Nella Val di Cornia, meravigliose sorprese per caso

Sono partita con i miei genitori alla volta di San Vincenzo, paesino della provincia di Livorno, i primi giorni di giugno con l’intento di trascorrere due settimane al mare, godendomi la tranquillità di questo inaspettato periodo di vacanza.

Per i primi giorni ho centrato l’obiettivo, le giornate sono trascorse tra la spiaggia, il mare, le inevitabili pause dal sole che mi sono dovuta concedere e ottimo cibo.

Complice qualche giorno di tempo incerto, abbiamo lasciato la vita da spiaggia e siamo presto partiti alla scoperta del territorio della Val di Cornia, l’entroterra meridionale della Costa degli Etruschi. Non avendo raccolto informazioni prima della partenza, abbiamo deciso di affidarci esclusivamente ai consigli dei residenti. Il nostro itinerario è durato un paio di giorni perché ci siamo dovuti adeguare alla mia esigenza di non strafare, ma può essere fatto anche in meno tempo.

La prima sorpresa è stata il borgo medioevale di Populonia. Fondato in epoca etrusca, l’insediamento è stato uno dei centri più importanti per il commercio del ferro.Populonia

Posta sulla sommità di una collina circondata dal mare e protetta da alte mura, Populonia ha nella Rocca il suo segno distintivo ed è oggi un borgo di grande fascino, costellato da caratteristici vicoli e impedibili negozi di prodotti locali. Tutte le attività aprono dopo le 10 quindi per la visita non siate troppo mattinieri.

Insegna particolare Populonia

La destinazione successiva è stata Suvereto. Antico borgo medioevale risalente all’anno mille è stato scelto dal Touring Club Italiano per far parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia, cosa che gli ha fatto conquistare l’ambita bandiera arancione.

Suvereto

Inserito nella “Strada del Vino”, il paese si fonda su antiche tradizioni che si tramandano nel tempo. Ogni vicolo racchiude una storia e tutti i negozi che si incontrano offrono prodotti dell’artigiano locale, in particolare oggetti in ferro battuto. Suvereto - Strada per la Rocca

Di particolare interesse è anche qui la Rocca che sovrasta la città e il Museo artistico della Bambola. Quest’ultimo offre una panoramica esaustiva in merito all’evoluzione del giocattolo: ho scoperto qui, per esempio, che gli anni Cinquanta sono stati significativi perché le bambole cominciarono ad essere realizzate in plastica rigida, vennero inseriti gli occhi mobili e si realizzano i prototipi delle moderne bambole parlanti.

Una poesia di Giosuè Carducci recitava: “I cipressi che a Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar…”, esaltando la bellezza di questo borgo, terza tappa del nostro percorso di scoperta.

Bolgheri

È una frazione di Castagneto Carducci, paese che ha dato i natali al celebre poeta, si trova a due passi dal mare immerso in un paesaggio agreste ricco di viti ed ulivi. L’offerta enograstronomica è davvero ampia, nel borgo si trovano numerosi ristoranti che propongono menù basati sui prodotti del territorio, in particolare carne e vini Bolgheri DOC. Giosuè Carducci ha trascorso gran parte della sua infanzia qui, una statua posta nella piazza centrale ricorda l’amata nonna Lucia del poeta, presumibilmente sepolta ancora nel cimitero del paese.

Bolgheri - Statua di Nonna Lucia

Ed infine Volterra, la città dell’alabastro. Situata al confine con il territorio della Val di Cornia, si trova in provincia di Pisa. Le sue origini sono da attribuire all’epoca Etrusca, di cui rimangono tracce ancora oggi nella famosa Porta all’Arco.

Volterra

La città ha assunto poi un’importanza strategica anche in epoche successive che hanno lasciato il segno nel suo sviluppo, come il Teatro di Vallebona, testimonianza del suo ruolo in età romana.

Volterra - Teatro romano

La cosa che più colpisce è l’aspetto da Borgo medioevale in una città di dimensioni più ampie rispetto alle precedenti e il fascino suscitato dallo sviluppo delle sue vie, costellate di negozi artigiani e interessanti soste per assaporare la gastronomia locale.

Le informazioni ricavabili dalla rete per questo viaggio sono molteplici, ma l’istinto e due chiacchiere con i residenti possono bastare per camminare alla scoperta di questo angolo poco conosciuto della Toscana.

 

 

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