Il nostro arrivo nella capitale del Belgio è umido: l’aeroporto Charleroi di Bruxelles ci compare sotto una lieve, ma fitta coperta di pioggia. Io e Giulio, mio fidanzato e compagno di viaggio, saliamo sul Brussels City Shuttle, che ci porta alla stazione di Bruxelles Midi, centro della capitale, nel giro di 45 minuti.
La ricerca dell’Airbnb in cui alloggiamo ci permette di perderci nel meraviglioso quartiere di St. Gilles. Questa zona, costellata da edifici dell’art nouveau, ci impressiona per la sua multiculturalità e per la particolare atmosfera che sembra esserci nell’aria. Qui, attorno all’omonima chiesa di St.Gilles, potrete trovare ogni genere di piatto proveniente dalle culture più disparate. La curiosità ci spinge ad entrare nella chiesa, fortunatamente aperta al pubblico, dove lo stile eclettico della costruzione pare sposarsi a meraviglia con la pluralità che caratterizza questo quartiere.
Ecco cosa troverete in quest'articolo
# Dove abbiamo bevuto una buona birra
Finalmente arrivati al nostro alloggio e giunta ormai la sera, decidiamo di recarci al Delirium Café, pub situato a pochi metri dalla Grand Place. Il locale è infatti divenuto celebre nelle guide turistiche per l’ampissima scelta di birre belghe e non – oltre 2000 tipi. Nel corso della nostra visita di pub e locali storici decidiamo poi di fermarci À La Bécasse, estaminet che da oltre 130 anni è punto di riferimento per abitanti e turisti nel cuore della capitale. In questo locale gli amanti della birra possono gustare la Lambic, birra a fermentazione spontanea prodotta solamente nel Payottenland, regione a sud-ovest di Bruxelles.
# Cosa abbiamo visitato in Centro
Cala la notte sul giorno del nostro arrivo e il secondo giorno veniamo accolti dal bel tempo, decidiamo quindi di recarci a visitare le meraviglie architettoniche del centro.
La prima tappa è Mont Des Arts, un complesso urbanistico ricco di meravigliose giardini e siepi costruito fra il 1954 e il 1965, che, con i suoi circa 13 ettari di estensione, si classifica come il parco più grande di Bruxelles.
Appena superata questa navata di fiori e colori ci troviamo davanti alla chiesa, eccezionalmente romanica, di Saint Jacques-sur-Coudenberg, cattedrale cattolica dell’ordinariato militare in Belgio. Se all’ingresso veniamo colpiti dalla presenza di numerose bandiere della nazione belga lungo la navata principale.
Poco più avanti la sorpresa cresce quando davanti ai nostri occhi compaiono due ciclopici affreschi di Jean Portaels. Poco distante da Saint Jacques vi è l’imperdibile sede del Palazzo di Giustizia, la cui monumentalità non è nulla in confronto alla vista mozzafiato di Bruxelles che ci viene offerta dalla piazza in cui ci troviamo.
La mia voglia di scoprire Bruxelles non poteva tuttavia dirsi appagata senza una visita al Manneken-Pis, statua bronzea simbolo della città belga. Dopo una serie di sali-scendi ci troviamo davanti a questa statuetta bronzea, alta una cinquantina di centimetri, il cui nome – Manneken Pis – significa in bruxellese il ragazzetto che fa pipì.
La popolarità della statua ha dato vita a numerose leggende circa la sua origine, ma nessuna delle versioni in circolazione è certa: per alcuni la statua rappresenta il bambino che avrebbe fermato l’esplosione di una bomba nella città, mentre per altri il figlio perduto e poi ritrovato di un ricco borghese, insomma, come direbbe Roland Barthes, che romanzo!
Nel ritorno al nostro alloggio ci imbattiamo nella maestosa Concattedrale di San Michele e Santa Gudula, un enorme edificio in puro stile gotico brabantino, che ci lascia esterrefatti per la monumentalità della facciata, costituita da 3 arcate su cui sono state erette due torri in linea con il classico stile gotico francese.
Sempre in stile gotico barbante è anche la Chiesa di Notre-Dame de la Chapelle, parrocchia della comunità cattolica polacca di Bruxelles, che troviamo lungo il nostro percorso.
# Dove abbiamo cenato
Il sole sta tramontando, è arrivato il momento di approcciare la cucina belga e lo facciamo in un locale che ci è stato consigliato: Fin de Siècle, locale storico situato in Rue des Chartreux, nel pieno centro storico di Bruxelles. Io ordino una Carbonnade Flamande: stufato di manzo cotto nella birra e nello strutto. Giulio assaggia un Lapin à la Kriek: coniglio cotto con un particolare tipo di Lambic aromatizzata alla ciliegia chiamato, appunto, Kierk.
La cena consistente non ci impedisce un’ultima tappa al Fritland, famosissimo locale noto per le sue patatine fritte, piatto tipico di Bruxelles. Ci sorprende scoprire il sapore particolare che hanno le patatine fritte in questo luogo, cucinate sicuramente con qualche segreto della tradizione belga.
Tra le chiesette che costellano la nostra strada di rientro resto affascinata dalla Chapel of Madeleine, piccola chiesa del XIII secolo con un portone in legno barocco del 1637 perfettamente restaurato. La sua aria spoglia la rende diversa dalle imponenti chiese gotiche che abbiamo visto fino ad ora e ormai stanchi, ci prepariamo per il nostro ultimo e terzo giorno.
# Basilica del Sacro Cuore
La sveglia suona presto, l’obiettivo è visitare la Basilica del Sacro Cuore nel periferico quartiere di Koekelberg, che raggiungiamo grazie all’intuitivo sistema metropolitano di Bruxelles – fermata Elizabeth, metro 6.
Si tratta della quinta chiesa più grande al mondo e sicuramente della chiesa più grande di Bruxelles. Con i sui 89 metri di altezza e 167 metri di lunghezza, la Basilica si staglia alla fine di uno parco, che sbalordisce a sua volta per le dimensioni maestose. Avvicinandoci veniamo colpiti dall’enorme cupola, alta 90 metri, di colore verde con le tipiche venature rossastre della pietra calcarea e della terracotta. L’interno immenso è decorato da una serie di luminose vetrate dai colori accesi e, al costo di 6 €, è possibile salire sulla cupola per godere di una vista sorprendente sulla città.
Il nostro soggiorno a Bruxelles sta per finire, mi gusto l’ultima specialità della capitale: Moules e Frites, cozze servite con le tipiche patatine fritte. Diciamo arrivederci al Belgio e alle sue architetture aguzze e ci prepariamo per la prossima meta.