Terza ed ultima tappa del nostro tour in Cina è stata la visita alla città di Shanghai. Con i suoi 25 milioni di abitanti è la seconda città più popolosa della Cina.
All’arrivo in aeroporto siamo stati travolti da una pioggia fortissima, credevamo che l’aereo non riuscisse ad atterrare, ma fortunatamente non abbiamo avuto molti problemi. La pioggia battente non ci ha impedito di iniziare la visita alla via principale di Shanghai, l’animatissima via Nanchino ricca di negozi e centri commerciali in cui si sviluppa l’anima del commercio della città.
Fortunatamente il giorno successivo non è piovuto e, nonostante il cielo grigio e la temperatura un pò elevata, siamo riusciti a realizzare tutto il nostro programma di visite partendo dalla meravigliosa scoperta di una città molto diversa da quella caratterizzata da grattacieli e giochi di luci luminescenti, bensì una città vecchia dotata di eleganza e tradizione attraverso la visita al Giardino del Mandarino Yu.
Il giardino è sito nella zona dell’antico centro, il Bund, attorniato da numerosi piccoli negozi – stradine e vialetti (i cosiddetti lilong); questa costruzione si estende all’interno di un’area verde di 2 ettari, molto curata e particolare. Numerose sono le stanze, i ponti, i paesaggi in miniatura, le cascate e le grotte facenti parte di questa dimora del mandarino dove le forme delle porte creano un quadro naturalistico nel più ampio quadro disegnato dai mobili e rocce che si trovano all’interno del giardino stesso. Di particolare rilevanza la presenza di un tavolino e 4 sedie in una delle stanze/studio realizzate con i tronchi e radici di un unico pezzo di un albero rarissimo.
Nel laghetto, che si trova sotto il giardino, con acque verdi e ricche di coloratissimi pesci rossi è possibile vedere riflessa l’immagine dei tetti con le punte rivolte verso l’alto e le strutture tipiche dell’architettura cinese.
In questo magico luogo ci si lascia davvero trasportare nei tempi andati, si riesce ancora a respirare l’aria leggera e tranquilla di un’epoca priva di tutta la confusione che al di là delle mura regna violenta e caotica.
Usciti fuori da questo angolo di paradiso ci siamo diretti sul lungofiume Huang Pu per ammirare, dall’altra parte della città, l’avveniristico quartiere di Pudong dove regna sovrana la torre della televisione Perla d’Oriente con i suoi 468 metri di altezza.
Nonostante il traffico di Shanghai sia sempre sostenuto, la lunga catena viaria realizzata per l’expo 2010 consente di districarsi facilmente in molte zone della città evitando interminabili code.
Molto suggestiva è anche la visita al Museo storico-archeologico a piazza del Popolo dove abbiamo ammirato in numerose sale porcellane, bronzi, giade appartenenti all’antichità, di uno splendore e finiture davvero meravigliosi.
Il nostro viaggio in Cina è terminato così. Come sempre il bagaglio culturale si arricchisce, gli occhi portano a casa la vista emblematica di cose bellissime ed altre meno considerevoli, ma questa volta in particolare il ricordo di questo vastissimo paese ci ha invasi di forti domande e contraddizioni.
Pensare che non è normale in Cina svegliarsi e dire buongiorno, oppure chiedere ad un amico come stai, ci fa riflettere sulla differenza delle nostre culture. Per loro la cosa fondamentale è sapere se una persona ha mangiato. Se così è vuol dire che la persona sta bene, e allora perché sprecare il fiato chiedendo come stai o dicendo buongiorno… Sapere che non sono poche le cinesi che chiedono interventi di chirurgia estetica per apparire meno orientali e più occidentali, fa pensare come il grado di insoddisfazione e di accettazione di sè stessi sia notevole, però poi gli occidentali vengono condannati per tantissimi atteggiamenti diversi dai loro nei modi di vivere e di gestire politica, economia, il sociale in generale….
Le nostre domande e le nostre riflessioni sono ancora aperte, non cerchiamo però di dare una risposta ad ogni quesito… con il prossimo viaggio in Cina sarà tutto più chiaro.