In Salento 365 giorni

salento santa maria di leuca

 

Un Salento riscoperto durante il Ponte dell’Immacolata con la rinomata festa di San Nicola, con un tiepido sole che inondava le distese di ulivi centenari,  e la superficie del mare densa di splendidi riflessi argentei.

Un gradito invito che mi è giunto da parte dei giovani dell’Associazione Archès che si impegnano per rivalutare il loro suggestivo territorio, ricco di storia e di uno straordinario patrimonio. ambientalistico. Giacomo, Carlo e Marco erano le nostre preziose guide che ci dischiudevano valori sottesi a quei cimeli disseminati in antri sconosciuti come il Santuario di Leuca Piccola a Morciano, i frantoi ipogei, il Castello di Cornigliano  e la Cattedrale d’Otranto.

salento Otranto

Era bello aggirarsi per le viuzze di quelli agglomerati di pietre che si connotano come paesi, dinanzi agli occhi spalancati dei tanti gatti che  spopolano come nella masseria dei coniugi inglesi Mommens Grey.

Costoro scelsero di stabilirsi qui senza che, fino a poco tempo, ci fosse l’energia elettrica, per creare le opere artistiche che sono disseminate nella loro casa  e nelle terre circostanti, in una vita senza tempo e senza più strade, così come hanno orgogliosamente  affermato.

Laghetti di Bauxite di Orte

Le chiese e le piazze, in questo periodo prenatalizio, risultavano adornate con luminarie di provenienza della vicina località di Scorrano, celebre per tale tipo di produzione. Lucette policrome che sembravano frammenti di stelle cadute dal cielo straordinariamente azzurro, teso a  elargire un tocco di benevolenza divina per quel senso di abbandono e di dimenticanza che li connota in maniera  paradossalmente affascinante.

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Si è trattato di un viaggio breve ma intenso all’insegna del turismo esperienziale e del foodismo, ossia di tutto ciò che caratterizza l’essenza del territorio esplorato: dall’enogastronomia alla conoscenza delle eccellenze anche e livello di produzione artigianale.

Base di appoggio è stato il paese di Tricase dove è stato possibile assaggiare alcune  prelibatezze locali presso il ristorante “I fornelli di Teresa”, segnalato dalla Guida Michelin, altro must della gastronomia il food barLemì, “Cozze e gin”, recentissima apertura  dello chef pluristellato Ippazio Turco che gestisce un adiacente ristorante gourmet, aperto una decina di anni fa. Egli ha sperimentato diversi approcci creativi che lo hanno portato a elaborare il celebre gelato ai ricci di mare. Un personaggio che ha avuto suoi momenti di celebrità al Congresso Identità golose e all’Expo di Milano, e che ha fatto conoscere la cucina salentina rivisitata.

Cosa che ci è  ci capitato di fare anche  presso le Cantine Menhir, a Minervino di Lecce dove abbiamo potuto assaggiare la cucina salentina luxury e degustare fra i vini il celebre Negroamaro. Il cibo si configurava come il nostro elemento propulsore che, dal pasticciotto a colazione alle puntarelle con alici della sera, ci sospingeva come novelli esploratori, verso mete ritrovate di una Puglia gioiosamente cannibalizzata.

Chi non voleva affatto sentire parlare di cucina “rivisitata” è Yole Sammali ( cognome che ci inquietava alla di Lei presentazione), fondatrice dell’Associazione culturale La Rivarola, nella località di  Salve, tesa alla valorizzazione della cucina tipica salentina.

Nella sua bella casa con caminetto acceso e in stile leccese, con tanto di muretti a secco in giardino, abbiamo avuto modo di cimentarci nella preparazione delle sagne torte, una sorta di tagliatelle attorcigliate.

Tanti i piatti che abbiamo potuto gustare quasi tutti a base di verdure, condizione imposta dal retaggio di povertà che caratterizzava queste zone, con nomi che somigliavano ad imprecazioni o a  divertenti scioglilingua:  minchiareddi,ciqurieddi, pittule, pulpu alla pignata.

Con quei piatti sapientemente preparati, grazie all’energia del cuore prima ancora che delle mani, pareva di introiettare il sapore della Terra salentina, all’apparenza aspra e inospitale ma  al suo interno  pregna di  ammaliante dolcezza.

Una straordinaria energia creativa che scaturiva anche dalla produzione di ceramica   della Bottega artistica di Agostino Branca, a Tricase, creatore delle celebri Angeliche, statuette di varie dimensioni commissionate per matrimoni o eventi .

Allorchè egli plasmava le sue opere sembrava accarezzasse la Terra del Salento restituendole quella misteriosa empatia che la contraddistingue.

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Così come è avvenuto con un altro personaggio che abbiamo avuto il piacere di conoscere: Giuseppe Alessio, detto il Re della mortadella, salumaio di fiducia dell’attrice Oscar H. Mirren, moglie del regista  americano Taylor, autore del celebre film “Ufficiale e gentiluomo” che ha scelto di risiedere in una masseria di Tiggiano.

Il simpatico ragazzotto, soprannominato King, ha costruito una sorta di identità parallela nel suo esercizio commerciale, esaltando le sapienti virtù legate alla manipolazione delle gigantesche forme di mortadella che accarezza quasi fossero personificazioni umane ed elargendone bocconi agli avventori con gesti sacrali al pari di un’ostensione di simboli del corpo di Cristo.

Un’aurea di rigorosità religiosa come quella cha abbiamo avvertito presso il Santuario di Santa Maria di Leuca, “The finibus terrae”, dove lo sguardo si perdeva fra le colonne del piazzale che avvolgevano il pellegrino per inglobarlo nella magia della Terra salentina, mentre lo sguardo planava sullo straordinario panorama della marina facendoci pregustare un senso di  possente pienezza e di gratitudine esistenziale. Il Salento un sogno diventato realtà.

Santuario de finibus terrae
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Tutto è nato per caso… dal piacere della scrittura e della bicicletta, dall’osservare il mondo dal finestrino del treno per tornare al Sud, dalle camminate per arrivare allo sperduto paesino meta della nostra unica vacanza annuale. E poi come in un sogno… letterata di professione, giornalista e blogger, cicloturista, appassionata di trekking e di viaggi “fai da me”. Il mio è un uno stile di scrittura che spesso risente di un taglio”rigoroso”, tanto da indurmi a modificare il titolo del mio blog a “Non se lo fila nessuno”. Se qualcuno dei lettori resiste, me ne comunichi le ragioni, come un tributo alla volontà profusa nel perseguire i miei suggestivi traguardi.

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