Delle Marche oltre ai paesaggi, ai borghi e alle persone straordinarie, mi è rimasto nel cuore l’amore per il cibo e per il vino. E di questo vi voglio parlare oggi: di due storie nate dalla passione per la propria terra.
La prima racconta del ristorante da Andreina e del suo chef Errico Recanati, fresco di stella Michelin. La storia me l’ha raccontata proprio lui tra un’uscita e l’altra dalla sua cucina per assicurarsi che il pranzo fosse di gradimento. Già qui si capisce la semplicità straordinaria di cui è fatto questo uomo.
Cinquantatré anni fa i suoi nonni, dove ora c’è il ristorante, avevano un piccolo emporio. Vendevano quello di cui avevano bisogno le persone del paese. Dopo di che l’emporio è diventato trattoria nella quale la cacciagione era il cibo principale, assieme a piatti della tradizione marchigiana…poi è arrivato Errico e ora il ristorante sta prendendo forma con lo spirito e l’amore di una volta.
Per me il pranzo da Andreina è stata un’esperienza sensoriale, e non sto scherzando. Vista , gusto e olfatto a portata di mano, sempre all’erta, in attesa di una nuova scoperta nel piatto.
I suoi piatti sono delle opere vere e proprie, mi è venuto spontaneo paragonarli all’arte. Sculture, quadri con una dose di colore equilibrata, forme che si intersecano armoniosamente fino a creare un’unione piacevole alla vista, che diventa curiosa.
Il profumo, poi, aleggia nell’aria e si insinua, scava per portare odori nuovi da catalogare nella mente. Accostamenti che personalmente non avrei mai osato, ma che mani sapienti fanno nascere.
E poi arriva il momento di esaltazione e di conferma che quello che i miei occhi avevano visto e le mie narici odorato si è trasformato in un connubio di sensazioni che difficilmente riuscirò a dimenticare…sì, lo so sto parlando di cibo, ma sottolineo che è uno dei piaceri della vita.
Pan brioche di cioccolato con tonno e lampone, Palline di mela verde con prosciutto di anatra, Spaghetti Mancini da Portonovo a Loreto, Pollo al Potacchio e la Piccola pasticceria, sono solo alcuni dei nomi che lo chef ha abbinato a dei piatti che ancora sogno di notte.
Un ristorante che non conoscevo, uno chef stellato che mi ha raccontato una storia, un pranzo che non dimenticherò mai.
L’altra storia viene da un’azienda vinicola della provincia di Ancona, esattamente di Montacuto: Azienda Agricola Moroder. Si trova nel parco del Conero in un contesto che in un’unica parola definirei Naturale. Attorniata da verdi colline, la Moroder ha fatto conoscere per prima in tutto il mondo il pregiato nettare del territorio, il Rosso Conero, marchio di fabbrica dell’azienda.
Il vino, come mi ha raccontato il proprietario è intimamente legato al territorio da cui proviene, ed il suo legame si divide tra tradizione e innovazione. Tradizione nel rispettare il bagaglio che una famiglia si porta appresso dalla metà del 1700; innovazione nel cercare di perseguire con gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione. Producono nove vini diversi, ma quello più importante resta il rosso Conero riserva – Il Dorico -.
Ho visitato la cantina, annusato il profumo sprigionato dalle botti intrise di vino e dal tempo, mi sono immersa completamente nella descrizione di quel luogo, e nella dedizione e l’amore che ci mettono per far conoscere una passione in continua crescita.
E poi eccolo lì il mio calice di vino, che mi aspetta sotto un pergolato, con una vista che rilassa immediatamente. Le colline verdi, i filari di vigne, l’aria di una domenica di sole settembrino che riscalda e rinfresca allo stesso tempo. Alzo il mio bicchiere con il pregiato vino che oscilla ad ogni mio passo. Mi affaccio al paesaggio osservandolo da dietro il vetro che ho in mano, e in quel momento penso che in quel calice è racchiuso il frutto di una terra che si fa amare e che reciprocamente ama.
Informazioni utili
-Ovviamente vi consiglio di prenotare per tempo da Andreina e di gustarvi nel miglior modo possibile le squisite pietanze che vi vengono servite.
– Il sito Turismomarche.it, vi aiuta a scegliere anche itinerari di gusto nella regione Marche.