Il momento clou di un viaggio in Africa australe, inutile dirlo, è sicuramente quello del safari. Certi animali li conosciamo da sempre. Da bambini erano i personaggi dei nostri cartoni animati preferiti oppure i peluche con i quali ci addormentavamo la sera. Siamo poi cresciuti e i nostri compagni di gioco di pezza hanno preso sembianze più reali attraverso lo schermo televisivo. Ore ed ore di documentari ci hanno mostrato tutte le loro facce, da quelle più aggressive del momento in cui si procacciano il cibo a quelle più dolci di quando si prendono cura dei propri cuccioli. Ecco, per quel che mi riguarda, tutto questo non mi ha comunque preparata a sufficienza all’emozione che ho provato quando li ho incontrati realmente, nel loro habitat naturale, ovvero a casa loro. Nello specifico vi racconterò di due diverse “case”, necessariamente in due post, che sono il Moremi Game Reserve in Botswana e l’ Etosha National Park in Namibia.
Nel primo parco, io e gli altri compagni di viaggio, abbiamo trascorso un’intera giornata, vivendo momenti molto intensi in cui la natura si è manifestata senza veli. Al Moremi Game Reserve non è possibile entrare con i propri mezzi, ma si sale sulle jeep guidate dai guardia parco per fare il giro di tutta l’area. Questo aspetto ha un lato molto positivo: nessuno meglio di questi ragazzi conosce queste riserve e sa dove trovare gli animali e quali sono le aree in cui è possibile incontrare i grandi predatori che non sempre si palesano con molto piacere. I nostri incontri qui, infatti, non sono stati tanti, ma sicuramente di grande qualità. Le giraffe e le zebre sono state le prime ad accoglierci, quasi a porsi come sentinelle del parco. Ciò che le accomuna è l’eleganza e il muoversi fiero tra le sterpaglie della Savana. Mentre le prime però amano godersi anche momenti di solitudine e occupare da sole l’intera scena, le seconde preferiscono muoversi sempre in branco. Sia le une che le altre, non sono turbate dai rumori e tanto meno dalla nostra presenza, segno che, in questo parco, si sentono protette e l’uomo non rappresenta per loro una minaccia.
Arrivo però a quelli che sono stati gli episodi che hanno segnato la giornata. Le due jeep sulle quali il nostro gruppo era diviso ad un certo punto si sono arrestate e le nostre due guide hanno iniziato a sbracciarsi per indicarci una forma in movimento dietro gli arbusti. Quando questa forma si è palesata, i nostri respiri si sono arrestati e le reazioni sono state svariate: chi ha continuato a scattare foto a raffica sicuro di aver finalmente l’occasione di tirarne fuori lo scatto della svolta verso la celebrità, chi non è riuscito più a proferir parola e chi si è anche commosso. Davanti a noi uno splendido esemplare di ghepardo gravido immobilizzava in una stretta morsa un impala appena catturato e lo trascinava a terra ancora vivo ed ansimante. Questa è la legge della natura e tutti noi la conosciamo, ma è indubbio che a volte la natura si dimostra molto dura, o meglio, forse troppo dura per chi come noi non è avvezzo a scene di questo tipo. Resterà comunque una delle immagini simbolo del nostro viaggio.
Ancora sgomenti, riprendiamo il cammino all’interno del parco e dopo poco ci ritroviamo a pochi metri dal maestoso re della savana sdraiato sotto un enorme albero. Al suo fianco, un’enorme carcassa di bufalo con la quale il leone si era saziato fino a pochi minuti prima. La vista non è stato l’unico senso interessato da questa scena, dal momento che l’olfatto è stato, suo malgrado, altro protagonista indiscusso: un odore acre ci ha infatti avvolti in pochi minuti, tanto da rendere la permanenza a quella breve distanza un po’ difficoltosa.
Ma il Moremi Game Reserve non aveva ancora finito con noi: l’ultimo regalo che ci ha fatto in questa giornata così intensa è stato quello di permetterci di vedere un leopardo in corsa attraversarci la strada. Credo che il leopardo possa essere considerato uno dei felini più belli data la sua eleganza, la sua agilità e la sua leggerezza nei movimenti. Mi spiace infatti non averlo visto meglio ma sono cosciente che siamo già stati molto fortunati.
La sera, intorno a al fuoco,ognuno esprime la sua opinione e condivide le emozioni provate di fronte a scene tanto forti quanto impressionanti. Tutti siamo comunque consapevoli che, dopo i peluche di pezza e dopo i documentari, vivere la realtà di questi splendidi animali era tutto ciò che potevamo desiderare.
Un racconto mozzafiato, con fotografie e descrizioni emozionanti. Che bello poter partecipare a così tanta meraviglia. Grazie.
Grazie mille Flavia. E’ stata un’esperienza molto emozionante, come lo è stato tutto il viaggio del resto.