E’ da un po’ che non scrivo, non riesco a tenere il passo, devo assolutamente trovare il tempo anche se quello che ho credo di spenderlo al meglio che posso. Ci saranno sicuramente momenti più tranquilli…portate pazienza.
Arrivo a Roma all’Ospedale Bambino Gesù in una giornata caldissima con 6 ore di camminata sotto il sole a picco. All’entrata della struttura, come spesso accade mi attende il direttore generale; trovo molto bello che persone così importanti riservino un po’ tempo per me che fondamentalmente cammino e basta:-).
Alle mie visite devo costantemente dare il meglio, il mio problema è che nella mia testa il meglio non è mai abbastanza.
Bambini che soffrono, genitori che piangono ed io non posso lasciarmi andare, devo essere forte per tutti ,non è per nulla facile.
Stanza per stanza visito tutti gli ammalati ricoverati, ci parlo un po’, spiego chi sono e perchè sono lì a disturbare: porto il messaggio che non sono soli anzi siamo in tanti! Lottiamo con loro che tutti i giorni combattono per respirare, per restare in questo mondo.
Chissà perchè proprio a loro, chissà perchè proprio a me. Questa domanda non ha risposta, o forse si.
In palestra all’interno del Bambino Gesù conosco Samuele, parliamo un po’ mentre si sta allenando nel tapirulan. Mi dice che per lui è davvero difficile, anche lavarsi i denti è diventato uno sforzo, ogni respiro gli costa tanta fatica e che sono 3 anni che aspetta il donatore giusto per un paio di nuovi polmoni.
“Non ti preoccupare” gli dico, vedrai, arriveranno.
La stessa sera durante un flashmob organizzato per #marta4kids mi si avvicina una ragazza con le lacrime agli occhi dicendomi”sai Chris, sono appena andata via dall’ospedale, hanno trovato i polmoni per Samuele; da lassù qualcuno che conosci tu ha fatto un miracolo”.
Samuele ora respira con nuovi polmoni, è stato fortunato.
Samuele ora ha un’altra opportunità, una nuova vita un po’ come me, anche se al contrario suo avrei preferito di gran lunga quella che avevo prima.