La mostra che il Comune di Milano, Castello Sforzesco, Electa e Palazzo Reale dedicano ai cento anni dalla morte di Umberto Boccioni mi ha dapprima sorpreso, poi conquistato. Mi aspettavo di trovare l’esaltazione dell’artista futurista, protagonista di una stagione, all’inizio del Novecento, caratterizzata dal dinamismo, l’innovazione, la sfida, l’attivismo che necessariamente è sfociato nell’appoggio all’entrata dell’Italia in guerra. Insomma, mi aspettavo di trovare il chiassoso Boccioni che con Marinetti guidava gli artisti nella stesura del Manifesto tecnico della pittura futurista (1910).
Invece sono uscita dall’esposizione con la consapevolezza di un Boccioni uomo oltre che artista, quasi come se i curatori, Francesca Rossi e Agostino Contò, avessero voluto ricordarmi che ciascun artista (ma anche ciascun uomo) è frutto di una formazione complessa, dell’interazione di stimoli, conoscenze, riflessioni, momenti diversi. E’ così che la mostra mette in evidenza, più ancora che gli esiti artistici, il suo percorso interiore e formativo.
Autoritratto, 1909 carboncino, tempera e pastello su carta, 435 × 383 mm Milano, Civico Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco
Ciò è chiaro fin dall’ingresso, dove compaiono tre riferimenti fondamentali della mostra: l’autoritratto, cioè l’introspezione, i taccuini, che mostrano il rapporto con le fonti e la rielaborazione del ricordo e Le ninfe, un rilievo che rappresenta il suo rapporto con l’antico. L’Atlante della memoria, splendida denominazione degli appunti che Boccioni prendeva e che sono la bussola per la comprensione della sua evoluzione, è qualcosa di magico: in questi taccuini egli raccoglieva articoli, immagini, riflessioni, spunti su cui ragionava e che rielaborava nella sua pittura. Una sorta di Zibaldone da cui emerge chiaramente come sia necessario conoscere la tradizione e il passato per potersi proiettare nel nuovo e sperimentare.
Atlante delle immagini, 1895-1909 22 tavole con ritagli di riproduzioni artistiche e altri materiali a stampa su carta color paglierino, 59 × 39 cm ciascuna Verona, Biblioteca Civica, Fondo Callegari-Boccioni
E’ così che la mostra ci propone molti dei suoi riferimenti culturali, da Raffaello, a Previati, passando per la ritrattistica barocca, i Preraffaelliti, Segantini e Picasso, in un’istallazione attenta a creare collegamenti con l’artista e il suo mondo: ad esempio, nell’ala dedicata alle fonti, le strutture in juta richiamano la carta ingiallita dei taccuini; i disegni sono esposti nella modalità con cui Boccioni stesso allestiva le proprie mostre, cioè sulla linea bassa della parete, invece che centrata come faremmo oggi.
Studio di testa (La madre; Dimensioniastratte), 1912 olio e tempera su tela, 60 × 60 cm Milano, Museo del Novecento
Tematicamente la mostra sottolinea il ruolo importante della figura dell’amata madre e della città di Milano, il cui sviluppo è spiabile negli sfondi delle sue opere: anche l’allestimento di una parte della mostra richiama la verticalità della città in evoluzione, le strade, gli elementi urbani.
Autoritratto, 1907-1908 olio su tela, 70 x 100 cm. Milano, Pinacoteca di Brera
A partire dall’influenza del divisionismo introspettivo di Previati, riconoscibile nel “Romanzo di una cucitrice”, attraverso il contatto con artisti diversi in Italia come a Parigi, Boccioni è giunto a sviluppare un modernismo del tutto originale e inconfondibile: il futurismo pittorico, ma soprattutto, a mio avviso, quello materico.
Romanzo di una cucitrice, 1908 olio su tela, 150 x 170 cm Parma, Collezioni Barilla di Arte Moderna
Studiare il dinamismo della materia significa per lui avvicinarsi alla scultura, l’unica arte capace di rendere la tridimensionalità del reale fondendosi con esso. E’ così che appare in tutta la sua iconicità “Forme uniche della continuità nello spazio”, una delle 8 copie realizzate con lo stampo in gesso ritrovato nel suo studio.
E se ormai mi è chiara l’evoluzione cronologica della sua ricerca, mi viene inevitabile chiedermi quali sviluppi ulteriori avrebbe avuto la sua arte se non fosse morto a soli 34 anni…
Info:
Palazzo Reale, Milano, fino al 10/7.
Catalogo: Electa (bellissimo)