Passare una giornata a Genova significa prima di tutto fare un ripassone di storia a partire dall’Impero Romano, di cui era alleata contro Cartagine, fino ad oggi, proclamata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Significa inoltre subire, un po’ a sorpresa onestamente, il fascino di una città misteriosa, schiva, ricca di contrasti e di bellezze da scoprire piano piano.
La mia passeggiata alla scoperta di Genova è partita da Palazzo San Giorgio, la cui bella facciata affrescata si trova proprio di fronte al Porto Antico (prima dell’intervento di Renzo Piano, mare e città erano divisi dagli accessi al porto: ora sono un tutt’uno armonico).
In questo palazzo, risalente al XIII secolo, aveva sede l’istituzione finanziaria della Repubblica marinara, la cui grande espansione si attesta a partire dall’anno 1000. Procedendo sotto i portici di Sottoripa si arriva alla maestosa Cattedrale di San Lorenzo, dove l’arte gotica si mescola al romanico in pietra bianco e nera.
La mia guida, Andrea Canepa, è bravissimo a mettermi in evidenza le diverse influenze che la struttura ha subito fin dalla sua costruzione intorno al 1098 in un’area dove sono state trovate tracce archeologiche d’età romana. Successivamente ampliata, oggi la Cattedrale di San Lorenzo custodisce le ceneri di San Giovanni Battista (nella splendida cappella rinascimentale della navata sinistra), patrono della città, giunte a Genova alla fine della Prima Crociata (insieme ai soldi per la sua ricostruzione).
Dopo l’incendio del 1296, la Cattedrale venne restaurata e nei secoli elementi diversi iniziarono a mescolarsi creando quell’affascinante ibrido che è oggi: i portali gotici, le strutture romaniche, come i colonnati interni, i capitelli e i falsi matronei, la loggia in stile manierista, il frontone col Martirio di San Lorenzo, tipico del gotico francese, lo stile tirrenico per i marmi colorati e finemente decorati, barocco il ricco abside con il santo che distribuisce tesori ai poveri, affresco dipinto da Lazzaro Tavarone.
Dall’ariosa piazza della Cattedrale di Genova si giunge in piazza Matteotti, dove a dominare è il neoclassico Palazzo Ducale. Qui si tengono meravigliose mostre internazionali: al momento, oltre ad una dedicata agli Impressionisti, attira la mia attenzione quella fotografica titolata all’amore di Brassai per Parigi (dovrò tornarci prima che finisca!). Non vedo purtroppo gli interni del palazzo, realizzato tra fine ‘500 e inizio ‘600, su cui svetta la torre Grimaldina in pietra e mattoni.
Due passi in piazza De Ferrari, ampia e scenografica con la sua fontana circolare e la prospettiva su alcuni palazzi storici, come l’antica sede della Compagnia di Navigazione Italia, oggi sede della Regione e il Palazzo della Borsa, che ospita eventi culturali. Da vico San Matteo giungo all’omonima piccola chiesa con facciata gotica a fasce bianche e nere di fronte ai palazzi della famiglia Doria.
Via Garibaldi mi è piaciuta particolarmente per l’eleganza architettonica; una volta si chiamava Strada Nuova ed era, dal XVI secolo, una specie di quartiere di rappresentanza, infatti vi sorgono le più belle dimore storiche della città, patrimonio dell’Unesco: i Palazzi dei Rolli. Si tratta di residenze private che i nobili genovesi mettevano a disposizione di re e principi in visita alla città.
Dei 42, alcuni oggi ospitano banche o altre attività, ma altri sono aperti al pubblico, come il Palazzo di Francesco Grimaldi della Meridiana e il Palazzo di Nicolosio Lomellino, in via Garibaldi 7, una delle residenze di maggior splendore, un tripudio di stucchi e affreschi e un incantevole giardino pensile.
Sempre in via Garibaldi sorgono i Musei di Strada Nuova, cioè Palazzo Tursi (sede dell’amministrazione comunale), Palazzo Rosso e Palazzo Bianco, dove si può vedere praticamente tutta la storia dell’arte della città.
Uno degli aspetti più interessanti di Genova è rappresentato però dai caruggi, emblema della vita cittadina più autentica, rappresentata dagli antichi mestieri artigianali nelle botteghe storiche tutelate dalla Sovrintendenza. Tra le tante ci sono antiquari, gallerie d’arte, farmacie, pollerie, librerie. Personalmente ho particolarmente apprezzato la pasticceria Klainguti, che realizzò la brioche Falstaff per Verdi, di cui si conserva ancora una lettera autografa (purtroppo non l’ho assaggiata vista l’ora aperitivo!) e la vicina confetteria Romanengo, le cui vetrine sono un affronto al diabete.
Per gli amanti del salato, tra le viette di Genova imperdibili le focaccerie…
Ultimo suggerimento: la particolare piazzetta Banchi, animata di bancarelle di libri e dischi usati.
Info utili
Per avere info sulle visite guidate ai Palazzi dei Rolli e al centro storico visitgenoa.it; c’è poi l’APP Genova Official Guide (app gratuita in italiano e inglese) e le audio guide (affittabili presso gli Uffici di Informazione e Accoglienza Turistica e disponibili in sei lingue).
Card Musei: dà libero accesso ai 21 musei cittadini comunali, statali e privati di Genova.
Appuntamenti da segnare in agenda:
> Le mostre in corso a Palazzo Ducale: Dagli Impressionisti a Picasso. Capolavori dal Detroit Institute of Arts (dal 25 settembre al 10 aprile 2016) e Brassaï, pour l’amour de Paris (dal 3 ottobre al 24 gennaio 2016).
> Rolli days – aperture straordinarie di alcuni tra i più bei palazzi storici di Genova: 2 e 3 aprile, 28 e 29 maggio, 17 e 18 settembre 2016. Per info www.rolliestradenuove.it
Alcune foto © Shutterstock
Siamo stati questa estate, per la prima volta, a Genova e ne siamo stati rapiti. é proprio la “mescolanza” di stili, persone, città alta, porto di mare, stretti caruggi ed ampie strade ad averci ammaliato. Nell’attesa di tornarci e scoprire di più è un piacere leggere impressioni e suggerimenti di altri viaggiatori…
Come tutte le città portuali ha un fascino decadente che incanta. Sono contenta di aver condiviso con te le mie impressioni.
Sono genovese, bnon solo di nascita, ma anche di cuore, non puoi essere altrimenti. Amo genova in modo anche alle volte poco razionale, e ti volevo fare i complimenti in particolare per la prima foto, che direi sia via Assarotti. STUPENDA! da un senso di verticalismo e delle salite che ci scoppiamo ogni giorno… brava!!!
grazie Alessia 🙂