Il nostro viaggio in Africa della scorsa estate ci ha portati alla scoperta di due magnifiche ed entusiasmanti realtà: Cape Town e la penisola del Capo in Sud Africa, e le Victoria Falls in Zimbabwe.
Abbiamo volato da Roma a Cape Town con South African Airways facendo scalo tecnico e doganale a Johannesburg. L’assenza di fuso orario e la scelta del mese di settembre per effettuare il tour hanno facilitato il nostro adattamento in questa zona dell’emisfero australe.
A Cape Town abbiamo scelto di soggiornare in un hotel sito presso il Victoria & Alfred Waterfront, il porto turistico di recente ristrutturazione, che ospita numerosissimi locali, negozi, e, soprattutto, il Victoria & Alfred Mall, dove è possibile trovare davvero di tutto, dalle creazioni artigianali locali, ai rivenditori dei gustosissimi vini sudafricani, ai soliti negozi presenti in tutto il mondo di abbigliamento ed articoli vari.
L’atmosfera che si respira in questo porto è sempre di festa, si tratta di un luogo prettamente turistico dove però, in determinate occasioni, si concentra anche la popolazione locale per festeggiare particolari avvenimenti. A noi è capitato di essere a Cape Town il 24/9, giornata festiva per i sudafricani che celebrano la festa dell’eredità con il famoso BRAI, il barbecue all’aperto tipicamente american style.
Iniziamo il nostro tour a Cape Town alla Penisola del Capo incontrando dapprima Clifton e poi Camps Bay. Si tratta di zone residenziali di fronte all’oceano dalle quali è possibile scorgere lunghissime spiagge, tutte libere e non attrezzate, che, durante l’estate, si popolano di numerosissima gente. Si tratta di spiagge frequentate anche fuori stagione da impagabili surfisti, che sfidano le gigantesche onde e la presenza di squali di notevole entità.
La nostra prima tappa è Hout Bay, una piccola baia dalla quale, condizioni meteo permettendo, parte una barca per condurre in circa mezz’ora ad una serie di scogli che danno origine ad una folta colonia di Otarie del Capo. Sul molo è possibile ammirare piccoli stand di venditori ambulanti che propongono la vendita di oggetti di artigianato locale con prezzi estremamente convenienti rispetto a quanto si possa trovare nei negozi in centro.
Allontanandoci ancora nella zona ovest fuori Cape Town è possibile intraprendere una delle poche strade a pagamento esistenti in zona, perché le è necessaria una importante manutenzione. Si tratta di una lunga via paragonabile per bellezza e fattezza alla nostra Costiera Amalfitana, la Chapman’s Peak Drive, infatti si parcheggiano le auto a livello stradale, ma tutte le strutture, residenziali ed alberghiere, si sviluppano al di sotto del manto stradale e fronte mare. E’ lungo questo meraviglioso percorso il luogo in cui trovò la morte Pietro Ferrero, il figlio del famoso produttore di cioccolata italiano all’età di 48 anni per un infarto mentre era in bicicletta, infatti un tratto di questa strada gli è stato dedicato.
Al termine di questo tragitto si giunge alla Riserva Naturale del Capo di Buona Speranza che ci conduce fino al punto più estremo della penisola che coincide con il Faro di Cape Point raggiungibile in funicolare. Nella Riserva Naturale è possibile ammirare struzzi, tartarughe e numerosi babbuini. La presenza di questi ultimi è talmente importante che a tratti si scorgono sul ciglio della strada diversi uomini pronti a sparare delle pallottole di gomma per far disabituare questi animali alla presenza degli uomini visto che sono amanti del nostro cibo e, non di rado, la gente se li ritrova nei propri giardini a rubacchiare quanto disponibile per cibarsi.
A proposito del faro di Cape Point è bene sottolineare che in realtà giunti all’estremità della penisola di fari se ne intravedono due. Il primo, quello non raggiungibile a piedi, è il più antico ed è stato dismesso nel 1919 perché costruito in una posizione tale da non rendere ben visibile la sua luce a chi proveniva dal mare, era posizionato troppo in alto, così nel 1920 ne è stato costruito un altro ad 87 mt di altezza che è possibile ammirare da vicino.
L’incontro tra i due oceani, quello Atlantico e quello Indiano non avviene al largo di Cape Point, bensì a Cape Alghuas, punto che si può individuare da Cape Point solo in lontananza.
Sulle strade periferiche della città di Cape Town abbiamo anche incontrato diversi uomini e donne seduti sui marciapiedi o in piedi che consegnavano dei biglietti con i propri dati e numeri di telefono. Queste persone si mettono a disposizione per lavori anche giornalieri, e, chi ne dovesse aver bisogno, o per le pulizie in casa, o per fare dei trasporti o lavori in campagna, sa di poterli trovare senza difficoltà in alcune zone specifiche della città.
Proseguendo la nostra visita ai dintorni di Città del Capo, abbiamo fatto sosta a Boulder’s Beach, dove, all’ombra di grandi massi granitici, abbiamo incontrato una colonia di pinguini Jackass, molto simili ai pinguini di Magellano incontrati due anni fa in Patagonia, contraddistinti dalla loro altezza minuta e la doppia striscia di colore nero dal collo fino ai piedi.
Rientrati in città siamo saliti sulla montagna che rende unica e famosa in tutto il mondo Città del Capo: a 1067 mt di altitudine si staglia maestosa la Table Mountain. In realtà una volta su ci si rende conto che proprio piatta non è, ci sono diverse sporgenze e molti enormi sassi, ma, vista da terra e dal mare, rende proprio l’idea di una grande tavola sopra la città. Da questo punto è possibile scorgere, guardando verso il mare, la testa di leone che protegge Cape Town sulla sinistra. Una vera e propria sfinge sudafricana.
Condizioni metereologiche permettendo non è possibile visitare Cape Town senza fare visita alla piccola isoletta posta di fronte alla città ad una distanza di 12 km, luogo di esilio, isolamento e prigionia per 400 anni. Si tratta di Robben Island, conosciuta al mondo anche come luogo di prigionia del celebre Nelson Mandela. Una volta arrivati sull’isola si effettua un giro in autobus per vedere i principali edifici costruiti su di essa e poi, a turno, i vecchi prigionieri politici esiliati, conducono i visitatori all’interno della prigione spiegando in che modo venissero vissute le giornate all’interno del carcere, a quali brutalità erano sottomessi, le ragioni che non hanno mai fatto perdere la speranza a coloro che oggi, grazie a questa possibilità, riescono a convertire un luogo di reclusione infernale, in un simbolo di libertà e di emancipazione personale. Inutile dire che è stata proprio la visita nella prigione il momento più importante e significativo della nostra visita a Cape Town.
Lasciato il Sud Africa ci siamo poi diretti in Zimbabwe per la visita alle Victoria Falls. Una volta atterrati e giunti nella riserva che ci ha ospitati per due giorni, abbiamo prima approfittato per una crociera al tramonto sul fiume Zambesi, durante la quale abbiamo ammirato elefanti, coccodrilli, ippopotami e varie tipologie di uccelli.
Poi, il giorno successivo, finalmente il tour in elicottero e la passeggiata di fronte alle cascate ci hanno fatto concludere la scoperta di due meravigliosi regali naturalistici che l’Africa custodisce al suo interno.