Napoli, incastonata tra il Vesuvio e il mar Maditerraneo, si apre al mondo come un teatro greco.
Napoli tiene traccia di molteplici civiltà ed ha un centro storico unico al mondo.
Napoli è un crogiolo di storie, leggende, superstizioni.
Napoli può essere allo stesso tempo metropoli e villaggio.
Napoli sa essere pagana, carnale e religiosa soprattutto nei suoi vicoli popolari e nelle sue stradacce.
A Napoli infine contano più i dettagli che l’insieme.
Vedere Napoli tutt’a assieme accecherebbe, lascerebbe senza fiato e incapaci di sentire altri suoni tanto è bella, tanto è misteriosa e magica.
Il suo passato cabalistico infatti si incontra in ogni dove. Soprattutto tra le scale, le finestre, i marciapiedi, i murales e gli antri nascosti del Rione Sanità.
Stiamo parlando di uno dei quartieri più controversi della città, che ad oggi trabocca di quel folclore tipicamente napoletano che ti ruba l’anima e ti fa bruciare il cuore.
Qui tra la casa di Totó, il cimitero delle Fontanelle, il miglio sacro, le catacombe è stato realizzato da poco il murales “Luce” che illumina questo quartiere complesso, ricco e pieno di chiaroscuri.
Luce rappresenta i sorrisi, i volti, le mani, i passi e le parole di chi spende la propria vita per mostrare un lato di Napoli meraviglioso e incredibile.
Il Rione Sanità, infatti, è il luogo dove sta rinascendo letteralmente la bellezza grazie a Don Antonio Loffredo che oltre ad essere un uomo di chiesa è un uomo di azione. Intorno a se non ha visto solo case in cattivo stato, ragazzini di strada e problemi sociali, più grandi di ogni uomo, ma ha visto chiese da restaurare, catacombe da riaprire, cittadini da riunire, ragazzi da crescere e giovani da far lavorare.
Così “Don Antò”, come lo chiamano i suoi, si rimbocca le maniche, chiede aiuto, raccoglie fondi e riparte dalle bellezze che ha tra le mani: siano essi le giovani menti del quartiere che il patrimonio architettonico di cui è ricco il rione.
Riapre le catacombe di San Gaudioso, quelle di San Gennaro, rivaluta il cimitero delle Fontanelle, far riscoprire il miglio sacro e riunisce artisti, artigiani e commercianti della zona.
Ecco che per un fine settimana noi, ma anche voi, potete diventare “quelli del rione sanità” e passeggiare, sgranando gli occhi pieni di meraviglia, tra le strade di questa zona, mistica e tradizionale, di Napoli.
# Catacombe di San Gennaro
E’ uno dei luoghi più spettacolari del sottosuolo napoletano. Nella parte alta del Rione Sanità si può visitare l’antica necropoli, in uso sin dai primi secoli dopo Cristo, dove hanno trovato dimora per secoli i resti di San Gennaro e dei vescovi della città.
Il procedere tra gallerie e cunicoli, pieni di tesori, affreschi, storie antiche e moderne, impensabili ritrovamenti, lascia il visitatore stupito e coinvolto anche grazie alla cortesia e alla competenza delle guide, della cooperativa “La Paranza“, che permettono di apprezzare al meglio gli splendori di questo luogo.
Una particolarità apprezzabile è la possibilità di fruizione del sito anche da parte di persone con handicap fisici e visivi: sono state abbattute tutte le barriere architettoniche e realizzate delle lastre tattili con incise sopra le pitture visibili alle pareti. Solo così la bellezza è per tutti.
# Cimitero delle Fontanelle
Questo cimitero, situato in una grande cava di tufo, era la fossa comune degli appestati dove qualcuno dice che riposino ancora le spoglie di Giacomo Leopardi.
Vi si possono vedere ossa e teschi ammonticchiati ovunque, in maniera ordinata e qua e la colpiscono alcune teche che racchiudono le capuzzelle adornate da finte sigarette o da rosari, da biglietti dell’autobus a giocattoli.
E’ un luogo che rappresenta profondamente l’anima napoletana. Infatti le capuzzelle, cioè i teschi qui conservati, venivano adottate dai napoletani e trattate proprio come membri della famiglia. Venivano venerate in cambio di grazie e concessioni o semplicemente di numeri da giocare al lotto.
# Catacombe di San Gaudioso
Prima di scendere nuovamente nel sottosuolo, richiamati dal misticismo napoletano, è possibile visitare la Basilica di Santa Maria della Sanità e se ne possono scoprire i segreti e i giochi architettonici tra numeri magici e figure geometriche.
Poi si scenderà nel ventre di Napoli per conoscere la strana usanza di incastonare i teschi nelle pareti e dipingere gli scheletri addobbati con elementi legati alla vita dei defunti, ma soprattutto si comprenderà la storia particolare della cantarelle e degli “Schiattamuòrto”.
Ed è tra questi tre luoghi spirituali e popolari che si snoda il Miglio sacro un percorso, prenotabile ogni domenica, fatto di architettura, storia e verace spirito napoletano.
Cara Marta, credo che tutta questa bellezza, solidarietà e impegno ti sarebbero piaciuti immensamente ed ogni parola di questo post è per te.
Letteratura DA viaggio
Don Antò ha scritto il libro “Noi del Rione Sanità“ dove racconta perchè, quando e come ha deciso di “risvegliare le coscienze dei giovani che crescono in quelle strade per trasformare il ghetto in un polo d’attrazione per tutta la città, anzi, in una zona capace di richiamare, grazie alle sue bellezze architettoniche, migliaia di turisti dando in tal modo ai suoi abitanti un lavoro e un futuro.”
Da leggere tutto d’un fiato e vi assicuriamo che l’entusiasmo che si respira tra le sue pagine è contagioso.
Bellissimo post. Già contattato la cooperativa per organizzareil tour la prossima settimana.
Ottimi suggerimenti.
Sara