L’India per noi ormai è un pò una seconda casa. Ogni anno occupiamo un paio di mesi fermandoci in questo paese ma quest’anno questa meta era obbligatoria: dovevamo essere al Maha Kumbha Mela, il festival spirituale con maggior affluenza al mondo.
Il Kumbha Mela avviene ogni anno ma solamente ogni 12 anni ha ancora più importanza per i credenti di fede indù portando, secondo le previsioni per l’anno 2013, circa 100milioni di persone nello stesso punto della terra, a Triveni Sangam, ad Allahabad.
Ma che cos’è il Kumbha Mela e cosa rappresenta?
L’origine del Kumbha Mela, che dal sanscrito significa la festa del vaso, è raccontata in una leggenda indiana. Anticamente dei e demoni agitarono gli oceani creando l’amrita, il nettare dell’immortalità ed incominciarono a contenderselo rincorrendosi per 12 giorni, che rappresentano 12 anni umani. Dal vaso contenente il nettare caddero 4 gocce d’amrita che formarono le 4 città sacre per gli induisti: Allahabad, Haridwar, Ujjain e Nashik. Ogni tre anni avviene il festival del Kumbha Mela in una delle 4 città, mentre ogni 12 avviene il Maha (‘grande’) Kumbha Mela ad Allahabad.
Per gli induisti questa festa rappresenta una delle poche occasioni per purificare la propria anima e liberarsi (‘moksha’) dal ciclo delle reincarnazioni.
Infatti il luogo ed il periodo della celebrazione di questa festa non sono lasciati al caso. Triveni Sangam, ad Allahabad, è il luogo dove confluiscono i tre (‘trinità’) fiumi sacri: il Gange, lo Yamuna o lo Saraswati. Il periodo di gennaio e febbraio è caratterizzato da un particolare allineamento astrale che permetterebbe all’anima di raggiungere facilmente il mondo terrestre.
Cosa c’è di speciale al Kumbha Mela? Perchè andarci?
L’India conserva ancora quel qualcosa di mistico e di diverso che attrae chi non si amalgama al mondo occidentale e cerca un modo per vivere una vita serena e magari elevarsi spiritualmente. Il Kumbha Mela rappresenta propriamente questo mondo.
In mezzo alla calca di gente che si bagna e purifica nel Gange, mangia, prega, chiede la carità, si respira ancora aria di India…quell’odore inconfondibile, quell’atmosfera così chiassosa ma allo stesso tempo felice e tranquilla, quella mentalità così diversa che ti permette di uscire da ogni schema a cui sei stato abituato!
A questa festa si trova un pò di tutto: famiglie, che sembrano fare un semplice pic-nik in riva al fiume, venditori ambulanti, ammalati, religiosi (bramini), bambini vestiti da divinità per chiedere l’elemosina e santoni nudi che si mettono in mostra fumando qualche strana droga per poter racimolare qualche centesimo.
In un luogo così unico, con un’atmosfera così strana, in mezzo ad una varietà di tipologie di persone, alla fine non badi nemmeno se l’acqua del gange potrebbe esser sporca e quasi ti viene voglia di buttartici anche tu dentro!
Mi avete incantato.. Ho visto anche il vostro sito e trattate di argomenti che mi stanno a cuore e che studio. Complimenti vivissimi, e spero in altri vostri articoli.
Per me l’India non è ancora una meta della top list, penso di non essere ancora “pronta”, ma nonostante questo… Bel post, mi è piaciuto molto!
Questo post è a dir poco meraviglioso. L’India non è ancora stata meta dei nostri viaggi, anche se riteniamo si tratti di uno dei luoghi più affascinanti al mondo. Il misticismo descritto e le fotografie che ci avete regalato manifestano ampiamente la particolarità dei momenti vissuti, ricordi molto forti che saranno sicuramente indelebii. Grazie per la condivisione.
Un racconto mozzafiato corredato da immagini altrettanto meravigliose! Questo non è un viaggio, è una vera esperienza di vita!