Incantevole Alsazia (con un paio di tappe svizzere niente male)

La prima meta di questa vacanza on the road nata un po’ per caso, falliti altri programmi, è Mulhouse, Alsazia, passando per Lucerna e Basilea, due città svizzere che non conoscevo e si sono rivelate molto carine.

Lucerna è caratterizzata dal Ponte della Cappella, costruzione in legno di epoca medievale (1330), riccamente decorato con immagini della storia della città (ma non sono i dipinti originali, purtroppo rovinati in un incendio) e considerato il ponte coperto più antico d’Europa.

Lucerna ponte

Lungo il fiume Reuss sorgono delle case così graziose da sembrare finte, mentre i ristoranti e i bar all’aperto conferiscono alla città una frizzante atmosfera di vacanza. Nel centro storico, l’Alstadt, si scoprono piazze nascoste, dove decorazioni e affreschi donano loro una patina ulteriore di eleganza, mentre torri e guglie rimandano inevitabilmente alle fiabe ascoltate da bambini.

Lucerna lungofiume

Da Lucerna è possibile prendere il battello a vapore per solcare il Lago dei Quattro Cantoni, partire alla scoperta della strada del Kirsch, il liquore locale a base di ciliegia, oppure fare un’escursione sulle montagne del Pilatus e del Rigi.

Noi invece abbiamo deciso di proseguire per Basilea, città a confine tra Svizzera, Francia e Germania (infatti l’aeroporto si chiama Euroairport), ad un centinaio di km da Lucerna. Anche in questo caso a caratterizzare la città è un fiume, sua maestà il Reno, che divide la parte storica (detta Grande Basilea) da quella più raccolta sulla riva destra (la Piccola Basilea).

Basilea

Vale la pena fare due passi per il centro e in particolare vedere Marktplatz, dove sorge il Rathaus (municipio), edificio tardogotico del XVI sec. con il suo cortile interno vivacemente decorato e l’affollata Barfusserplatz, che è un bel colpo d’occhio sulle architetture della città, oltre che crocevia per lo shopping.

Rathaus Basilea

Rathaus interno Basilea

Passeggiando per Basilea ho la sensazione di trovarmi in una città contesa tra passato e futuro, tradizione e innovazione; mi colpisce ad esempio la “fontana di Carnevale”, che altro non è che una vasca posta di fronte al teatro comunale dove stravaganti creazioni metalliche (realizzate dall’artista locale Tinguely) rimestano l’acqua, quasi prendendosi gioco delle tradizionali fontane che, copiose, si trovano in tutte le piazze di Svizzera e Germania.

Fontana di Carnevale

Per passare da una riva all’altra del Reno – e rendersi conto della forza di questo fiume – consiglio la traversata sulla barca attaccata a una fune e trascinata dalla corrente (€ 1,50).

Basilea Reno

A 40 km circa raggiungiamo per cena Mulhouse, la prima cittadina in territorio francese. Il centro storico è grazioso, in particolare Place de la Réunion dove sorge il Municipio, un edificio di metà Cinquecento decorato con trompe l’oeil tipici del Rinascimento renano, dove campeggiano gli stemmi dei cantoni svizzeri.

Mulhouse Hotel de Ville

Sarà che è lunedì sera, ma il centro storico sembra piuttosto disabitato e trovare un ristorante per mangiare si rivela un’operazione ardua (visto che i pochi aperti non hanno posto). Alla fine riusciamo ad accomodarci in una tipica winstub, Zum Sauwadala, dove mangiare piatti della tradizione alsaziana come la choucroute, carne prevalentemente di maiale cotta a fuoco lento nella birra (in altre zone nel Reisling) e macerata negli aromi.

La cosa migliore da fare a Mulhouse è passeggiare per le viuzze del centro e lasciarsi incantare dalle case a graticcio, costruite sull’intelaiatura di legno a vista, la tipica architettura locale. Per gli amanti dei musei, però, ce n’è per tutti i gusti: la Cité de l’Automobile, dove sono custodite circa 400 automobili di ogni tempo; la Cité du train per gli amanti delle ferrovie; Electropolis, un museo interattivo in cui si spiega la storia dell’elettricità; il museo della Stampa su stoffa, dedicato all’industria tessile e, infine, quello della Carta da Parati, visto che la fabbrica costruita qui alla fine del Settecento ne ha realizzate di famose e preziose. Questo elenco ci fa capire il ruolo che la zona ha avuto, oltre che nello sviluppo culturale e religioso del centro Europa, anche nel progresso industriale.

Il secondo giorno di questo viaggio, per raggiungere Colmar decidiamo di percorrere parte della Strada del vino, che attraversa alcuni ameni paesi dell’Alsazia, segnalato con cartelli marroni su cui c’è un grappolo. Il tragitto in realtà si snoda per 110 km da Thann a Marlenheim, è anche ciclabile e costeggia vigneti e campagne (in alcune parti però coincide con la superstrada); decidiamo di attraversarne alcuni in auto e di sostare solo in quelli che ci sembrano più caratteristici.

Ad accomunarli sono la presenza di resti di mura difensiva, le immancabili case a graticcio, le cicogne che in questa zona fanno il nido, nonché il fatto di essere circondati dalle vigne. Ma indubbiamente vi segnalo queste due borghi come imperdibili: Eguisheim e Riquewihr.

Eguishem

Il primo è un incanto! Tenuto benissimo ed esclusivamente pedonale (la macchina va lasciata fuori dai bastioni in un parcheggio a €3 per tutto il giorno), il paese di  Eguisheim si sviluppa in cerchi concentrici intorno alla chiesa sopra la quale hanno il nido le cicogne; passeggiando per i vicoli nell’itinerario dei bastioni sembra che il tempo si sia fermato al Rinascimento e osservare il susseguirsi di colori, decorazioni, persiane e bovindi fa perdere la nozione del tempo.

Eguishem1

A richiamare alla realtà sono i cortili delle aziende vinicole che invitano a degustare i vini locali, prevalentemente bianchi; tra quelli assaggiati, i nostri preferiti si rivelano il Sylvaner, fresco e leggero, adatto all’estate e a essere accompagnato con il pesce e il Muscat, dal forte aroma di frutta, perfetto per l’aperitivo.

cantina2

Cantina

Riquewihr, la patria del Riesling, è più affollata di turisti, ma merita comunque una sosta: è un tripudio di fiori che adornano le facciate delle case, sulle quali è possibile scorgere decorazioni preziose e originali insegne in ferro battuto. In quanto turistico, Riquewihr è anche la patria del souvenir alsaziano: pentole in coccio per fare la choucroute, paté, oggetti a tema cicogna e i tipici bicchieri per il vino alsaziano.

Riquewihr

Riquewihr2

Un’altra tappa che vi consiglio nel viaggio verso Colmar, una deviazione dalla Strada del Vino, è sicuramente l’Abbazia di Murbach, fondata nella prima metà dell’VIII sec. da san Firmino e completamente immersa nel verde. Vale la pena fare 5 minuti di cammino per salire alla piccola Cappella di Lorette che domina tutta la vallata.

Murbach

Arriviamo a Colmar prima di cena, in tempo per una passeggiata per il centro e per trovare un buon ristorantino in cui mangiare.

Il terzo giorno inizia con la visita della città. Colmar è indubbiamente splendida come si dice, anche se dopo aver visto i due gioiellini precedenti, a mio avviso perde la sfida…

Il centro storico è uno di quelli che merita la passeggiata a zonzo per la quantità di case storiche riccamente decorate che s’incontrano; una di queste è la Maison des Tetes, adornata di teste scolpite nel Rinascimento, una delle quali realizzata da Bartholdi (lo scultore della Statua della Libertà di New York). Imponente è la Collegiata di Saint-Martin, tanto grande da sembrare piuttosto una cattedrale, costruita in arenaria rossa, con all’interno una pregevole Crocifissione del Trecento.

Colmar

Raggiungiamo Place de l’Ancienne Douane, dove si trovano le più belle case a graticcio della città e, appunto, l’Antica Dogana, dove venivano stipate le merci nel XV secolo. Da qui arriviamo in Rue de Tanneurs ed entriamo nella Piccola Venezia, la parte più romantica di Colmar, dove è possibile fare una “crociera” tra i canali ammirando gli edifici del quartiere dei conciatori, con le case più alte e strette e straripanti di fiori. Le barche partono da pont Saint-Pierre.

Piccola Venezia

Ripartiamo alla volta di Strasburgo, fa freddo e non smette di piovere, ma basta arrivare in centro città e tutto sembra già più bello. L’impressione è ottima: la città è elegante, i molti turisti si mischiano ai locali in uscita dal lavoro sui tavolini del bar, le donne sono splendide, c’è aria internazionale e si respira voglia di vivere. E’ il momento giusto per un kir in piazza Kleber, di ampio respiro e aperta, adatta per guardarsi in giro e godersi la vacanza.

Strasburgo Cattedrale2

La Cattedrale di Notre Dame, dichiarata Patrimonio Mondiale dell’umanità dall’Unesco, è maestosa e incantevole. Sul portale centrale troneggia un grande rosone, sul lato destro invece vediamo il portale dell’Orologio; all’interno si sente la spinta al divino tipica delle costruzione gotiche, rischiarate da un susseguirsi di vetrate meravigliose, mentre curioso è vedere alle 12,30 l’orologio astronomico che si popola di personaggi che sfilano a indicare l’ora.

Orologio astronomico

Strasburgo_Cattedrale_interno

Le guglie svettano in altezza e davvero, com’era nelle intenzioni del tempo, sembrano voler raggiungere il cielo.

Strasburgo Cattedrale

Attraverso una scaletta a chiocciola tortuosa (biglietto € 5) arriviamo (senza fiato) alla terrazza di 66 metri da cui si gode di un panorama interessante: la città vecchia, la pianura renana, la Foresta Nera, i Vosgi.

La Cattedrale appare ancora più scenografica la sera, quando iniziano i giochi di luce (difficili da spiegare: si tratta di una sorta di show ipertecnologico che tramite l’uso di particolari proiettori colora e anima ogni singolo particolare dell’esterno dell’edificio).

Strasburgo Cattedrale by night

Oltre a numerosi ristoranti turistici e negozi di souvenir, nella piazza si trovano case storiche notevoli, come l’Ancienne Pharmacie du Cerf, la più antica farmacia francese (1268), oggi trasformata in sede di promozione turistica e culturale e la Maison Kammerzell, del Cinquecento, decorata con sculture in legno.

Il quarto giorno il tempo splendido ben si concilia con il programma della giornata: crociera sull’Ill, il fiume della città. Le barche (Batorama, €12,50) partono dall’imbarcadero del Palais Rohan, sede del Museo delle Arti decorative e del Museo delle Belle Arti. Il giro si rivela molto interessante grazie alle spiegazioni dei punti d’interesse, ma soprattutto incantevole per gli scorci che si possono godere da questo bateau mouche moderno, che passa attraverso i canali della Petite France, mostrando il funzionamento delle chiuse e gli edifici storici di Strasburgo (ad esempio il Museo Alsaziano).

Strasburgo chiusa

Gli aneddoti raccontati dall’audioguida riportano alle guerre di religione, quando cristiani e calvinisti si contendevano il territorio e alle contese tra Francia e Germania per aggiudicarsi questa terra: conquistata dai tedeschi nel 1870, tornò francese nel 1918 per poi tornare alla Germania dal 1940 al 1944. In effetti Strasburgo è appena al di là del confine tedesco e mi sarei aspettata di sentire più forte la commistione tra le due identità culturali; in realtà l’anima della città risulta, almeno per una turista di due giorni come me, assolutamente francese.

Tornando al tour, la barca raggiunge anche la zona europea: il Palais de l’Europe è sede del Consiglio dei ministri, con l’emiciclo più ampio d’Europa, mentre nell’edificio supermoderno interamente in vetro c’è il Palais des droits de l’Homme (la Corte europea dei Diritti dell’Uomo).

Strasburgo Europa

Anche Strasburgo si presta benissimo al girovagare a zonzo, in particolare nella Petite France, il quartiere più speciale (ma anche turistico) della città. Un tempo qui c’erano le abitazioni di pescatori, conciatori e mugnai, oggi hanno fatto posto a ristoranti e locali d’atmosfera.

Petite France

Dalla terrazza del Barrage Vauban si gode di una bella vista sui ponti coperti, le torri e i canali; in particolare al tramonto questa città è incantevole.

Strasburgo Petite France2

Da Strasburgo il mio viaggio on the road per l’Europa si è spostato nella regione tedesca del Baden – Württemberg, ma di quest’avventura vi racconto in un altro post…

 

 

DOVE MANGIARE

Vi suggerisco solo i posti in cui abbiamo mangiato e dormito bene e vi metto in guardia da quelli tragici. Sorvolo sui dimenticabili, senza infamia e senza lode.

A Mulhouse: Zum Sauwadala, Rue de l’Arsenal 13. Ambiente caldo dove il legno la fa da padrone, il personale è gentile e la cucina è alsaziana (che per una che non ama la carne è poco intrigante). A detta di mio marito, ottima la choucroute. I dolci insomma…

A Colmar: Au Chaudron, Rue du Conseil Souverain, 5. Ottima cucina francese, in particolare il fois gras e il canard alle pesche. Conto commisurato alla qualità. Servizio discreto e puntuale.

A Strasburgo: Le Pont Tournant Regent Petite France, Rue des Moulins 5. Ambiente molto curato e romantico nel cuore della Petite France (appunto dove c’è il ponte girevole), dove si trovano per lo più posti turistici in cui mangiare piatti alsaziani. Per una serata più speciale abbiamo prenotato qui con l’idea di mangiare all’esterno sulla terrazza che dà sui canali. Purtroppo faceva freddo e siamo stati all’interno, ma ne è valsa comunque la pena. Sia il nasello sia il filetto erano ottimi, accompagnati da un Sylvaner fresco e fruttato, un assaggio di formaggi per un totale di 86 euro, non proprio economico. Servizio e ambiente di classe ma non stucchevole.

 

DOVE DORMIRE

A Mulhouse: Bristol, Avenue de Colmar 18. Lati positivi: posizione comoda per visitare il centro, possibilità di parcheggiare nel cortile interno (a 4€ al giorno), camere grandi. Lati negativi: la moquette (leopardata), la presenza della vasca (impossibilità di fissare il doccino e mancanza di box), l’arredamento animalier (persino il porta salviette a forma di zampa di elefante…), la scortesia della receptionist (alle nostre domande in inglese rispondeva in francese… Capiva ma non si sforzava di farsi capire…).

 A Strasburgo: Gutenberg, rue des Serruriers 31. Ottima posizione, vicinissima alla Cattedrale. Camere piccole ma pulite e di design, personale molto gentile. Parcheggi convenzionati (ma costosi).

 

DOVE NON DORMIRE

A Colmar: Ibis Colmar Centre, rue Saint Eloi, 10. Non amo gli Ibis, ma viste le buone recensioni su questo e considerati i prezzi degli alberghi di Colmar (cari!), ho prenotato una notte qui. Partiamo dal positivo: la posizione è ottima, così come il parcheggio (a pagamento ma onesto e di fronte all’hotel). Il negativo: la camera mi ha ricordato la cabina di un traghetto: piccola, tutto risicato, senza alcuna comodità e con un bagno incastrato… Mancava giusto il cullare delle onde… Senza anima e senza comodità.

Alsazia mappa

Grazie a Lorenzo, il mio amore, che oltre a vivere questi splendidi viaggi con me mi fa da fotografo ufficiale 🙂

 

 

 

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Insegnante di mestiere, giornalista, lettrice e viaggiatrice per passione. Ama il sole, il buon vino, il cibo cucinato con amore, i libri quelli che “ne leggi solo una pagina altrimenti finiscono subito”, gli animali, in particolare il suo Olly. E' curiosa di tutto ciò che è nuova tecnologia e innovazione e di ogni realtà che sia evocativa di un mondo che non c’è. In perenne e precario equilibrio tra passato e futuro. Jeeper e harleysta per amore.

2 Commenti

  1. Anche questa volta viaggiare con te attraverso i tuoi occhi accende emozioni e fa desiderare la partenza immediata. Sei proprio brava! Grazie

  2. STO ANCH IO ORGANIZZANDO UNA VACANZA TRA ALSAZIA E BELGIO , HO TROVATO QUESTO ARTICOLO INTERESSANTE, UTILE E COINVOLGENTE
    GRAZIE
    ROSSELLA

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