Siamo stati ad Alba l’ultimo weekend di febbraio approfittando della giornata nazionale del B&B italiano. Giunta all’ottava edizione questa iniziativa consente di dormire gratis una notte in uno dei B&B aderenti, a patto di soggiornarvi almeno due notti. Mi ero ripromessa da tempo di visitare le Langhe, e così la scelta è caduta su Alba perché è la capitale riconosciuta del territorio e con le sue “cento torri” riporta nell’atmosfera di un borgo medioevale d’altri tempi.
Il centro storico si individua facilmente, partendo da Piazza Savona si percorre via Vittorio Emanuele dove, osservando le vetrine dei negozi e delle botteghe artigiane produttrici delle golosità locali, si può perdere la cognizione del tempo. Qui incontriamo la prima testimonianza della storia di questa città, la Chiesa della Maddalena. Restaurata di recente fa parte dell’antico complesso in cui sorgeva il monastero delle suore domenicane, voluto dalla Beata Margherita di Savoia.
Proseguendo lungo la via arriviamo in Piazza Risorgimento, dove si trova la Cattedrale di San Lorenzo. Frutto della commistione tra differenti stili, la chiesa conserva un fascino particolare creato dal richiamo alle moschee orientali per la predominanza del colore blu delle volte e dalla compresenza di elementi antichi e moderni.
Salutiamo Alba con la speranza di tornarci in una giornata di sole e ci prepariamo a visitare il Castello di Grinzane Cavour.
Situato sul promontorio dell’omonimo comune, il castello è appartenuto alla famiglia Cavour ed è stato residenza di Camillo Benso durante gli anni in cui esercitò l’attiva di sindaco del comune.
La strada pedonale che porta all’ingresso è stata dedicata agli eroi dell’Unità di Italia, a testimonianza dello stretto legame tra il luogo e la nostra storia. All’interno si trova un museo permanente che illustra alcune caratteristiche del territorio delle Langhe, io per esempio ho scoperto qui che si suddivide in regioni, il cui nome è legato alla loro peculiarità.
Ampio spazio viene riservato alla storia del tartufo, in una sala si trova per esempio un’istallazione multimediale che consente di vivere l’esperienza della ricerca insieme al mastro tartufaio e al suo cane. Nella sala delle maschere poi si tiene l’annuale asta mondiale del tartufo bianco di Alba.
L’ultimo piano è dedicato alla diffusione dell’importanza di un consumo consapevole di vino, qui ci siamo divertiti a fare il test per mettere alla prova la nostra conoscenza, entrambi abbiamo ottenuto un risultato discreto, quindi dobbiamo ripassare.
Il tempo è migliorato all’inizio del secondo giorno, regalandoci panorami incredibili, quasi da alta montagna. Prima di partire abbiamo fatto un giro tra alcuni degli altri castelli nelle vicinanze, in parte privati e in parte ancora chiusi per le visite al pubblico.
Castello di Castiglione Falletto
Appartenuto a varie famiglie nobiliari piemontesi, il castello è oggi visitabile in alcuni periodi dell’anno e sede di eventi temporanei.
Castello di Serralunga d’Alba
Costruito verso la metà del XIV secolo il castello fu utilizzato per attività di controllo sul territorio più che per scopi militari. La particolarità è che la sua struttura è quella di un Donjon francese, esempio unico in Italia. Riaprirà al pubblico per visite guidate il 21 marzo.
Castello di Roddi
Costruito nel punto più alto della città, il castello è circondato da due grandi torri del XII e XV secolo. Le visite guidate sono possibili su prenotazione contattando il comune di Roddi che, per incentivare la conoscenza del territorio da parte dei giovani roddesi, ha creato il progetto “Guide al Castello di Roddi”. Questo li trasforma per l’occasione in guide turistiche del castello e della loro città. Poco distante si trova l’Università dei cani da tartufo e, da qualche anno, un piccolo museo per raccontare la storia della particolare professione di mastro tartufaio.
Lasciamo le Langhe con la consapevolezza che questo territorio ha ancora molto da offrirci ma con la certezza che, quando ritorneremo, soggiorneremo nuovamente presso il B&B Cascina Beatrice a Rodello. Aperta da poco più di un anno, la struttura è gestita da Paola, il marito Maurizio e la loro figlia Beatrice che, con una disponibilità mai incontrata prima, fanno sentire i loro ospiti a casa. Durante il nostro soggiorno potevamo, per esempio, prendere thè o caffè ad ogni ora e delle bottigliette d’acqua erano sempre a disposizione degli ospiti. Numerosi filari di vigneti, innevati durante il nostro soggiorno, arricchiscono l’autenticità del luogo e ricordano l’altra attività della famiglia che ci siamo in parte portati a casa grazie alla bottiglia di Barbera d’Alba ricevuta in regalo.