Il Brasile è stata per me un’altra occasione di volontariato sul campo, ospite per quasi un mese di un’associazione italo-brasilana, Rede Esperança che ha sede a Curitiba, capitale dello Stato federato del Paraná, a sud del Brasile (in Italia gemellata con Rete Speranza Onlus).
In questo contributo mi soffermerò però sugli aspetti geografici e culturali della città e non sull’esperienza personale del volontariato che, se pur importante e notevole dal punto di vista umano e professionale, rimanderò ad un’altra sede.
Paraná è uno stato sostanzialmente ricco, moderno, tra i più popolosi dell’intero “continente brasiliano” dove i suoi abitanti hanno trovato qui, come negli altri stati del sud del Brasile, un florido stanziamento rispetto ad un nord (e soprattutto un nord-ovest) tendenzialmente povero e desolato.
Al sud infatti si trovano le metropoli e megalopoli più grandi e più ricche del Brasile e del mondo (si pensi a Rio de Janeiro, Sao Paolo, Curitiba, Porto Alegre, per citarne alcune) e allo stesso tempo le maggiori e visibilissime contraddizioni e divisioni socio-economiche tra le fasce della popolazione.
Anche nel Paraná, il gap ricco-povero del Brasile si vede e si sente soprattutto poco fuori dai centri abitati dei suoi capoluoghi maggiori: basta fare un giro a pochi chilometri fuori dalla sua capitale, Curitiba, per assistere ad uno spettacolo di umiliante e disumana mortificazione rappresentato dalle favela che fanno da triste collare alla città con le sue strade impolverate e le sue palafitte traballanti e maleodoranti a soli poche stazioni di pullman fuori dal centro.
Ps. A proposito di trasporto urbano, Curitiba è l’unica città del Brasile ad avere il ligeirinho, ovvero l’autobus “veloce” che collega velocemente (perché effettua poche fermate) il centro e alcune parti della regione metropolitana di Curitiba.
Curitiba è una metropoli nuova.
Fondata nel 1700 circa, oggi è una capitale moderna e verde! Nel 1995 è stata insignita dall’ONU quale “città più ecologica” del Brasile e del mondo.
Con i suoi quasi 2 milioni di abitanti e il riconoscimento internazionale, la città più eco-sostenibile del Brasile, cura e protegge il suo verde come orgoglio cittadino da mostrare al mondo intero che viene a farle visita. Attraggono per turismo e fama i suoi tre grossi parchi principali situati all’interno della città, tutti e tre dal nome di origine indigena: Parco Tinguì, Parco Tinguà, Parco Beringuì.
Il simbolo di Curitiba appartiene però ad un altro parco ed è la grande struttura ferrosa sita nel Giardino Botanico che custodisce alcune specie di piante e alberi tropicali e alla sera, si illumina di rosa pesco. Con un meraviglioso parco intagliato al di fuori, una distesa di prato ben curata e uno sfondo di palazzi e grattacieli all’orizzonte, questo parco regala passeggiate romantiche e tramonti suggestivi.
Stupendo anche il “Bosco in città” con il suo laghetto artificiale!
Il Paraná è uno stato multiculturale e multi-etnico per eccellenza.
Difficile stabilirne l’autoctonia dei luoghi e delle persone, se non nella presenza di elementi indigeni in alcune migliaia di parole entrate nell’uso quotidiano e risalenti alle lingue tupi, una famiglia di lingue native parlate nel Sudamerica. Quasi tutte le parole provengono dal mondo floreale e della caccia e si mescolano con il portoghese brasiliano odierno, come: abacaxi (ananas); urubu (un tipo di avvoltoio); urutu (un tipo di serpente velenoso).
A proposito di lingue native, mondo animale e simboli, nel Paraná vi sono due passeri-simbolo: l’Araponga (dall’indigeno Tupi “uccello che suona”) e il Gralha Azul (gazza blu), anche se non è inusuale passeggiare per Curitiba ed incontrare un simpatico Quero-quero (“voglio-voglio”), un popolare passerotto, dal nome insolito di origine sconosciuta.
Oltre a rappresentare linguisticamente la tradizione dei nativi indigeni, Curitiba è luogo di contaminazioni culturali internazionali, segno del passaggio (e stanziamento) di comunità che in questa parte del Brasile hanno lasciato traccia. Tra tutte, la presenza massiccia di europei: le comunità tedesche, polacche e italiane, riconoscibili nei nomi dei quartieri, nelle insegne e nei cognomi della maggior parte dei suoi abitanti, ma non solo.
Basti pensare ai musei e ad intere aree dedicate, come il Museo della Comunità Polacca, il Mausoleo della Comunità Ucraina o il quartiere Santa Felicidade, abitato quasi interamente da italiani e da curitibani di origine italiana.
Di rilievo anche il Centro civico e l’Opera de Rame, teatro di eventi culturali e di concerti nazionali ed internazionali, e la Torre panoramica di Curitiba dalla cui cima è possibile ammirare la città con i suoi palazzi, grattacieli, parchi e laghetti.
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