Per alcuni quel colpo di fulmine scatta con New York, per altri – soprattutto ultimamente- è Berlino a far breccia nei cuori, per me quella scintilla si è accesa con Londra e a distanza di anni è sempre come la prima volta. Già, perché a Londra ci sono stata quando ero appena una ragazzina, la mia prima volta all’estero. Da quella volta ci sono poi ritornata altre due volte, prima di finire per viverci per un -bel- po’.
Non credevo che a qualche anno di distanza da quel giorno in cui ho rispedito bici e vespa per tornare a “casa”, Londra riuscisse ancora ad emozionarmi più che mai.
Il Big Ben, Buckingham Palace, Picadilly Circus, il Tower Bridge sono sempre maestosamente lì, eppure mi ritrovo a fissarli con l’entusiasmo di una bambina davanti ad un parco giochi. C’è sempre quel “mind the gap” che echeggia nella metropolitana, quel saluto “how are you?” che non pretende nessuna risposta, i turisti che intasano le scale mobili della tube nonostante quel “please stand on the right”, Camden affollata come sempre, nulla mi sembra esser cambiato.
Eppure a Londra c’è sempre qualcosa in grado di farti provare quella sensazione da “prima volta”, qualcosa di nuovo da vedere, o che nuovo in realtà non lo è ma che lo hai dato troppo per scontato, o che non hai avuto il tempo di soffermarti prima e solo dopo ti interroghi quale sia quello strano motivo per cui tu non l’abbia fatto.
Ed è così che nel mio ultimo weekend a Londra mi sono ritrovata per la prima volta a curiosare tra le stanze della casa della Regina. Già, perché da luglio a settembre, mentre con tutta probabilità “the Family” è in vacanza chissà dove, Buckingham Palace apre le porte a noi comuni. Ci si può addentrare tra 19 delle 775 stanze della residenza reale ma l’apertura della scorsa estate è stata un’occasione anche per scoprire, attraverso la mostra Royal Childhood, che anche i bambini di sangue blu giocano come tutti noi.. solo con quel tocco “reale” visto che la macchina del principino Andrea a 6 anni era una replica della DB5 guidata da James Bond nel film Goldfinger. Se le faccende di casa reale vi appasionano la mostra è ora anche un libro.
- Buckingham Palace visto dal giardino interno
La prima volta che ho guardato Londra dall’alto dei 244 metri da una delle tante opere di Renzo Piano, a cui ormai il mio occhio è abituato a cercarle in giro per l’Europa. A Londra è The Shard, ovvero “la scheggia”… come la velocità che si raggiunge con l’ascensore per arrivare al 72º piano per poi provare l’emozionante illusione di avere Londra sotto i piedi.
Già che parliamo dei punti panoramici più belli di Londra, un “giro di lento” sulla vecchia London Eye ha sempre il suo fascino. Come sali nella famosa ruota panoramica non ti sembra nemmeno di muoverti. O forse sarà perché per i 30 minuti di giro sono rimasta incollata al vetro a guardare Londra, al massimo spostandomi inconsciamente come un criceto in gabbia da una parte all’altra cercando di non perdere di vista ogni dettaglio nel mio raggio, ma confesso, questa non era la mia prima volta.
La mia prima volta a Startford perché ci sono andata credo una sola volta, tanto da non ricordarla nemmeno, forse perché non c’era nulla ad aver catturato la mia attenzione. Ma di sicuro la mia prima volta al Parco Olimpio, grazie al quale Stratford si è trasformata. La mia prima volta al Westfield, tra i più grandi centri commerciali d’Europa, perché per forza di cose alla ricerca del Parco Olimpico ci vieni risucchiato (tra l’altro oltre alla miriade di negozi si trovano anche un sacco di ristoranti, tra cui uno dei miei preferiti, il Busaba Eat Thai). Sfuggita finalmente al richiamo dello shopping il mio sguardo viene catturato da una struttura d’acciaio che si contorce su se stessa per 115 metri di altezza: l’ArcelorMittal Orbit, un’opera probabilmente tanto contestata quanto contorta. Ci si può anche salire -la mia prima volta- ma forse meglio guardarla da terra.
Ritorno poi ad una Londra più familiare, tra i sapori del Borough Market per poi salire per la prima volta in sella ad una delle 8’000 bici azzurre che si possono noleggiare in giro per la città (di solito la bici era la mia).
I giorni scorrono veloci a Londra e rimane giusto il tempo per un cocktail e una cena. Perché non concedersi la prima volta di entrare in uno speakeasy attraverso la porta di un frigo? O la prima volta di una cena interattiva, all’ Inamo, dove si sceglie cosa mangiare e si ordina direttamente da un tavolo touch?
Sono certa Londra mi riserverà sempre, non una, ma mille di “prima volta”, ma per quanto mi saprà sorprendere sono certa mi sentirò sempre come a casa.
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Quanto ti capisco!!! ne ho nostalgia come di solito si ha nostalgia di casa… Londra è sempre fantastica