Si parla d’arte, si parla di passione, e se ne parla in una di quelle città che vivono di storia, racconti tra i vicoli, negli androni dei palazzi storici che popolano un centro vivo e accogliente: Bologna.
L’idea di una preview del quadro più celebre di uno dei miei artisti preferiti, Johannes Vermeer, mi ha da subito messo in fibrillazione: vedere e rivedere (il puro caso mi aveva portato davanti all’esposizione di Tokyo) la Ragazza con l’Orecchino di Perla in una cornice come Palazzo Fava, oltretutto senza la ressa di persone… Beh, ammetto che è stato grandioso.
Una zona dedicata a noi uno dei caffè storici di Bologna, il caffè Zanarini, in cui oltre al piacere del cibo e del vino abbiamo goduto di quello del caffè Segafredo e delle chiacchiere con l’amministratore delegato – Marco Comellini – dell’azienda sponsor, così da capire l’importanza dell’evento, che va decisamente oltre le normali strategie di marketing.
La Segafredo ha sede a Bologna, e perchè non buttarsi di cuore e di pancia in questa avventura che può essere definita storica? C’è business, ma c’è cuore, orgoglio. Si perchè questa è l’unica tappa europea dell’opera, dopo aver girato mezzo mondo (Tokyo, Kobe, San Francisco, New York…) per i lavori ristrutturazione del grandioso museo Mauritshuis a L’Aia – sede storica del dipinto – eccola arrivare qui, nel cuore dell’Emilia, lontano dalla capitale o dalla rivale lombarda.
Il richiamo è portentoso. Il libro ed il (brutto) film, hanno reso questo quadro una delle opere più riconoscibili, a livelli della Gioconda o della Notte Stellata di Van Gogh, e tutti gli occhi sono inevitabilmente puntati su di lui. Ma si può portare in tavola una sola portata forte?
La mostra non è la singola esposizione di un’opera, non è una personale su Vermeer (anzi, di sue opere non ne troverete, a parte un quadro decisamente poco riconoscibile), è sulla Golden Age olandese. Ad accompagnare per mano Vermeer ci sono Frans Hals, ter Borch, Claesz, Van Goyen, van Honthorst, Hobbema, Paulus Potter, van Ruisdael, Steen, Pieter de Hooch, Gerrit Berckheyde, Flinck. E poi lui, Rembrandt.
L’esposizione – di ben 37 opere – è divisa in sei sezioni raccontate per filo e per segno nei pannelli espositivi, paesaggi, ritratti, interni con figure, nature morte e poi lei, la celeberrima ragazza.
Sono combattuta nella descrizione dell’esposizione perchè non sono mai stata una grande fan delle celebrità, soprattutto in campo artistico, ero innamorata di Vermeer prima che diventasse famoso in tempi moderni e – se devo essere proprio sincera e impopolare – “la ragazza col turbante” è sempre stato uno di quelli che mi piaceva di meno. Nonostante ne riconosco totalmente valore e bellezza estrema.
Il motivo per cui mi è piaciuta così tanto questa mostra è che Goldin ha saputo mettere insieme un gruppo di opere che esaltano la bellezza di questo quadro, perchè fanno capire in che terreno fertile è maturata. L’Olanda nel 1600 era estremamente moderna, anomala, avanti di secoli rispetto ad alcuni paesi europei e tutto lo stato era popolato da viaggiatori, architetti, artisti ed ingegneri, il fermento culturale era tangibile. La sua arte, ne è la rappresentazione.
I ricchi borghesi si facevano fare ritratti da mettere in casa o acquistavano quadri di estrema bellezza che non erano la rappresentazione di nessuno, ma erano semplicemente “belli”.
Questi quadri, risultato della maestria dei pittori, hanno un nome, tronie, e la celebre ragazza con l’orecchino di perla, è uno di quelli. Nessuna servetta, nessun amore travolgente, nessun paio di orecchini persi qua e là: un ritratto ideale, una bellezza estrema a tratti irreale, così bella da spingere Vermeer a tenersela, anche se era stata realizzata per la vendita.
Dopo averci raccontato la maggior parte dei quadri, Goldin ci ha dato qualche accenno sul dipinto, i particolari da notare, la sensazione che ti evoca – ti richiama a sè e scappa, si allontana, ti coinvolge con lo sguardo, ti emoziona con quella bocca leggermente socchiusa, quelle pennellate di rosa che la fanno sembrare umida – e poi, a differenza del resto ci ha lasciati lì, a guardarla, ad emozionarci nel silenzio della sala buia.
L’arte per me è sempre stato questo: emozionarmi.
E questo percorso, per mano, attraverso la Golden Age che porta alla meraviglia di Vermeer… Beh, mi ha stampato un sorriso che mi sono tolta giorni dopo.
Tutte le informazioni tecniche:
La mostra si trova a Palazzo Fava, vicinissima al centro e raggiungibile a piedi in 10/15 minuti dalla stazione ferroviaria (è una traversa di via Indipendenza), quindi, vista la scarsità di parcheggi in città – è un vero incubo! – vi consiglio di andare in treno.
Prenotate il biglietto, la situazione è già critica, sono sommersi dalle prenotazioni: meglio andare con la certezza di entrare che rischiare di farsi ore di coda per nulla… Magari sotto l’acqua.
Palazzo Fava, la sede espositiva, è di una bellezza disarmante: alzate un po’il naso all’insù, oltre i quadri, e scoprirete un mondo. Peccato non aver avuto una guida anche per quello.
Info utili
- orari mostra: da lunedì a giovedì 9-20, venerdì e domenica 9-21, mentre il sabato 9-22
- contatti per prenotazioni ed info: +39 0422 429999 (il call center è aperto dal lunedì al venerdì, 9-13.30 e 14.30-18)
- costo biglietti con prenotazione: intero € 13,00, ridotto € 10,00 -studenti universitari fino a 26 anni con tessera di riconoscimento, oltre i 65 anni; i biglietti possono essere acquistati direttamente lì.
- per altre info, tour e visite guidate lineadombra.it/ragazza-con-orecchino/la-mostra/informazioni
Avevamo già pensato di godere delle meravigliose esposizioni di questa mostra. Grazie alle tue descrizioni e le preziose informazioni ci precipiteremo a prenotare.
Ne sono super felice… Approfittatene anche per un giretto a Bologna che è stupenda. Ah, mi raccomando, dieta per i due giorni precedenti… SI mangia benissimo ma è decisamente pesantino! 🙂