Una delle mete su cui mi chiedono spesso informazioni sono le Maldive, quelle alternative e low cost, vissute sulle isole dei pescatori, immersi in quella splendida sensazione di paradiso dimenticato dalla civiltà. Anche se c’è il wifi. E quindi ecco una piccola lista di domande e risposte, per organizzarsi al meglio il proprio viaggio indipendente.
Perché la verità è che anche nel paradiso da viaggio più modaiolo e patinato, adesso è possibile fare una reale esperienza a contatto con i local, da quando il governo maldiviano ha dato il via libera per la costruzione di piccole strutture di accoglienza. E avendo vissuto entrambi i tipi di viaggio – in villaggio nel 2009 e in guest house nel 2014 – posso dire con certezza, che non c’è paragone.
Le isole sono di una bellezza disarmante, ma è percepibile anche all’occhio più distratto quanto siano fragili: l’ecosistema è in serio pericolo, e l’enorme quantità di corallo morto ne è la prova. La flora dai colori intensi rende le isole quasi irreali e sospese nel tempo, ma con un timer con il conto alla rovescia per la sua distruzione. Purtroppo.
Sembra una visione catastrofica, e invece, purtroppo, è una realtà con cui dobbiamo prendere coscienza.
Quindi viverle in maniera più sostenibile possibile, come hanno sempre vissuto gli indigeni, credo sia il futuro più sano per il turismo maldiviano.
Ecco qualche risposta alle domande che mi sono posta io prima di partire e che vengono rivolte più spesso.
Quando è la stagione ideale per andare alle Maldive? Sono ancora in tempo quest’anno?
E’ ancora tempo di Maldive? Sì! Da dicembre fino ad aprile si può godere della stagione secca, quella ideale, prima dell’arrivo di quella umida che va da maggio a novembre. Il top è proprio a cavallo tra il mese di febbraio e marzo, quando il cielo è sereno e il mare calmo.
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Ci si può muovere in autonomia?
Sì, anche se è un pochino complicato, perché i trasporti pubblici che raggiungono le diverse isole di pescatori non ci sono tutti i giorni e se non combaciano con i voli rischiate di dover stare un paio di giorni nella brutta Malè (la capitale è una claustrofobica colata di cemento). Oltre ai traghetti locali – tanto economici quanto lenti – è possibile prenotare online barche veloci o, ancora meglio, un idrovolante, decisamente il modo più rapido con cui spostarsi, su Maldivian air Taxi (www.mataxi.com) o Trans Maldivian Airways ( www.tma.com.mv)
Sono costose?
Decisamente no, se non si alloggia nei resort. Il costo della vita sulle isole è davvero basso, e le guest house (dove di solito è possibile fare pensione completa e prenotare escursioni) costano circa 1/3 di un qualsiasi villaggio turistico. Sono spartane, ma con tutti i comfort (acqua calda e wifi, ad esempio).
I maldiviani sono accoglienti?
Se rispetti le loro usanze e tradizioni, sono molto accoglienti e gentili. La stragrande maggioranza degli abitanti delle isole sono di religione musulmana osservante, e le donne, di conseguenza, sono quasi sempre velate. La parola d’ordine per vivere bene le isole quindi è “pudore”. In spiaggia potete stare tranquillamente in costume, magari un po’ riparati dalle palme, ma tra le vie dell’isola è d’obbligo almeno la maglietta. E prendete di buon grado il fatto che sulle isole non c’è alcol e non ne potete portare. Può essere l’occasione giusta per una settimana detox.
Non faccio immersioni, posso comunque vedere fondali interessanti?
Forse questo è uno dei punti di forza che più caratterizza l’arcipelago maldiviano. Con l’acqua al polpaccio già si possono vedere coloratissimi pesci e scenari marini mozzafiato. E quindi, una maschera, un boccaglio ed un paio di pinne (che di solito si noleggiano nelle guest house senza doversele portare da casa) sono l’attrezzatura più che sufficiente per immergersi nella meraviglia del mare.
Il cibo maldiviano, è adatto a tutti i palati?
Se vi piace il pesce, direi di si. Frutta, riso, cocco, pollo e pesce sono gli imperativi. Molte ricette ricordano la cucina indiana (e quindi spezie e intingoli), ma di solito nelle guest house prediligono cotture semplici e poco condite. Noi abbiamo anche vissuto la curiosa esperienza di assaggiare del cibo cotto alla brace passeggiando di notte accanto ad una spiaggia in cui un gruppetto di ragazzi stava facendo un barbecue. Grigliata tradizionale accompagnata da delle specie di piadine come pane. Bandito, ovviamente, il maiale.
Una curiosità: a colazione mangiano spesso il Masshuni, una grattugiata di cocco, cipolla tonno e lime da avvolgere in piadine insapori. Accompagnato con abbondante succo, non è per nulla male!
Serve un visto o documenti speciali per entrare?
No, un tempo era necessario, ma adesso non più. Basta essere in possesso di un regolare passaporto (con validità di almeno un mese oltre la data di rientro), di un biglietto aereo di rientro e una prenotazione alberghiera. In aereo vi consegneranno un foglio da compilare con tutti i dati, da consegnare all’arrivo all’immigrazione.
Posso portare a casa qualche corallo o conchiglie trovate sulla spiaggia?
A parte rovinare un ecosistema già in crisi, è importante sapere che alla dogana vengono effettuati controlli. E sono piuttosto rigidi e severi, visto che è assolutamente vietato portare in valigia coralli, gusci di tartarughe o stelle marine. Meglio un bel vaso fatto a mano o una foto ricordo. E lasciare tutto dove madre natura l’ha messo!
E’ facile avvistare delfini?
Se siete con una barca a motore è molto difficile, con una barca a vela, invece, è molto probabile trovarseli a nuotare accanto, perché a quanto pare amano il rumore.
L’esperienza di viaggio alle Maldive può essere patinata e irreale, oppure un sogno che comincia alla mattina presto, quando la sabbia è ancora fresca. A voi la scelta.
Partiamo?