Santillana del Mar e il museo di Altamira

Il borgo medievale di Santillana del Mar, a 30 km da Santander, si sviluppò circa 1200 anni fa, per iniziativa di alcuni monaci benedettini, che qui fondarono una piccola chiesetta per conservare le reliquie della santa Juliana. La chiesetta venne trasformata in un monastero che rapidamente divenne il più importante della Cantabria, e attorno ad esso si sviluppò il piccolo borgo.

In passato la cittadina faceva parte del cammino di Santiago del nord, oggi conta circa 4000 abitanti ed è caratterizzata dalla tipica architettura medievale, il cui esempio più visibile è la centrale Plaza Mayor.

Santillana

Tutt’intorno al centro sono presenti campi e pascoli che costituiscono da sempre l’attività principale della cittadina, insieme a quella del turismo.

A Santillana del Mar ho alloggiato alla “Casa del Organista”, una struttura del 18° secolo, che un tempo apparteneva all’organista della cattedrale del paese. La camera in cui ho dormito era la stanza dove originariamente era situato l’organo, quella con il terrazzo a vetri che vedete nella foto.

Organista

Il museo di Altamira, una delle principali attrattive della cittadina, sorge in una struttura a 4 km dal centro di Santillana del Mar. Ospita la ricostruzione della Grotta di Altamira (situata a circa 500m di distanza), che nel 1985 è stata inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO per essere uno dei migliori esempi esistenti di arte paleolitica. La datazione dei dipinti è incerta: inizialmente l’analisi del carbonio datò i dipinti a circa 13.000 anni fa mentre una recente scoperta (2012), ancora  fonte di discussione tra gli studiosi e basata sull’analisi dell’uranio, daterebbe i dipinti addirittura  a circa 36.000 anni fa.

Altamira

Negli anni ’60 e ’70 la grotta raggiunse una grande notorietà, arrivando a ospitare fino a 170.000 visitatori l’anno; dopo che furono notati dei peggioramenti delle condizioni dei dipinti, nel 1979 fu chiusa per i problemi legati all’eccesso di anidride carbonica dovuto alla presenza delle numerose persone. Negli anni ’80 fu riaperta per un numero limitato di persone, ma per precauzione nel 2002 fu chiusa definitivamente.

Attualmente la grotta originale è aperta solo a 5 persone alla settimana, che ogni venerdì vengono scelte tramite un’estrazione tra i presenti al museo, equipaggiati con speciali tute vengono utilizzati come “cavie” per effettuare studi e valutare se in futuro sarà possibile riaprire la grotta al pubblico senza che i dipinti subiscano danni.

Data l’esclusività della visita sono moltissime le persone che ogni settimana sperano di entrare all’interno della grotta e mi è stato raccontato che una volta un ricco magnate russo, che era stato estratto per entrare nella grotta avrebbe offerto una cifra altissima per far entrare sua moglie (archeologa) con lui, o per lo meno al suo posto. L’accesso, purtroppo è riservato ai soli estratti, e non è possibile cedere il biglietto in nessun modo e la povera archeologa dovette limitarsi a visitare la riproduzione.

All’ingresso del museo è presentato un video introduttivo, in cui si raccontata la storia di Altamira, con delle ricostruzioni che partono dalla preistoria in cui le caverne erano abitate e erano riempite di figure, passando per la scoperta nel sito da parte dell’Archeologo Marcellino Sanz de Sautuola e della sua figlia Maria (all’epoca aveva solo 9 anni) nel 1879, fino ad arrivare all’apertura del nuovo museo nel 1993.

All’accesso alla Neocueva, la riproduzione della grotta di Altamira, sembra di tornare indietro nel tempo: la cura con cui sono stati riprodotti tutti i dettagli è incredibile, sono riprodotti anche i più impercettibili graffi e vedere quei disegni fa un certo effetto perché sono esattamente i disegni paleolitici che avevo già visto più e più volte sui miei libri di scuola.

I bisonti e i cervi, che a quei tempi vivevano nelle praterie della Cantabria, erano rappresentati all’interno della grotta usando polvere di carbone per il nero e un impasto di polvere e grasso animale per il rosso. Sfruttando la morfologia della roccia ottennero un incredibile effetto, facendo apparire gli animali quasi in 3D!

Non si sa esattamente quale fosse il significato, ma si pensa a motivi di carattere propiziatorio o come “diari” per ricordare battute di caccia fortunate.

Perfino Pablo Picasso vedendo quest’arte rimase stupefatto, provando la cosiddetta “Sindrome di Stendhal” dichiarando “Dopo Altamira, tutto è decandenza”.

Un’esperienza che meriterebbe di esser vissuta è l’apertura straordinaria notturna con la caverna illuminata solamente dalle candele fatte di midollo animale, le stesse che utilizzavano gli abitanti del passato, che ricreano l’effetto di vedere disegni e graffiti con la stessa luce con cui erano visti al momento in cui venivano realizzati. Chi ha vissuto quest’esperienza mi ha garantito che l’effetto è davvero suggestivo.

Sul sito del museo è possibile conoscere le date di questo imperdibile appuntamento.

 

 

Articolo precedenteValencia: una città tra passato e futuro.
Prossimo articoloIl lago d’Iseo e le sue isole
Hanno una missione da compiere: visitare tutte le capitali d’Europa prima dei 30 anni. Con lo zaino in spalla, hanno viaggiato in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Germania, UK, Irlanda, Olanda, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Svezia, Finlandia, Russia, Repubblica Ceca, Austria, Polonia, Belgio, Croazia, Bosnia, Serbia, Turchia, Thailandia, Cambogia, Laos e Vietnam. In futuro sognano di tornare in Oriente e di attraversare il Sud America. Sono appassionati di street food: dimmi come mangi e ti dirò che viaggiatore sei. The world is a book, and those who don’t travel only get to read one page…

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.