Panarea, il piccolo gioiello delle Eolie

Sì, lo so, al nome Panarea viene spesso associato un film poco felice del repertorio Italiano, ma con questo post voglio farvi cambiare idea, voglio condurvi in un’isola che non ha da offrire solo mondanità, ma molto altro. Ci sono arrivata in una mattina di fine settembre a bordo di un gommone, come tappa di un tour di 8 giorni alle Eolie con Imperatore Travel, che andava a ritmo di musica solcando delle onde appena accennate.

Era lì davanti a me, l’isola più piccola delle Eolie, ad attendermi per guidarmi alla sua scoperta. Ero emozionata, come lo ero per ogni isola visitata fino a quel momento. Prima di scendere a terra ho fatto tappa a Cala degli Zimmari, dove si può fare snorkeling o semplicemente rilassarsi in mare, con lo sguardo che vuole ammirare instancabile il paesaggio circostante fatto di colori intensi e natura a tratti selvaggia. Un benvenuto così proprio non me lo aspettavo!

Il nome Panarea deriva dal nome siciliano Panaraia che significa tutta sconnessa, giusto perché l’isola è solo una piccola parte di quella che un tempo esisteva. Gran parte di essa è sprofondata in seguito ad un’eruzione vulcanica che poi ha formato una serie di isolotti staccati in superficie, ma uniti sul fondo del mare.

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Una volta scesa a terra mi sono diretta al villaggio archeologico dell’età del bronzo. Si raggiunge attraverso un tranquillo sentiero che sale, costeggiato da piante di fichi d’india che dominano un paesaggio strepitoso. Il mare di un blu intenso che si aggrappa al verde della vegetazione e fa dell’insieme un luogo incantevole.

La passeggiata continua tra angoli da fotografare, e viste da ammirare, fino alla cima che riserva un paesaggio insolito per me: il promontorio di Punta Milazzese e il sito preistorico affacciato sul mare.

Risale al 1400 A.C., e l’insediamento era formato da 23 capanne delle quali si possono vedere ancora le mura delle fondamenta a forma ovale, rovinate dal tempo e dalla salsedine. Sono stati fatti ritrovamenti di cocci e utensili da cucina ora esposti al museo archeologico di Lipari. Dalla loro composizione si è scoperta la provenienza, e si è scoperto anche che tutto l’arcipelago delle Eolie era collegato al resto del mediterraneo.

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E fino a qui di mondanità nemmeno l’ombra, anzi ho respirato l’aria di una tranquilla isola, il profumo di una vegetazione rigogliosa, ho ascoltato le onde infrangersi sugli scogli.

E’ un’isola linda, perfetta, sembra che ogni cosa sia al suo posto. Nessun segno di inciviltà per le strade. Nessuna macchina ma solo taxi elettrici tipo quelli che girano sui campi da golf, il giusto rispetto per l’ambiente. Ma l’isola si visita benissimo anche a piedi così da riuscire a scorgere ogni angolo nascosto e degno di essere visto.

Il paese si inerpica su piccole stradine in un saliscendi continuo alla scoperta di case più o meno particolari. Ammetto che più volte mi sono incantata nel mirare alcune terrazze con vista sul mare dove comodi e grandi cuscini messi per terra avrebbero potuto ospitarmi mentre mi godevo il panorama!

Le case sono di un bianco puro, le porte e le finestre azzurre. Un gioiellino di paese dal quale non vorresti più andar via. Buganvillee si arrampicano sui muri e fanno esplodere su di essi i loro fiori a creare decorazioni naturali.

Percorrendo la strada panoramica si incontra la principale chiesa del Paese, quella di San Pietro, patrono dell’Isola, costruita alla fine del 1800 con grandi sacrifici dalla popolazione locale. E’ in una splendida posizione che volge lo sguardo verso il mare.

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E se l’appetito, dopo tutti quei saliscendi, si fa sentire consiglio il ristorante Broccia, un luogo che mi ha rapita con i suoi colori e con il gusto dei piatti creati con maestria. Cucina siciliana creativa con ingredienti isolani mescolati con cura fino all’eccellente risultato finale.

Sopra al ristorante trova sede il Resort Hotel Quartara. Piccolo ma accogliente, ha 13 camere arredate con mobili artigianali in teak con un’aria coloniale. Un luogo immerso nel silenzio anche quando l’isola nei periodi intensi di turismo pullula di gente.

E per concludere in bellezza la visita di questa meravigliosa isola non resta che gustarsi in riva al mare la migliore granita di pesche e malvasia. La trovi da Carola!

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Un’isola, un sogno. I suoi colori e i profumo a fatica li potrò dimenticare. Quando si viene travolti è come se un pezzetto di noi stessi fosse ancora lì, ed effettivamente una parte di me cammina ancora in quei vicoli che odorano di mare.

 

Informazioni utili:

  • Per scoprire le spiagge più belle delle Eolie, tra le quali quelle di Panarea, date un’occhiata al blog di Imperatoreblog.it
  • Se potete scegliete di visitarla o di soggiornarci in un periodo di poco afflusso turistico, per goderla appieno. Fine settembre è il mese ideale!

 

 

5 Commenti

  1. Subito? prenoto un volo? 🙂 Grazie.
    E’ piaciuta tantissimo anche a me! mi sono ricreduta su molte cose e voci che giravano sul suo conto!
    La pace, i colori, i profumi…per non parlare di quella granita… bello sognare con questi ricordi!

  2. Il viaggio, lo scoprire nuove mete, assaporare gusti nuovi e percepire profumi travolgenti…ecco anche di queste cose è composto un curioso viaggiatore!

    Sabrina, hai ragione,le Eolie entrano nel cuore…e spero vivamente di ritornarci presto! 😉

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