Bruxelles: oltre alle praline un mondo.

Partiamo subito con la morale: Bruxelles ci ha stupiti in positivo. Oltre alla birra, alle frites, alle praline e ai waffles c’è un mondo da scoprire che poi non è così male.

La sorpresa nasce prima del viaggio, quando in seguito ad una richiesta all’ufficio del turismo  veniamo letteralmente inondati di materiale informativo utile e fatto bene, pieno di spunti e idee di viaggio (come i Brussel greeters, volontari amanti della città che gratuitamente organizzano tour fatti su misura a cui noi abbiamo partecipato).

La sorpresa continua all’arrivo: la città è ottimamente collegata all’aeroporto e tutti i mezzi si muovono in un unisono ben collegato e soprattutto efficiente, un sistema che scopriamo essere molto ben studiato per i viaggiatori proponendo sconti e riduzioni anche del 50% nel weekend per chi intende scoprire la città e più in generale il Belgio usufruendo del trasporto pubblico.

Bruxelles

Iniziamo la nostra visita con la Grand Place (o Grote Markt in nederlandese), un inno all’ architettura fiamminga e più in generale ai grandi trascorsi di benessere commerciale ed industriale del Belgio: pochi ricordano infatti che questo paese ha una storia complessa, spesso legata ai vicini Pesi Bassi, e che ha visto rinascite e ricadute, domini (spagnolo), guerre sanguinose e spesso è stato terreno di battaglia di scontri europei (basti pensare alla vicina Waterloo) fino ad essere potenza coloniale (Congo Belga).

Bruxelles

Bruxelles racchiude un po’ tutte queste anime: città elegante, piena di boulevard larghi e spaziosi, capitale interculturale grazie alla Comunità Europea, città di Magritte, del fumetto e del surrealismo.

Il surrealismo: ci basta qualche ora per capire che i belgi sono gente particolare.. persone che per dire “ forse sì” preferiscono le anti frasi come “anche no”, persone che abitano in una città come Bruxelles che a fianco di uno dei suoi simboli, la statua del Manneken Pis, disegnano una parete con un fumetto caricatura dello stesso simbolo.

Bruxelles

Visitare Bruxelles non è difficile: la città si sviluppa su sette colli, ma principalmente è distinta tra città alta e bassa; nella città bassa c’è il cuore commerciale della città, dalla Grand Place, alla galleria Saint Hubert, allo splendido quartiere intorno alla chiesa di Sainte Catherine dove si trovano le boutique degli stilisti d’avanguardia ed i ristoranti di pesce (ottime le moules!), fino ad arrivare alle Halles Saint Gery (quartiere giovane, alla moda, pieno di ristoranti etnici) e alla zona delle Marolles, un quartiere sospeso nel tempo, una volta malfamato, ora famoso per la brulicante vita sociale e culturale che si sviluppa intorno al suo mercatino dell’antiquariato (place du Jeu de Bal).

Bruxelles

Da Marolles, con un ascensore pubblico, si passa alla città alta: elegante, raffinata, consapevole del suo pregio. Sablon è zona di cafè e boulevard, vicina alla zona dei musei di quel Magritte ed Horta che grazie al surrealismo e all’Art Nouveaux hanno reso famosa Brussels, vicina alla zona di rappresentanza reale che trova però residenza a nord, a Laaken, in un domaine che per poche settimane all’anno viene aperto per poter visitare le sue serre (anche se alcuni maligni dicono non sia visitabile del tutto perché si potrebbe sbirciare dentro a palazzo reale..).

Bruxelles

Tante parole e non abbiamo ancora parlato del motivo per cui nominiamo Brussels nella nostra quotidianità: l’Unione Europea. Il Quartiere Europeo è davvero imponente, ma brulicante solo dal lunedì al venerdì. I palazzi delle istituzioni (Berlyamont – Parlamento/ commissione/ consiglio) sono raccolti su Avenue Loi che si trasforma quasi in una via di Manhattan per lo scintillare dei vetri di questi edifici.. tutt’intorno l’atmosfera che dà a questa città una declinazione incredibilmente internazionale nella sua mentalità, nei suoi abitanti, nei suoi ristoranti. Non abbiamo visitato il Parlamentarium ma chi l’ha fatto dice che permette di capire cosa voglia dire Europa.

Bruxelles

No, noi preferiamo andare a mangiare in un piccolo chiosco che cucina le migliori frites del paese e che è un’istituzione qui, Maison Antoine, in place Jordan: noi prendiamo il nostro cono a 2,70€ e andiamo al Parc Leopold a mangiare su una panchina pensando alla metà dell’indomani, Bruges.

Bruges è a buon titolo definita una delle città più incredibili d’Europa: ad un’ora di treno dalla capitale, è a pochi km dal Mare del Nord, in piena Vallonia. Appena arrivati, capiamo perché sia così decantata: medioevo e canali, due condizioni che si verificano solo qui.

Bruges

Bruges era un’importantissima città di traffici e commerci, che raggiunse il suo apice nel periodo del tardo medioevo e mantenne il suo status per molti secoli ancora; è un set cinematografico a cielo aperto (qui fu girata tutta la serie di The White Queen ad esempio), tenuta benissimo, pulita ed ordinata. Non ha praticamente viabilità automobilistica e questo aiuta a perdersi nelle sue stradine: da marzo a novembre inoltre, si può visitare anche facendo uno spettacolare tour in barca attraverso i canali.

Bruges

Siamo quasi alla fine del nostro viaggio e non abbiamo ancora parlato di praline e birra – che si comprano ovunque e sono davvero di tipologie infinite – ma alla fine Bruxelles è molto, molto di più.

 

 

 

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Nata e cresciuta in quel di Vercelli, piemontese doc ed amante della mia terra, si occupo nella vita di risorse umane.. un lavoro che ama, quasi quanto i viaggi! Per lei viaggiare non è una passione, è una ragione esistenziale. Ama tantissimo il Middle East e l'Africa,così come suo marito che neanche a dirlo ha conosciuto in viaggio! Appassionata di calcio e di relazioni internazionali, quando viaggia le piace molto vivere le persone, capirle. Per lei siamo fortunati ad essere su questo mondo perchè è talmente bello e vario che non ci basterà una vita per vederlo tutto.

2 Commenti

  1. Come per tutti gli articoli di questa eccezionale autrice, il racconto di Bruxelles tra storia, architettura e consigli sulla ristorazione l’unica cosa che fa venire in mente è di correre a preparare i bagagli 🙂
    I complimenti ovviamente vanno soprattutto agli abitanti e alle istituzioni che fanno capire che tutto è possibile.
    Grazie per le emozioni trasmesse…al prossimo articolo!

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