Se si pensa all’Olanda vengono in mente pianure verdi, tulipani, mulini a vento, canali, biciclette. Ma nel mio ultimo viaggio on the road per l’Europa ho scoperto che questo paese ha molto di più da offrire. Ho scelto quindi tre tappe che secondo me mettono in evidenza diverse anime di uno stato che, al di là di una conformazione piuttosto ripetitiva e un clima non sempre accogliente, è capace di intrattenere turisti molto diversi.
Ovviamente prima tappa, imperdibile, di un viaggio in Olanda è Amsterdam! Ciò che colpisce immediatamente arrivati in città è la vivacità palpabile, rappresentata da tantissimi (e bellissimi) giovani, biciclette in ogni dove (ordinatamente sistemate in appositi parcheggi, anche multipiano), vita all’aria aperta nonostante l’arietta frizzantina. Questa è una città che conquista al primo sguardo, ben oltre i luoghi comuni legati al quartiere a luci rosse e “all’erba libera”, mi strega l’armonia con cui le architetture tradizionali si mescolano alla spinta verso il futuro che si respira ad ogni angolo: è così che ai piedi della strette case storte che sorgono lungo i canali, caratterizzate dal classico montacarichi, pullulano le colonnine per la ricarica delle auto elettriche! Praticamente ogni edificio ne ha una sotto casa (anche questa attenzione per l’ecosostenibile mi conquista).
Tra musei, gallerie d’arte e spazi espositivi c’è l’imbarazzo della scelta! Tra quelli che ho visto, ne consiglio tre: il FOAM dove, in uno splendido spazio minimalista ricreato in un edificio tradizionale del quartiere di Rembrandtplein, si alternano mostre di fotografia internazionali. In secondo luogo imperdibile è una visita al Museo di Van Gogh, guest star della città: più di 200 tele si alternano a lettere private dell’adorato fratello Theo, di Gauguin e dei mercanti d’arte che hanno lavorato al suo fianco; ne emerge un ritratto doloroso, complesso e intenso dell’uomo prima che dell’artista (indispensabile prenotare l’ingresso per evitare code di ore!).
Sempre nel Quartiere dei Musei, stimolante è lo Stedelijk, spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea e al design: non è un museo per tutti, nel senso che gli oggetti e le videoinstallazioni presenti non sono esattamente di facile lettura (almeno per me), ma certamente se ne esce ricchi di stimoli intellettuali.
Se però preferite rifugiarvi in un’arte più rassicurante e definita, non dimentichiamo che Amsterdam è la patria di Rembrandt e Vermeer, artisti che hanno reso il Seicento il secolo d’oro della pittura olandese. I grandi capolavori di questi maestri indiscussi si trovano al Rijkmuseum, affacciato ancora una volta sul Quartiere dei musei, tra splendidi giardini, fontane, sculture open air e turisti di ogni età che s’intrattengono sulle panchine a chiacchierare e scattare foto tra le lettere della celebre scritta I Amsterdam.
Anche se turistico, consiglio vivamente un giro in barca per i canali con una delle numerose compagnie che a ogni ora propongono partenze. Dall’acqua si ha una visione ancora diversa della città: colpiscono la varietà di case, i colori, le folkloriche houseboats su cui si vive, i ponti, la labirintica conformazione della città, l’allegria dei giovani che nei week end bevono e ballano sui loro motoscafi… Leggerezza è la sensazione che provo.
Se di giorno emerge il carattere solare della città, con il buio mi colpiscono i lati negativi, squallidi, ma pur sempre caratterizzanti: le strade si riempiono di immondizia, l’allegria in alcuni quartieri si trasforma in degrado, i colori armoniosi della giornata sono interrotti da numerose insegne al neon. Non parlo solo del Quartiere a luci rosse che, a dire il vero, mi suscita meno tristezza del previsto.
Amsterdam offre moltissimo per viaggiatori di ogni tipo, ma la prima volta visitarla a piedi (per i più coraggiosi anche in bici!) e a zonzo è secondo me il modo migliore per coglierne più sfaccettature possibili. Quartieri da segnalare tra quelli visti (sicuramente c’è molto altro di interessante, che mi riservo per la prossima fuga):
- Begijnhof: raffinato e intellettuale intorno allo Spui, dove si tiene il mercato del libro usato.
- Dam: caotico punto d’incontro per chiunque, è caratterizzato dal maestoso palazzo reale, il Koninklijk Paleis (che però non ho visitato all’interno).
- Nieuwmarkt e Prinsenhof, il quartiere universitario dove si trovano i negozi più pittoreschi e i teatri sperimentali.
- Jordaan, il quartiere popolare dove visitare la casa di Anna Frank.
- Rembrandtplein, per il FOAM di cui sopra, le case eleganti, i locali alla moda.
- Quartiere dei musei: un piacere per tutti i gusti, ma anche solo per prendere un po’ di sole nel Vondelpark.
La seconda tappa del tour riprende le atmosfere open air conosciute ad Amsterdam, ma esaltate dal silenzio e dalla calma: Leida. Città universitaria (la più antica dell’Olanda) a metà strada tra Haarlem e L’Aia, è un gioiellino fondato dai Romani nel I sec., resa florida tra 1600 e 1700 per la produzione dei tessuti e consacrata alle cronache per aver dato i natali a Rembrandt.
Ci sono musei, edifici prestigiosi che ricordano la storia della città, ma più di tutto è un luogo dove passeggiare lungo i canali in un’atmosfera molto più rilassata che ad Amsterdam, ma pur sempre solare. Per pranzo consiglio una delle tante houseboat attraccate, magari per assaggiare le celebri aringhe crude; adorabile (anche per i camerieri biondi e gentili) Aan de Rijn (Nieuwe Rijn 37), dove si sono inventati una formula molto carina: mini porzioni di piatti diversi da condividere (tipo tapas).
Con Rotterdam si cambia completamente atmosfera! Arrivandoci colpisce lo skyline decisamente metropolitano caratterizzato da grattacieli dalle architetture più diverse si stagliano sul cielo blu, quasi racchiudendo in un abbraccio l’elemento centrale della città: il ponte di Erasmus. Il nostro albergo, l’Inntel Hotel Rotterdam Centre, ha gli ultimi piani aggettanti proprio verso questo avveniristico ponte, inaugurato nel 1996 e riconoscibile per il pilone bianco alto 139 metri che ricorda il collo di un cigno.
Il centro è a nord del ponte; poco rimane degli edifici tradizionali, visto che durante la seconda guerra mondiale fu distrutta e progressivamente ricostruita con un occhio al futuro, alla sperimentazione, alla perenne evoluzione. L’energia e il cosmopolitismo si avvertono fin dal primo giro per la città, tagliata dal canale Nieuwe Maas, che per la navigabilità e la posizione ha sancito anche il successo mercantile della città (è uno dei più importanti porti d’Europa). Per chi ha voglia di arte, imperdibile è il Museum Boijmans van Beuningen, dove sono custodite importanti opere di Bosch, Van Eyck, Bruegel Il Vecchio, oltre a numerosi spazi espositivi disseminati per tutta la città.
Alternativa è fare una passeggiata nel Delfshaven, il quartiere dell’antico porto, da cui i Padri Pellegrini tentarono di salpare in direzione America. Tra reperti legati al mondo del mare e navi storiche si giunge al complesso di Overblaak, dove si trovano caffè all’aperto molto carini; sullo sfondo incuriosicono un edificio a forma di matita e le Kijk Kubus, le case cubiche piegate in aventi di 45°, progettate nel 1984 da Piet Blom che voleva ricreare una sorta di bosco urbano dove gli edifici sono le piante. Mah…
Poco distante troneggia la Witte Huis, il primo grattacielo europeo (oggi i suoi 43 metri fanno tenerezza!), costruito in stile liberty nel 1898 e sopravvissuto eroicamente ai bombardamenti.
Attraversato il ponte, a sud est della città ci troviamo in un quartiere certamente elegante, dove le architetture più contemporanee (basta guardare in su per rimanerne affascinati!) vanno a braccetto con elementi tradizionali, in un piacevole ensemble che è, per me, la cifra di Rotterdam.