Se ami qualcuno, portalo a Verona… E’ già, perchè a Verona il turismo gira principalmente grazie alla storia di Giulietta e Romeo, gli eroi tragici di Shaekspeare. Pensa che durante un viaggio nel deserto del Thar, mi intrattenni con una famiglia di nomadi. La figlia più piccola, di circa 7 anni e dalla dubbia alfabetizzazione, sentendomi parlare di Verona mi chiese “Dov’è il tuo Romeo?”
Bando alle ciance, ecco il tour che ti propongo se stai pensando di passare San Valentino a Verona.
Per prima cosa devi sapere che NON troverai mai un parcheggio gratuito. A meno che tu non sia disposto di uscire dal centro e farti qualche mezzo chilometro a piedi, è meglio se posteggi in uno dei tanti parcheggi a pagamento in città.
Se ti fermi per qualche giorno valuta la convenienza di acquistare una Verona Card che da accesso a sconti su diverse attività della città (€20 per 3 gg ) e di noleggiare una bici grazie al servizio messo a disposizione dal Comune di bike-sharing nei pressi dei principali luoghi di interesse (per info www.bikeverona.it).
Anche se sei venuto a Verona per rincorrere le gesta di Giulietta e Romeo, ti accorgerai che saranno altre le cose che ti rapiranno il cuore.
Parti dall’Arena in Piazza Brà. Il celebre anfiteatro romano ospita in estate la stagione lirica areniana e i concerti dei super big della music pop nazionale e internazionale. E’ una meta ambita perché pare abbia l’acustica perfetta.
Dirigiti verso Porta Borsari. E’ proprio qui che è nato il famoso Pandoro di Verona ai tempi dell’unità d’Italia. Lo testimonia il pandoro sulla cima di palazzo Melegatti.
Lungo la strada fermati al Caffè Tubino: pochi metri quadrati dedicati agli amanti del caffè. Il locale credo non si sia mai rinnovato da quando ha aperto, e anche questo fa parte del suo fascino.
Piazza delle Erbe, il fulcro della vita commerciale in epoca scaligera oggi ospita bancarelle ed esercizi commerciali a ricordo delle antiche attività. I palazzi che la incorniciano sono di una bellezza che incanta: Palazzo Maffei, forse l’unico edificio barocco della città, e Casa Mazzanti riconoscibile dallo stile rinascimentale. In mezzo alla piazza, la Statua di Madonna Verona sorveglia il passeggio.
Seguite per Piazza dei Signori passando sotto l’Arco della Costa, su cui è appesa una costola di balena. Il perché di questa reliquia non è ancora stato chiarito ma è certo che penzola già dal XVII secolo. (Per la cronaca le teorie più accreditate sono: una reliquia degli antichi crociati, una forma di pubblicità della sottostante, e ancora attiva, farmacia; un fossile rinvenuto sui vicini monti.)
Sali sulla Torre dei Lamberti, è un punto di vista privilegiato per ammirare il panorama di un’incantevole Verona, dai suoi 84 metri d’altezza (ingresso a pagamento).
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Ammira Piazza dei Signori. Che dire, è il salotto di Verona! Palazzi in stile romanico (Palazzo della Ragione), rinascimentale (Loggia del Consiglio, Palazzo del Capitano) e gotico (le Arche Scaligere, tomba dei Cangrande) che vigilano sulla statua centrale di Dante, che proprio a Verona trovò ospitalità per ben 7 anni. Sembra strano, eppure questo mix di stili diversi non fanno confusione, anzi, danno ritmo allo sguardo!
Sull’arco che porta a Via delle Fogge si può ammirare la statua di Girolamo Fracastoro. La leggenda narra che il Globo che tiene in mano – la bala, così è detta in dialetto – cadrà sopra alla testa del primo uomo onesto che passerà di lì. Via delle Fogge era infatti il passaggio per raggiungere l’antico tribunale. Sta di fatto che la palla è ancora lì, ben salda tra le mani dell’astronomo veronese.
A pochi passi da qui trovi la Casa di Romeo, proprio nei pressi delle Arche Scaligere, in un bel palazzo del ‘300.
Torna verso Piazza Erbe e segui per Via Cappello, fino a raggiungere la Casa di Giulietta. La riconoscerai: è quella con migliaia di turisti da tutti il mondo! Qui è d’obbligo toccare il seno sinistro della statua (dalla parte del cuore!) a suggello dell’amore eterno.
Stanco? Il bello deve ancora venire!
Fai ancora qualche passo e vai verso il Teatro Romano del I sec. AC, sede estiva di numerosi festival di musica, prosa e danza. Lo spettacolo è sublime, incastonato com’è tra Castello Re Teodorico (la caserma austriaca su Colle San Pietro) e il fiume Adige che in questo punto sembra sempre impetuoso mentre scorre veloce sotto l’antico Ponte Pietra. Inutile dire che questa è la parte della città che preferisco.
Per raggiungere Re Teodorico (in zona in estate c’è anche un bellissimo e attivissimo camping) si passa per una scalinata, lo scalone Castel San Pietro, che parte da dietro il teatro. Questo è un mirador privilegiato su Verona.
Nei pressi di Ponte Pietra c’è una delle mie osterie preferite, l’Osteria Al Ponte. Ha un piccolo terrazzo che si affaccia proprio sull’Adige e, durante l’inverno, equipaggia i clienti di calde coperte per lasciarli liberi di ammirare il panorama.
La zona est della città fu chiamata Veronetta da Napoleone: trascorri del tempo perdendoti per le vie e assaporando l’aria lievemente godereccia che si respira da questo lato della città. La Tomba di Giulietta è un po’ fuori le mura, ma è più interessante delle case: è ospitata in un bellissimo palazzo (sede di matrimoni civili) con annesso museo.
Eppure Verona ha storie molto più romantiche della nota tragedia shaeksperiana, come quella del Pozzo dell’Amore. Narra del giovane Corrado di San Bonifazio, innamorato della bella Isabella dei Donati. Un giorno di febbraio i due innamorati si incontrarono in un vicolo, e Corrado, stanco dei continui rifiuti della sua amata, le disse che era fredda come l’acqua del pozzo lì vicino. Isabella lo sfidò a buttarsi nel pozzo per verificare se l’acqua fosse veramente così ghiacciata. E il giovane, spinto dall’impeto della gioventù, obbedì. Isabella, innamorata di Corrado, vedendo il danno causato, si diede alla morte gettandosi lei stessa nel pozzo. Da quel giorno il pozzo di vicolo San Marco in Foro si chiama Pozzo dell’Amore. Fino a poco tempo fa era possibile lanciare le monetine. Ora però è chiuso… e la poca notorietà lo preserva dalla moda dei lucchetti dell’amore.
Non cito le mille chiese fuori dalle mura di Verona, anche se ritengo che il Duomo e la Basilica di San Zeno meritino una visita. Mi piacerebbe portarvi a San Giorgio Ingannapoltron, in Valpolicella. Il nome deriva dal fatto che, nonostante il paese sembri facilmente raggiungibile, per arrivarci si deve percorrere un cammino faticoso (non temere, oggi si puoi fare in auto!). Da qui: ingannapoltron, che inganna i poltroni. C’è da dire però che ganne era anche il nome dato ai mucchi di pietre e in questa zona l’estrazione del marmo è il lavoro principale.
Il paesino è una piccola perla e ospita l’antica Pieve , il miglior esempio di architettura romanica della provincia. Al suo interno l’acustica è perfetta, infatti si dice godere del silenzio assoluto. Gode di una posizione privilegiata e ammira la città dall’alto. Io ci passo delle bellissime domeniche pomeriggio, sorseggiando una birra nel vicino circolo (Red Zone.)
La Valpolicella però merita un post a parte, che magari scriverò annotando anche le migliori cantine in cui degustare del buon vino!
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