Quando tutti mi ripetevano che volare dall’altra parte del mondo per tre giorni fosse una pazzia, ho deciso che volevo dimostrare esattamente il contrario. D’altronde, quando mi metto in testa una cosa è difficile farmi cambiare idea. Così, ho iniziato a programmare la mia toccata e fuga a New York: un vero e proprio “estratto” della grande mela.
New York è un caffè bollente tra le mani, tombini che fumano e taxi che accostano continuamente a bordo strada. New York è luci, suoni e sirene assordanti. New York è trovare un ristorante che serve indistintamente cena, colazione e pranzo a turisti di ogni parte del mondo. È un supermercato che resta aperto h24, l’elogio della grandezza e dello stupore. New York è capace di tenerti con il naso all’insù per ore intere.
Sia chiaro, vedere tutto a New York è praticamente impossibile, figuriamoci in soli tre giorni. Però, con i dovuti accorgimenti avrete un assaggio indimenticabile della città che non dorme mai. Quando si ha poco tempo a disposizione, secondo me, la cosa migliore da fare è scegliere poche tappe desiderate e per il resto, perdersi tra streets ed avenues newyorkesi, alla scoperta di qualcosa di insolito e che nessuna guida potrebbe mai segnalarvi. Mi capita spesso che le cose più belle di un viaggio siano proprio quelle che non avevo previsto di vedere.
In ogni caso volare a NY richiede un minimo di preparazione e anche qualche formalità burocratica. Ecco perché vi ho riassunto in 5 punti i consigli fondamentali da tenere a mente per preparare al meglio questo bellissimo viaggio.
- VOLI. La prima cosa da scegliere è, a mio avviso, il volo. Se una volta le tariffe per volare nella metropoli americana erano quasi proibitive, oggi sono più che abbordabili. Con poco più di 300€ vi potreste aggiudicare un volo A/R in classe economica. Personalmente ho preferito evitare gli scali partendo direttamente da Milano Malpensa con arrivo a New York JFK. Ho scelto Alitalia che il giorno della mia partenza inaugurava le nuove ed elegantissime divise ma soprattutto proponeva deliziosi menù Gourmet a bordo.
- ESTA. Tutti coloro che desiderano viaggiare negli Stati Uniti d’America devono obbligatoriamente essere in possesso di questa autorizzazione di viaggio (o di un visto). Per ottenerla basta recarsi sul sito ufficiale e compilare la domanda. L’esito è immediato e ha una validità di 2 anni. Il costo dell’ESTA è di 14$ (circa 13€) e potrete pagare direttamente sul sito con carta di credito o Paypal.
- DORMIRE. Finalmente è arrivato il momento di trovare un alloggio a New York. Siccome ho viaggiato sola la mia preoccupazione era trovare un quartiere tranquillo in cui ci fossero hotel a prezzi vantaggiosi. Greenwich Village e Lower East Side sono ottime zone ma dopo numerose ricerche sono riuscita a trovare un albergo decoroso e a un prezzo conveniente in zona Wall street, prenotando in questo albergo con Booking.com. Me la sono cavata con 330$ per due notti (circa 288€) … e credetemi, a NY è un affare!
- ASSICURAZIONE. Come molti di voi sapranno, tutte le strutture negli Stati Uniti sono private e per questo motivo i costi della sanità possono essere molto elevati. Ciò che vi consiglio vivamente è di stipulare un’assicurazione di viaggio che offra almeno la copertura per assistenza e spese mediche. Io ho scelto Columbus assicurazione.
- ITINERARIO. Ho passato serate intere indagando cosa valeva la pena di essere visitato finché non mi sono resa conto che le attrazioni erano sicuramente troppe per un soggiorno così breve. A quel punto ho deciso che mi sarei annotata solo le esperienze che davvero mi ispiravano e per il resto avrei seguito l’istinto, avventurandomi fin dove i miei piedi potevano portarmi. Anche per questo motivo ho decido di non acquistare alcun pass per i trasporti, mi sono spostata unicamente a piedi salvo la metro per raggiungere Central Park.
Ecco cosa comprendeva la mia ristretta selezione:
Lo skyline newyorkese. Per ammirarlo e rimanere a bocca aperta è stata sufficiente una breve traversata in traghetto, un vero affare considerando che nel frattempo ho avuto la possibilità di passare gratuitamente a fianco alla Statua della libertà, uno dei monumenti più inconfondibili del pianeta. Avrete ben due occasioni per fotografarla, sia all’andata che al ritorno, il tutto in meno di un’ora. La prospettiva dall’acqua è a mio avviso la scelta migliore poiché spesso la fila per visitarla è interminabile e io non avevo certo tempo da perdere! Come raggiungere il traghetto con Google Maps.
Un parco. Amo la città ma ho un estremo bisogno della natura per rilassarmi totalmente.Per questo volevo assolutamente trovare un posticino in cui potermi sedere sgranocchiando qualcosa di caldo. E quale parco potevo scegliere se non Central park? Un fine novembre che mi ha fatto un regalo meraviglioso: l’autunno e la neve si sono incontrati dando vita a uno spettacolo di colori e luce a dir poco meravigliosi. Io sono arrivata qui con la metro.
Un ponte. Sin da quando ero piccola fantasticavo sul ponte che vedevo disegnato sopra le confezioni delle mie gomme da masticare preferite, le “Brooklyn” alla cannella. Oggi mi fanno pizzicare troppo la lingua ma la voglia di attraversarlo non è mai passata. A piedi o in bicicletta, ve lo consiglio. Il momento migliore è il tramonto per arrivare nel quartiere di Brooklyn verso ora di cena. Ma anche la tratta al contrario non è niente male. Mi raccomando, ricordate: state sempre nella corsia preposta (pedoni o bici), scarpe comode ai piedi, giacca anti vento.
Un museo. E’ molto personale la scelta, io ne avevo sempre sentito parlare ed è una vera e propria istituzione per questo ho scelto il MoMA (Museum of Modern Art di Manhattan), che ospita un’incredibile e indimenticabile collezione di opere d’arte contemporanea. Il venerdì pomeriggio l’ingresso è gratuito dalle 16 alle 20, e a questo link potrete scaricare la guida e la piantina per la vostra visita. Una volta usciti dal museo godetevi una passeggiata nella quinta strada e, perché no, un po’ di shopping.
Un luogo particolare e caratteristico. Provate a immaginare una vecchia ferrovia che viene adibita a passaggio pedonale immerso nel verde proprio dove una volta c’erano le rotaie. Ed ecco a voi la High line di Manhattan. Una passeggiata inconsueta che vi regalerà scorci sulla città grazie alle sue terrazze panoramiche.
Camminando camminando sono anche riuscita a vedere:
- La zona del World Trade Center, una tappa significativa che mi ha portato indietro nel tempo, al pomeriggio in cui guardando un bel film in TV ricordo essersi susseguite senza fine le edizioni speciali dei telegiornali. A Ground zero due immense vasche occupano lo spazio in cui vi erano le due torri colpite nell’attentato. Il grande frastuono dell’acqua sovrasta ogni cosa, quasi ti ipnotizza. Se volete approfondire la storia di questo tragico evento potete entrare al 9/11 Memorial Museum;
- 5th Avenue. Uscita dal MoMA mi sono immersa nel caos della sera lungo la 5th avenue. Via dello shopping e dimora dei negozi e boutique dei brand più famosi al mondo. Avanti indietro passeggiando e curiosando tra i negozi;
- Street food nei camioncini per strada. Chi non è rimasto affascinato dai film in cui la maggior parte delle persone si fermano per un hot-dog a bordo strada? Ebbene, non è niente di ché ma è una delle cose da fare almeno una volta a New York;
Ciò che avrei voluto vedere ancora:
- Il panorama di NY dall’alto. Ci sono diverse possibilità per farlo, a partire dall’Empire State Building al Top of the rock passando per il One World Observatory. I più audaci probabilmente opteranno per il giro in elicottero but is not my cupo f tea!
Credo che quando tornerò a New york cercherò un rooftop dove poter sorseggiare un buon drink ammirando il panorama della città.
NOTA METEO. Quando dicevo di voler visitare New York a Natale, probabilmente mi sfuggiva di mente quanto freddo potesse fare. Io, che sono super freddolosa, non ho scelto proprio il momento migliore….o forse si. Le lucine ad ogni angolo, l’atmosfera natalizia e le canzoni ad ogni angolo della strada. New york a Natale è un sogno ma preparatevi perché c’è da congelarsi.
Dopo essere tornata da questa full immersion, aver percorso più di 25 km al giorno e bevuto almeno una dozzina di Small American coffe, posso tranquillizzarvi che non è follia. O forse sì, ma come sapete la malattia del viaggiatore non si può controllare.
Con questo viaggio ho spuntato una voce dalla mia bucket list, e voi? Siete pronti a preparare la lista dei desideri per l’anno che è iniziato?