Quando parlo di Bali la prima cosa che mi viene da dire è sempre la stessa: non è solo mare, anzi! E’ vero il contrario. Personalmente, quello che più amo di quest’isola sta all’interno e non ha niente a che vedere con le coste, la sabbia e le onde.
Beh, magari coi surfisti sì.
No, ok, scherzo.
Forse.
A fare la differenza in un viaggio sono le deviazioni di strada, quelle che spingono ad abbandonare il sentiero tracciato per mettere il naso altrove. Quindi magari, anche se a Bali non ci siete mai stati, prendetele in considerazione queste due chicche: sacrificate un paio di mezze giornate che avreste dedicato alle cosiddette “tappe istituzionali”, ma scommetto che poi non ve ne pentirete.
Ci sono posti che sulla carta possono sembrare insignificanti, ma poi si scopre che sono proprio quelli che danno la misura di come scorre la vita di tutti i giorni, l’esatta dimensione di chi in quel posto ci vive: alla fine non è questo ciò che conta davvero?
Ecco perché oggi non parlo di templi, ma di libri e cioccolato.
Questa libreria mi è stata segnalata dagli amici dell’ashram che frequento e probabilmente è tra le più famose e meglio rifornite dell’isola (teniamo presente che si parla sempre di pochi metri quadrati e non di un megastore). Ero alla ricerca di libri per studiare l’indonesiano e quando ho chiesto un po’ in giro, la risposta è stata sempre la stessa: vai a Ubud, alla Ganesha! Ok, ricevuto. Mi sono comprata i libri da studiare e pure qualche ricettario che ho collaudato e che mi ha regalato delle belle soddisfazioni.
In realtà i negozi in tutto sono tre (ci sono anche quello di Sanur e di Biku, entrambi nella parte ovest dell’isola), ma quello storico rimane ad Ubud.
Se capitate in zona, fateci un giro: dedicategli qualche mezz’ora per curiosare tra gli scaffali e magari approfittatene per chiedere qualche informazione anche su mostre ed eventi in città, insomma: prendetevela comoda e adattatevi ai ritmi dell’isola. Poi, quando finalmente uscirete con un libro in più tra le mani, andate a bere un centrifugato in qualche organic bar per godervelo davvero: da queste parti la scelta non manca proprio, siete a Ubud!
Questo è uno di quei posti da fiaba e non sto scherzando; presente quello che scriveva Roald Dahl?Ecco, quando metterete piede qui, la prima cosa che vi chiederete sarà: ma dove diavolo sono finiti gli Oompa-Loompa? E inizierete a cercarli.
Siamo a circa 15 minuti di scooter da Candidasa, sulla strada che porta a Karangasem, Bali est; abbandonata la via principale e attraversato un pezzo che da queste parti chiamano jungle anche se giungla non è, si apre uno spiazzo nel verde dal quale emergono strane costruzioni in bambù: la fabbrica di cioccolato.
Il metodo è assolutamente artigianale, si parla di cioccolato che bolle in pentola rimestato da una balinese con un sorriso da incorniciare, fatto con cacao coltivato sull’isola. Qui ho scoperto le bacche di Goji prima ancora che diventassero note per le loro proprietà a dir poco miracolose, perché qui le bacche le mettono nel cioccolato! E lì dentro secondo me di miracoli ne fanno ancora di più. Qui mi sono divorata barrette fondenti con riso soffiato e una specie di nutella alternativa.
Non parliamo poi dello sciroppo di gula Bali, lo zucchero balinese, di palma: se si mischia al cocco rapè e alla banana bollita…ok, la smetto, tanto avete capito.
Tra la fabbrica di cioccolato e il mare, proprio sulla spiaggia, c’è un’altra “fabbrica” quella di saponi: una baracca con un gruppo di signore che confezionano sapone artigianale con un profumo di quelli che si stampano nelle narici per sempre.
Non basta di certo a ripulirsi la coscienza dopo le scorpacciate di cioccolato, ma vale di sicuro una visita!