Con le marmotte, verso il Passo Selle

La parola montagna la associo all’aria aperta. Grandi spazi in cui perdersi, boschi in cui sentire l’umido del muschio, torrenti in cui rinfrescarsi. Ed è proprio di un’escursione all’aria aperta che voglio parlarvi. Di quanto mi sia piaciuta e mi abbia emozionato, tanto da non sentirne la fatica.

Durante il mio fine settimana in Val di Fassa, l’Hotel Monzoni ha organizzato una camminata sul Passo Selle fino al rifugio omonimo.

L’aria frizzante della mattina mi ha dato il buongiorno e, dopo una colazione molto sostanziosa ed essermi vestita a strati, per ogni evenienza, mi sono incamminata verso l’ingresso della seggiovia che porta a metà strada di un percorso che sarebbe stato altrimenti troppo lungo e faticoso. Nel mio gruppo c’erano bambini e un cagnolino, anche loro dovevano apprezzare il paesaggio senza stancarsi troppo!

A me il vuoto fa sempre un pò di paura, ma i dieci minuti di viaggio con le gambe sospese mi hanno regalato una visione del tutto diversa del mondo che mi stava attorno. Mi si è aperto davanti un paesaggio nuovo, in cui l’aria fresca che mi inondava il viso era un benvenuto cordiale. Da lì sopra cavalli liberi correvano tra i prati, persone camminavano tra i sentieri. Poi all’improvviso le rocce vive delle montagne sullo sfondo, imponenti sulla valle a fare del tutto un quadro meraviglioso.

Passo_Selle

Zaino in spalla e con un sorriso stampato è cominciata una delle escursioni più belle che abbia mai fatto.

Sarà che il gruppo era carico di emozione quanto me, sarà che la guida si faceva ascoltare con piacere mentre raccontava storie, leggende, e ci illustrava la flora e la fauna del posto, sarà che le giornate di sole in montagna sono un toccasana…ma la camminata è cominciata con il piede giusto.

Poi ad un tratto un piccolo abitante di quei ha fatto capolino dalla sua tana, una marmotta. Io non le avevo mai viste dal vivo, ed è stato curioso vederle, perché è curioso il modo in cui si presentano. Sembra non abbiano paura delle persone, ma ovviamente si mantengono a debita distanza. Si allungano sulle zampette posteriori e così se ne stanno immobili a scrutare i dintorni. Appena ci si prova ad avvicinarle, in una rapida mossa entrano nella loro casa, per poi uscire, quando la situazione si è calmata.

Passo_Selle

Così tra un avvistamento e l’altro il sentiero sotto i piedi macinava metri.

Ogni tanto ci si fermava, a guardare una stella alpina o degli altri fiori che crescono a quell’altitudine, tra le rocce o sul prato costruiscono la loro dimora. Piante officinali, piante tossiche, piante dai colori vivaci condividono un territorio impervio.

La meta sembrava lontana e irraggiungibile. Il Rifugio ci aspettava ai suoi 2530 m. Spiccava in alto in una scenografia che mozzava il fiato. Non volevo perdere di vista l’obiettivo e ho continuato a camminare.

Il Passo Selle, ora meta di escursionisti, ha anche una storia alle spalle da raccontare. Durante la prima guerra Mondiale era un avamposto del fronte Austriaco. Sulle Dolomiti è facile incontrare resti e segni di una guerra che ha seminato sofferenza. Trincee ancora visibili che riportano il pensiero a poveri soldati combattenti sotto il sole cocente dell’estate e alle temperature rigide dell’inverno. Croci ricordano questa presenza ed i pensieri rattristano un poco nel ricordare cosa può essere stato quell’angolo di natura durante i bombardamenti.

Passo_Selle

A dare una svolta al paesaggio, fatto di verde, delle mucche. Pascolavano tranquille in pendenza, e noncuranti della presenza umana hanno invaso il sentiero. Ammetto che non ero propriamente tranquilla nel passarci accanto, ma ho visto che è un animale docile e tranquillo se non disturbato.

Un ultimo sforzo ed ecco il rifugio che si avvicinava, o meglio io mi stavo avvicinando a lui.

Il panorama ha ripagato tutta la fatica fatta, anche se il fiato si è stabilizzato troppo lentamente. Ma chi se ne importa ero felice di aver raggiunto la meta!

Passo-Selle
Mi sono seduta, a mirare e rimirare, a caricare anima e spirito di quel bene che la montagna sa trasferire.

Il tempo era poco, si doveva scendere in fretta altrimenti chiudeva la seggiovia. Con un pò di malinconia, sospesa a mezz’aria, dondolata dal vento, ho lasciato un posto che mi ha riempito il cuore, ma con la promessa di ritornarci quanto prima.

Passo_Selle

Informazioni utili:

La Seggiovia chiude dalle 12.50 (ultima corsa) e riapre il pomeriggio alle 14, quindi cercate di organizzare bene l’escursione se dovete tornare per pranzo. In alternativa un pic-nic risolve il problema.

Il Rifugio Selle, oltre a servire piatti della tradizione montana dispone di camere per passare la notte; sia doppie con bagno privato, sia in camerata con bagno in comune, tutte molto curate e con una vista magnifica.

Per informazioni sui trekking il sito della ValdiFassa è un’ottima risorsa.

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Il viaggio più bello? … il prossimo. Vive a Padova, una città a misura di uomo, ha scoperto che viaggiare riempie lo spirito, incontrare sguardi nuovi e stringere mani diverse riempie la vita. USA, Cina, Middle East, Africa, Europa …ha viaggiato un po’ di mondo e un altro po’ la aspetta, sempre alla ricerca di qualcosa, in continuo movimento. Adora fotografare per imprimere il momento, anche se sa che il momento rimarrà comunque e sempre impresso nella sua mente. Dopo ogni viaggio disfa una valigia di profumi, di respiri, di incontri, di immagini incise, di passi stanchi, di idee per la prossima meta! In viaggio sempre… Crinviaggio

3 Commenti

  1. Visto che non dicevo una bugia? :)…sono simpaticissime, anche se non ho avuto modo di conoscerle bene, come dire, il loro motto era…”scappiamo!” 🙂
    Grazie 😉

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