Il vino va di moda. In Italia, in Francia e soprattutto negli Stati Uniti dove appena sentono la parola “sauvignon” o “pinot”, rizzano le antenne e cominciano a decantare le loro valli, e ovviamente il loro vino.
La zona più celebre è senza dubbio la Napa Valley, patinato sfondo di numerosi film come Sideways o nei racconti di uno dei protagonisti di “Una notte da leoni”… Ma c’è solo quella?
Prima di tutto: dov’è? La Wine County è la zona più celebre di produzione del vino degli Stati Uniti e si trova in California, sopra San Francisco e a ovest di Sacramento, e per fortuna per i portafogli è circondata da piccoli paesini e città (come Santa Rosa) in cui si può dormire a prezzi ragionevoli. Dove spunta una vite i prezzi diventano automaticamente “non ragionevoli”, per non dire folli.
La contea del vino si divide in due: la Napa e la Sonoma Valley. Personalmente preferisco la seconda, la sorella sfortunata ed un po’ meno “all’americana” e molto più autentica, dove ancora puoi assaggiare vini non perfetti e conoscere personalmente chi ci mette le mani e la faccia, vedere giardini con l’erba tagliata non perfettamente e vigne con qualche erbaccia qua e là. Ma più genuini. O forse questa è la mia visione di vino: passione, follia, tenacia.
In una sola giornata siamo riusciti a dare un’occhiata a diverse cantine e ad assaggiare –ovviamente – parecchi vini. Con mia somma gioia.
I miei pareri sono molto lontani da una descrizione da sommelier, son gusti e ricordi del momento.
Sonoma Valley
Loxton: curioso aver cominciato proprio da lui, un australiano che si è trasferito per amore del vino (Loxton è appunto il nome di una città australiana): la loro filosofia è più low tech possibile, quindi il gusto finale del vino potrebbe cambiare ogni anno, attenzione maniacale alla terra e a non maltrattare le uve.
Il proprietario (Chris) è gentilissimo (ci ha accolto ancora prima dell’orario di apertura) e le degustazioni sono gratis (luglio 2012): uno chardonnay – per me il pezzo forte – e quattro rossi, di cui uno, lo Zinfandel, di tutto rispetto. Calcolando che questa degustazione è stata fatta alle 9 del mattino, dovevano essere davvero buoni. E la mappa sulla parete, con l’Australia in alto, era voluta, non noi troppo brilli.
VJB a volte basta una frase per convincerti (oltre a delle buone recensioni) : nella home page del loro sito troneggia “il perfetto matrimonio tra l’antico modo di fare il vino italiano e l’approccio focalizzato sul territorio californiano”. I loro vini li vendono solo in cantina. Dovevamo provarlo.
E’ di recente costruzione e ovviamente ha – oltre al vino – una densa sezione di food (con alcune cibarie che mi hanno lasciato comunque perplessa: se qualcuno sa in quale angolo d’Italia si fanno i waffle, che mi faccia sapere!)
Ci sono diversi tipi di degustazione, il “basic” è da 5 vini e costa 10$ (nel 2012 ne costava 5… alla faccia del rincaro! Il top di gamma è quella fatta con il proprietario… Ma direi che al costo di 100$ lo lascio stare dove sta!).
Il primo assaggio fatto è un bianco frizzante, “bollicine”, per iniziare. Ha un gusto familiare, è un buon prosecco, ha note fruttate. Ho scoperto solo dopo che lo fanno e lo importano da Valdobbiadene. Va beh, ciao. I rossi sono leggeri, lo Zinfandel ottimo, il rosso buono. Sono indissolubilmente legati a nomi/uvaggi/vini italiani (Nero d’Avola, Primitivo…), ma io tifo sempre per quelli di casa. Cioè… Il Barbera lo bevo a casa che è meglio. La location merita, è davvero ben fatta!
Kaz: questo hippie dal vini troppo acidi e strani per qualsiasi palato merita un giro. Produce vini bio, sa di campagna, di uva che lavora da sola. Il Sangiovese è buono (o meglio, il migliore che assaggiamo!) e da quello crea un buon Porto. Si, perchè fa anche il Porto, sia bianco che rosso. Durante la degustazione puoi anche assaggiare le loro senapi ed altri prodotti sempre di produzione “homemade”. Quella al curry è divina.
La grafica delle etichette e della cantina é curata dal figlio e sono davvero fighissime, visto che riprendono vecchie foto (anche i nomi dei vini sono a tema). Va vista perché é qualcosa di profondamente diverso (il vino) e alternativo (tutto il resto). Ha il suo target. Merita un giro anche solo il sito internet per farsi un’idea di cosa ci si può aspettare. Delizioso. Nonostante il vino non mi sia piaciuto.
Nella Sonoma Valley hai ancora quel sapore di locale, di tradizione, di passione, quello che non riesci a trovare nella Napa Valley: quella è la Hollywood del vino!
I prezzi delle degustazioni sono decisamente molto più alti (sarei disposta a pagare 25 $ la degustazione per quattro bicchieri solo se quei bicchieri fossero pieni fino all’orlo!) e la scenografia… Beh, decisamente diversa.
Darius: colonnato in puro stile impero, fontane, un salone da degustazione che sembra un salone da ballo… In “puro” stile persiano. Pacchiano e grandioso. Amo questi posti perchè mi lasciano il gusto perverso alla Las Vegas, quelle cose talmente esagerate e fuori luogo che non sai bene perchè ma ti piacciono. Il vino non l’ho assaggiato ma sono rimasta ipnotizzata dal merchandising: piattini, creme, cartoleria lussuosa. Prezzi? Folli. Una bic con una piuma d’oca costava 54$. Decisamente fuori budget!
Mondavi: è una cantina grandiosa, e i suoi vini sono rinomanti in tutto il mondo, la location è grandiosa. Una corte con un parco in mezzo in cui spesso fanno concerti con nomi famosi. Robert Mondavi è il Dio indiscusso di quella zona, anche se mi fa piuttosto ridere che per entrare nel sito web devi mettere la data di nascita (è necessario avere più di 21 anni anche per “guardare” il vino!), la degustazione in loco costa come minimo 20 $… Ma è chiaramente l’opzione barboni.
Solo lo shop del merchandising meriterebbe la visita, per non parlare delle meravigliose vigne che abbracciano il complesso. E’ famosa, è da non perdere, i suoi vini li trovate facilmente anche in Italia.
E poi un altro Robert, ma di cognome fa Sinskey: l’impressione che ti dà entrando è quella di un set televisivo in cui pettinatissime housewifes cucinano pasticcio di porri per i biondissimi figli. Bancone per degustazione, cucina con sassi a vista per la scuola di cucina e degustazioni di gruppo. Il giardino esterno è proprio bello. Se non ricordo male era bello pure il parcheggio. La sala degustazione è stata scelta dal Sunset magazine come sala degustazione dell’anno, tanto per capirci. Degustazione da 25$ e mi raccomando avvisate se arrivate in limousine o in gruppi di più di 6.
Che diversità tra le due vallate.
Questa la mia breve esperienza, la mia scelta per una giornata immersa nel vino e nelle colline della Wine county più famosa. Se dovessi scegliere tra Napa e Sonoma sceglierei 100 volte la sorella minore, quella che ancora sa di passione e sudore dei vignaioli, quella che non sembra un set cinematografico.
La Napa Valley è bellissima, ed è un termine riduttivo. Ma per bere, mi sposto un po’ più in là.
Anche solo per non rimetterci mezzo stipendio!