Nel raggio di poche miglia da Asheville si trovano varie località in cui passare una bella giornata, adatte magari a chi vuole aggiungere qualcosa di diverso al weekend o alla vacanza.
Gite in macchina
Durante l’autunno, da ottobre a novembre, tutta la catena dei Southern Appalachians diventa gremita di “leaf peepers”, cioè turisti, generalmente in macchina, che passano giornate ad ammirare i colori del fogliame.
Ci vuole pazienza, ma è davvero il periodo ideale per fare un bel giro sulla Blue Ridge Parkway , un parco nazionale “lineare” che va dallo Shenandoah National Park in Virginia alle Smokies in North Carolina, 755 km in tutto. Ogni 5-6 km si trovano punti di partenza per sentieri di varia lunghezza e difficoltà, e in vari punti si trovano anche campeggi, rifugi, guide per la pesca alla trota, e piste per bici da montagna.
Lungo la Parkway, vicino a Black Mountain, si trova il Folk Art Center , che offre una discreta panoramica sui prodotti e le tradizioni artigianali della zona, un museo-negozio dove quasi tutto cio` che e` esposto e` anche in vendita. Lo shopping non e` iI mio forte, ma qui si passa a un altro livello: tessitura, ceramica, vetro e legno prodotti da artigiani e artisti locali.
Cherokee
Evitata da sempre, su consiglio del consorte che la ricorda come una tourist trap da quando era bambino, invece si è rivelata una meta interessante.
A un’ora da Asheville in direzione ovest, situata fra le montagne della Nantahela National Forest e il parco delle Smoky Mountains, mi ero fermata per vedere il lato kitsch di questa zona altrimenti così trendy, ma ero anche curiosa di capire se i Cherokee siano riusciti a mantenere una propria identità, o se si tratti solo di marketing. L’attrazione più grande della cittadina di Cherokee, a giudicare dalla pubblicità sulle riviste, pareva essere il casinò.
La strada statale 19, che porta da Asheville a Cherokee passando da Maggie Valley, è bella larga ma affiancata da negozi di cianfrusaglie e motel in disuso, un po’ patetica: una volta ci si andava a sciare, ma è molto in declino. Superata Maggie Valley la strada diventa panoramica, serpentina, una discesa un po’ folle, i boschi decisamente selvaggi. Sarebbe bella da fare in moto. Appena arrivati in territorio Cherokee i nomi delle strade sono scritti sia in linguaggio Cherokee che in inglese, poi quasi dal nulla appare un piccolo grattacielo, l’hotel-casinò, un assurdo angolo di Las Vegas in mezzo a modestissimi negozietti di ricordini e sciocchezze varie.
Per capire meglio la realtà odierna di questa cittadina bisogna fare un salto negli anni’30, con l’inaugurazione del Great Smoky Mountains National Park. L’industria turistica vide la presenza della tribù come un’ulteriore attrazione, e i leader della comunità si diedero da fare per sviluppare opportunità economiche per la propria gente, dagli alberghi gestiti dai Cherokee alle vendite di artigianato, poi finalmente vennero creati anche i musei e gli spettacoli teatrali. Le scuole addirittura iniziarono a insegnare come fare i cesti di vimini e i vasi di terracotta. Dettaglio comico: per attirare i turisti, che si aspettavano di vedere gli indiani come nei film, negli anni ’30 al Visitors Center iniziarono a vestirsi come gli indiani delle praterie, con i copricapi di penne. A quanto pare a nessuno venne il dubbio che in giro per questi fittissimi boschi il copricapo di penne sarebbe stato poco pratico…
Nella storia dei Cherokee esistono periodi diversi e contrastanti: prima dell’arrivo degli Europei, con tecnologie primitive ma efficaci; dopo l’arrivo degli Europei, con l’arrivo di tessuti, oggetti metallici, armi e cavalli, una rivoluzione totale nel loro modo di vivere. Il “Trail of Tears”, nel 1838, quando il governo federale li costrinse a trasferirsi in Oklahoma a piedi, causando la morte di migliaia di individui durante il percorso. Il dopoguerra, quando il gruppo che era rimasto a Cherokee, 800 in tutto, (“Eastern Band of the Cherokee Indian”) fu il punto di partenza per la rinascita della lingua, della cultura e dell’identità della tribù. Visti dal di fuori, mi è parso che ce l’abbiano fatta: decisamente moderni e assimilati nella vita socio-politica dello Stato, ma con orgoglio e identità nazionali ben preservati.
Ho imparato tutto questo e molto di più al museo dell’Indiano Cherokee , che raccomando di cuore, perchè è veramente ben fatto.
Alla prossima visita intendo anche andare a visitare l’Oconaluftee Indian Village, un museo vivente (basato su ricerca storica) in cui la storia di fine 1700 viene dimostrata da attori-interpreti che “vivono” nel villaggio.
Black Mountain
Piccola cittadina e immediatamente simpatica, non a caso il negozio più grande è specializzato in attrezzatura e abbigliamento per il trekking. Facile trovare case e appartamenti in affitto per le vacanze, e un paio di ottimi ristoranti.
I nostri preferiti sono il tedesco Berlinerkindl, e La Guinguette, di proprietà franco-argentina e specializzato in crepes. Carinissimo anche il piccolo negozio di alimentari, caffè e paninoteca, “Roots and Fruits”. Forse grazie ai prezzi più modesti di quelli Asheville, Black Mountain pare essere un magnete per giovani famiglie alla ricerca di una vita più semplice e naturale, per chi vuole vivere facendo arte o musica, e per gli over-50 di tendenza hippie.
Si trova a mezz’ora da Asheville in direzione est, ai piedi delle Black Mountains, ed è una buona base per esplorare le montagne, fra cui anche Mount Mitchell, la cima più alta ad est del Mississipi.
Interessante ricordare che un capitolo importante nello sviluppo dello spirito e cultura di Asheville e dintorni fu il Black Mountain College, stabilito proprio durante la Great Depression.
La scuola fu ispirata da John Dewey, il quale riteneva che lo studio della filosofia doveva avere basi nelle condizioni pratiche della vita quotidiana, e che lo sviluppo della conoscenza doveva essere legato a esperienze pratiche e sociali.
Le persecuzioni di artisti e intellettuali in Europa negli anni ’30, e la chiusura della scuola Bauhaus, portarono “cervelli” europei fino a queste montagne, dove per un quarto di secolo la scuola continuò a funzionare come un esperimento sociale, in cui gli studenti erano coinvolti sia nelle arti che nella produzione agricola, nelle cucine e nella gestione dei fondi.
Qui hanno insegnato personaggi come Willem de Kooning, Merce Cunningham, John Cage e Buckminster Fuller. Nel Board of Directors c’erano anche Albert Einstein e Carl Jung.
Il college fu chiuso nel 1957, ma il suo campus viene tuttora usato per manifestazioni musicali e artistiche come il LEAF Festival.
Old Fort
Un villaggio dall’aria semi-abbandonata in cui troviamo però il Mountain Gateway Museum. Un piccolo edificio con un minimo di spazio, e con ingresso gratuito, intende dimostrare esempi di vita dei pionieri su quelle montagne.
La cosa più divertente forse sono i rimedi naturali per vari malanni, fra i quali anche il bacio di una ragazza dai capelli rossi per curare la depressione. Due chiacchiere con la volontaria che gestisce la vendita di souvenir aggiungono colore locale alla visita. Girando a destra verso la strada principale si arriva alla ferramenta, Gibbs Hardware Store. Qui si trova una varietà di oggetti per la casa, il garage e il giardino, compressi in uno spazio improbabile, l’opposto delle grandi catene di negozi che popolano la periferia dell’autostrada. Ma soprattutto, qui si trova la vita di paese!
Io mi ci fermo ogni volta che passiamo di lì, anche solo per comprare dei fiammiferi, qualsiasi scusa per entrare in negozio a curiosare. A due passi si trova la merendina di ciambelle fritte e caffè, da Mr. Bob’s Donuts, fatte fresche ogni giorno e spesso già tutte vendute prima delle 16, l’orario ufficiale di chiusura. Finite le ciambelle, il negozio chiude.
A mezz’ora da Asheville, in direzione sud; grazioso e molto curato il vecchio centro, con negozi e ristorantini. Da queste parti va molto il sidro di mele, oltre alla birra artigianale. Oltre alla casa-museo di Carl Sandburg si possono anche visitare il museo di Henderson County, mercatini, vigneti e vecchie fattorie, e magari si può restare per uno spettacolo teatrale o un concerto a Flat Rock Playhouse.
Smoky Mountains National Park
Molto amato e molto visitato, 211.000 ettari di montagne, sentieri, boschi, torrenti, cascate, e un paio di vecchi villaggi abbandonati ma mantenuti dai Park Rangers. Si trova a cavallo del confine fra North Carolina e Tennessee, e viene attraversato dall’Appalachian Trail , lungo la quale si trovano anche dei rifugi. Arrivando da Asheville, l’ingresso più comodo è all’Oconaluftee Visitor Center, a un’ora dalla città.
Altri parchi in zona: Chimney Rock State Park, Dupont Forest, Catawba Falls: sentieri facili e ben mantenuti. Gli amanti del film “L’ultimo dei Mohicani” ne riconosceranno le cascate e le vedute pittoresche.
Lake Lure
Il lago fu creato all’inizio del ‘900, con la costruzione di una piccola diga e centrale idroelettrica, ma adesso lo scopo principale del lago è di generare turismo. È circondato da villette e case-vacanze, ed è anche stato usato come sfondo per vari film: “Dirty Dancing” (1987), “Fuga dalla Casa Bianca” (1996), e più di recente “Passione senza regole”. Ricordo un bel weekend autunnale in cui siamo stati un paio di notti alla Lodge on Lake Lure, un edificio in stile Arts and Crafts, ben mantenuto, direttamente sul lago e con un buon ristorante annesso. Canoe e kayak a disposizione degli ospiti dell’albergo, giardini romantici, e angoletti in cui godersi i lettini-sdraio: ideale per un weekend romantico
Pesca alla trota
Ai pescatori (con la mosca) esperti suggerisco di andare con una guida, perchè le scelte abbondano ma alcuni dei ruscelli sono abbastanza lontani dai centri abitati. Spesso si pratica il “catch and release”, dipende dal periodo. Ottenere la licenza è semplice e le guide possono anche noleggiare canne e mosche. A me è piaciuto un sacco il fiume Oconaluftee, che attraversa Cherokee, anche perchè trote native vengono introdotte a intervalli specifici in modo che la pesca sia abbondante anche per i principianti. A Old Fort si può pescare in mezzo al paesino, attraversato da Mill Creek. One Fly Outfitters
a Black Mountain ha licenze, gite organizate, attrezzatura in vendita e a noleggio, e guide private.