso! 😀
Eziooooo!!!!!
Confermo e concordo con Chris… la Puglia in Tavola è più bella cattedrale che si possa… degustare :)… non solo… anche il soud, le manifestazioni (penso alla Notte della Taranta) e poi… il mare infinito! Da Pugliese posso dire di conoscerla bene avendo per fortuna visitato più di 200 città in passato in Puglia…adesso…la riassaporo per le vancanze… ogni anno… anche il prossimo!